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Spediporto Genova chiede infrastrutture, efficienza e regole per fronteggiare la crisi
Gli spedizionieri non vogliono progetti futuribili, ma risposte immediate
30 marzo 2009
Sono richieste espresse con toni pacati, propri del presidente Roberta Oliaro, quelle rivolte oggi alle istituzioni dall'Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova (Spediporto) riunitasi in assemblea a Palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità Portuale di Genova. Sono rivendicazioni a cui, in massima parte, gli enti di governo possono facilmente dare una risposta e sono rivolte con la consapevolezza che l'attuale congiuntura economica estremamente negativa non consente istanze più ambiziose, che peraltro non sono state esaudite neppure in periodi di vacche grasse.
In un momento di drammatica crisi, di cui non si conoscono né l'effettiva entità né i contorni, nel quale - ha confermato Spediporto - «le percentuali di riduzione del lavoro per le case di spedizioni ha toccato punte del 45%», il direttivo dell'associazione ha scelto di evidenziare le iniziative che possono essere agevolmente concretizzate per consentire al sistema portuale genovese di reggere l'impatto della recessione economica e, soprattutto, di porre le base per la futura crescita.
Nella relazione all'assemblea, che pubblichiamo nella rubrica “Forum dello shipping e della logistica”, il direttivo di Spediporto presieduto da Roberta Oliaro sottolinea che non è più il momento di «perdere tempo, risorse e concentrazione dietro a progetti futuribili che non si realizzeranno mai». C'è bisogno, insomma, di strategie concrete, come quelle che Spediporto intravvede nel programma di mandato del presidente dell'Autorità Portuale, Luigi Merlo, sintetizzato nel Piano Operativo Triennale 2008-2010 (inforMARE del 28 aprile 2008); un documento che cancella con un colpo di spugna diverse ipotesi di ampliamento del porto, in particolare quelle previste dal progetto dell'architetto Renzo Piano, e che l'associazione degli spedizionieri ritiene debba « diventare un programma di mandato non solo del presidente Merlo, ma dell'intera comunità portuale genovese». Secondo il direttivo degli spedizionieri, infatti, è necessario concentrarsi sull'avvio delle opere infrastrutturali immediatamente cantierabili e dalle istituzioni Spediporto pretende «un impegno, di ordine economico e temporale, a realizzare concretamente le infrastrutture da tempo promesse».
Un tema, quello delle infrastrutture, che è al centro della strategia del governo nazionale. «I trasporti e la logistica - ha evidenziato il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Bartolomeo Giachino - costituiscono un terzo delle possibilità di ripresa». «Negli ultimi dieci anni - ha rilevato il rappresentante dell'esecutivo intervenendo all'assemblea - il Nord-Ovest ha perso la spinta propulsiva per l'economia italiana ed è cresciuto come il resto del Paese». «Il Nord-Ovest - ha aggiunto - può crescere di più solo con il potenziamento delle infrastrutture logistiche e trasportistiche».
Secondo il presidente dell'ente portuale genovese, invece, «si continua a girare lo stesso film, mentre il copione è cambiato». Per Merlo è necessario mettere in campo una «forte capacità innovativa». Al contrario, proprio sul fronte delle infrastrutture - ha detto - si ravvisano «nuovi fenomeni molto preoccupanti»: il presidente della Port Authority si riferisce in particolare alla necessità di far fronte alla realizzazione di nuove infrastrutture ricorrendo alle risorse proprie dell'ente perché - ha precisato - «com'è noto quest'anno trasferimenti dal governo non ce ne sono». Merlo ha sottolineato anche gli elementi di forte preoccupazione determinati dall'impatto della crisi edilizia sulle opere portuali: in precedenza - ha spiegato - alle gare partecipavano dieci aziende, mentre ora i partecipanti sono cento e propongono ribassi fino al 40%. Merlo ha affermato anche la necessità di uno snellimento della burocrazia, ad esempio con l'istituzione dello sportello unico doganale, che - ha ricordato - «da quattro anni è fermo alla presidenza del Consiglio», e con la semplificazione delle procedure relative alle concessioni demaniali, per le quali «sono sufficienti tre modifiche al Codice della Navigazione».
Inoltre il presidente dell'Autorità Portuale di Genova ha manifestato preoccupazione circa l'impatto della recessione sul comparto marittimo-portuale, settore - ha osservato - che subirà effetti negativi anche uno o due anni dopo l'avvio della ripresa dell'economia. In particolare Merlo ha espresso il timore che ad altri operatori del comparto, tra cui gli spedizionieri, possa accadere ciò che in passato è accaduto al settore armatoriale che a Genova - ha ricordato - pur conservando imprese di eccellenza, ha notevolmente ridimensionato la sua consistenza. L'assioma «piccolo è bello - ha concluso - non funziona più».
Tra le misure utili a fronteggiare la crisi, il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ha evidenziato la necessità di «mettere in campo nel più breve tempo possibile le risorse di cui disponiamo». Il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, elencando le iniziative che l'amministrazione comunale ha avviato per contribuire allo sviluppo e all'efficienza del porto, ha plaudito l'esigenza di cambiamento sottolineata da Roberta Oliaro. Il presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto, cogliendo anch'esso una «voglia di cambiamento», si è dichiarato «iscritto al partito degli ottimisti».
Questa voglia di cambiamento intesa dagli esponenti delle istituzioni locali non è avvertita invece dalle imprese con cui inforMARE dialoga, che lamentano un irrigidimento degli enti pubblici di fronte alla crisi. Al di là degli intenti del ministro alla Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, per certi versi ritenuti meritori per altri persecutori, la parte pubblica non sembra essere disposta a cogliere la fase negativa quale occasione per incrementare la propria efficienza. Le imprese private sentono, ancora una volta, di essere le sole a dover affrontare l'impatto della crisi.
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