- Assologistica e Confetra sollecitano rivisitazione della distribuzione dei costi dei servizi di rimorchio nel quadro delle attività per la sicurezza marittima. In un comunicato congiunto, oggi le due associazioni, sottolineando come «il costo del servizio di rimorchio, sia in generale che nell'attuale congiuntura economica, abbia un peso crescente nella decisione delle compagnie di scalare i porti nazionali», evidenziano come «da tempo la riduzione dell'incidenza per unità movimentata di questo servizio rappresenti una necessità percepita da molti, ma che tuttavia non riesce a trovare una soluzione condivisa». «Per alcuni - osservano - la risposta sembrerebbe rappresentata dall'introduzione anche nei servizi tecnico nautici di forme regolate di concorrenza e di autoproduzione, mentre per altri questo comprometterebbe la fondamentale ed ineludibile esigenza della sicurezza».
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- «In Italia - ricordano l'associazione e la confederazione - lo Stato garantisce il diritto universale alla sicurezza attraverso obblighi che Capitanerie e Autorità Portuali inseriscono negli atti concessori delle aziende di rimorchio, i cui costi vengono inseriti tra quelli che determinano le tariffe per il servizio commerciale approvate dalla autorità pubblica. La conseguenza è che chi usa regolarmente i rimorchiatori per entrare/uscire dal porto paga la totalità dei costi generati dagli obblighi di sicurezza. Chi invece, per tecnologia o conformazione di porzioni di porto, abitualmente non usa il servizio non paga i costi di una sicurezza che comunque gli è garantita, né è soggetto a tariffe maggiorate quando si trova nelle condizioni di richiedere l'intervento del rimorchio portuale».
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- La necessità di distinguere tra i servizi commerciali resi agli armatori dalle imprese di rimorchio e le prestazioni operate da queste ultime ai fini della sicurezza è stata evidenziata nei giorni scorsi dall'armamento genovese Ignazio Messina & C., che ha criticato la presa di posizione della Confitarma sull'autoproduzione dei servizi tecnico-nautici (inforMARE del 6 febbraio e 6 marzo 2009).
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- Secondo Assologistica e Confetra, «è indispensabile evitare l'avvio di lunghi contenziosi parlamentari o giudiziali, ricercando una soluzione tra tutti gli operatori interessati che contemperi le diverse esigenze, da quella di garantire la stabilità delle aziende di rimorchio a quella di difendere i traffici portuali attraverso una più equa distribuzione dei costi per la sicurezza marittima». «Ciò - rilevano - potrebbe essere possibile se si convenisse circa una veloce rivisitazione della attuale regolamentazione da riversare al più presto in sede normativa».
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- Inoltre Assologistica e Confetra ritengono che «dal riconoscimento delle caratteristiche principali del servizio come strumento per la sicurezza portuale e marittima troverebbe conferma, senza contenziosi, l'esclusione dalla sua sottoposizione a regole di concorrenza e di mercato».
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