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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 15 LUGLIO 2019
TRASPORTO MARITTIMO
I PESI MASSIMI DEL TRASPORTO MARITTIMO RISCHIANO DI FALLIRE
GLI OBIETTIVI DEL CLIMA
Secondo la CDP (Carbon Disclosure Project), i pesi massimi del
trasporto marittimo mondiale non stanno investendo nelle tecnologie
essenziali per ridurre la propria impronta di carbonio, mettendo il
settore a rischio di fallire gli obiettivi finalizzati a ridurre del
50% entro il 2020 le emissioni di gas serra.
La rivelazione è nel nuovo rapporto "A Sea Change":
della CDP, organizzazione senza fini di lucro e fornitore di
ricerche sugli investimenti.
Il rapporto elenca 18 delle maggiori compagnie di navigazione
quotate in borsa che rappresentano 62 miliardi di dollari di
capitalizzazione nel mercato, riguardo alla preparazione aziendale
in vista della transizione al basso contenuto di carbonio.
Il trasporto marittimo rappresenta sino al 3% delle emissioni
globali ed il 10% delle emissioni del trasporto - grosso modo le
stesse del trasporto aereo - e fa parte integrante dell'economia
mondiale, trasportando circa l'80% dei traffici mondiali quanto a
beni materiali.
Il trasporto merci via mare è la modalità meno
intensa quanto ad emissioni per movimentare i carichi, ma la domanda
di noli è in ascesa, cosa che richiederà che il
settore riduca rapidamente le proprie emissioni di carbonio.
Nel contesto della recente strategia dell'IMO di ridurre della
metà entro il 2050 le emissioni di gas serra del settore, c'è
la accresciuta pressione sulle compagnie di navigazione affinché
adottino un approccio a lungo termine al fine di contenere la
propria impronta di carbonio.
Finora la Maersk, la HMM e la NORDEN sono state le più
ambiziose nello stabilire obiettivi a lungo termine per ridurre le
emissioni di carbonio, in coerenza con la strategia dell'IMO.
Tuttavia, il rapporto constata che esiste un divario fra le
tecnologie neutrali quanto al carbonio all'avanguardia a
disposizione delle compagnie di navigazione e le forme di
innovazione che esse stanno sviluppando.
L'analisi della CDP in ordine alle innovazioni in campo
marittimo riscontra che solo tre di loro stanno attivamente
sviluppando tecnologie che possano avere un impatto trasformante sul
settore.
Compagnie di navigazione come la NYK stanno lavorando allo
sviluppo di navi ad emissioni zero per il 2050, mentre la Maersk e
la NORDEN stanno attivamente precorrendo l'uso di biocarburanti "di
seconda generazione" prodotti da fonti di rifiuti come l'olio
di cottura.
Le più diffuse tendenze innovative attualmente si
concentrano su tecnologie e carburanti che procurano miglioramenti
solo marginali.
La lenta navigazione - vale a dire rallentare le navi in modo
significativo al di sotto della loro velocità massima - è
una importante soluzione a breve termine in grado di ridurre le
emissioni di carbonio sino al 30%.
È stato riscontrato come 13 delle 18 compagnie di
navigazione abbiano una politica formale di lenta navigazione, far
le quali K Line, HMM, Euronav e COSCO S. H. che hanno istituito
politiche di "navigazione super-lenta".
Per quanto la lenta navigazione sia positiva a breve termine,
potrebbe comportare l'effettuazione di un numero maggior di viaggi
per soddisfare la crescita della domanda, intaccando le riduzioni di
emissioni conseguite rallentando le navi.
La ricerca ha inoltre constatato che, mentre le compagnie di
navigazione containerizzate che trasportano merci come abbigliamento
ed alimentari sono resilienti rispetto alle tendenze di
decarbonizzazione a lungo termine, si trovano peraltro sempre più
di fronte a controlli e pressioni poiché i loro clienti
puntano a tagliare le emissioni derivanti dalla propria filiera
distributiva.
D'altro canto, le compagnie di navigazione specializzate in
rinfusiere e petroliere che trasportano carburanti fossili ed altre
derrate devono affrontare il rischio derivante dai cambiamenti della
domanda per questi prodotti dovuti alle più ampie tendenze
alla decarbonizzazione.
Carole Ferguson, responsabile per le ricerche sugli investitori
della CDP, commenta: "Le compagnie di navigazione devono
affrontare un cambiamento epocale all'orizzonte.
Sulla base delle attuali tecnologie, il trasporto merci
marittimo è una delle modalità di trasporto con
emissioni meno spinte e pertanto è decisivo per la
transizione al basso contenuto di carbonio.
Ma man mano che l'economia globale cresce, il settore potrebbe
rappresentare il 17% delle emissioni globali entro il 2050 se non si
facesse nulla.
Nel contesto degli obiettivi dell'IMO, il settore ha bisogno di
indurre la collaborazione con i produttori di navi e di tecnologie
di trasporto marittimo per sviluppare le innovazioni che facciano
compiere un salto di qualità per potere avere qualche
possibilità di rispettare questi obiettivi.
In altro contesto, la nostra recente analisi del settore dei
beni d'investimento mostra che questi produttori sono molto più
concentrati sulla trasformazione della generazione di energia e su
altre aree del trasporto che sulle soluzioni tecnologiche per il
settore dello shipping.
Anche se è promettente vedere che le principali compagnie
di navigazione si stanno dando da fare, con la Maersk e la HMM che
hanno stabilito obiettivi di emissioni zero per il 2050 e stanno
valutando carburanti alternativi, occorre che l'onere sia a carico
dell'intero settore se si vuole mettere in moto il passaggio ad un
futuro a basso contenuto di carbonio".
Hapag-Lloyd ha effettuato un altro investimento nel settore dei
terminal portuali, settore in cui la compagnia di navigazione
containerizzata tedesca è recentemente entrata
prepotentemente...
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