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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 30 SETTEMBRE 2019
TRASPORTO INTERMODALE
TRASPORTATORI INTRAPPOLATI NEI PORTI, 150 KM DI CODE ED UN
CIRCOLO VIZIOSO PER LE AZIENDE: MESSO A NUDO IL 'PIANO' PER LA
BREXIT DEL GOVERNO DEL REGNO UNITO
La persistente commedia degli errori della Brexit potrebbe
vedere gli autisti bloccati nei porti ad entrambi i lati della
Manica in conseguenza del fallimento in corso da parte del governo
britannico per quanto attiene alla sua preparazione e ad appropriate
indicazioni.
Il responsabile della politica globale ed europea presso la FTA
(associazione trasporto merci) Pauline Bastidon ha dichiarato a The
Loadstar di temere che gli autisti possano cadere in un circolo
vizioso in conseguenza dei divergenti processi doganali senza
accordo.
"Ai sensi dei programmi, la documentazione per le
esportazioni dirette a Calais sarà preinserita nei sistemi
informatici, con l'idea di validarla in seguito una volta che questi
veicoli siano stati imbarcati sui traghetti" afferma.
"Alcuni sistemi informatici sono pronti a farlo, ma altri
non lo sono, il che significa che dal lato di Calais gli autisti
potrebbero ritrovarsi con spedizioni non sdoganate che li
intrappolerebbero in porto".
Gli autisti che dovessero incappare in questo impiccio non
disporrebbero della corretta documentazione per far ritornare le
spedizioni nel Regno Unito, lasciandogli l'opzione di restare nel
porto francese oppure di abbandonare il proprio carico.
Lasciare il proprio carico a Calais naturalmente farebbe
incorrere in addebiti per controstallie, cosa che apporterebbe i
suoi problemi.
"Ciò pone un vero e proprio circolo vizioso per gli
autisti e ci sono diversi problemi a questo riguardo poiché i
trasportatori di per se stessi non sono responsabili della mole di
documenti" afferma la Bastidon.
"Di queste carte sono responsabili le imprese e non i
trasportatori o gli autisti ed occorre che il governo faccia un
lavoro migliore perché ciò sia noto".
La Bastidon aggiunge che in reazione alla confusione i
trasportatori potrebbero rifiutare le spedizioni per paura di cadere
in un tale impiccio.
Questa opinione è stata ripresa dal responsabile delle
dogane ed imposte alla Gefco, Olivier Thourad, che nota che
potrebbero esserci anche enormi code dal lato di Dover della
traversata della Manica.
"Esiste il concreto rischio di ritrovarsi con un mucchio di
camion in attesa dal lato del Regno Unito perché, pur avendo
la documentazione di esportazione del Regno Unito, gli manca la
documentazione dell'Unione Europea" ha dichiarato Thourad a The
Loadstar.
"E ci sono solo 100 posteggi a Dover, mentre dal lato di
Calais ci sono posteggi per 50 veicoli in attesa, e se dovessero
uscire per andare a Calais potrebbero anche doversi fermare là".
I timori di Thourad corrispondono alle previsioni contenute nei
documenti governativi riservati visti dal Financial Times, i
quali suggerivano che le colonne fuori da Dover potrebbero
estendersi per 150 km.
Un modo ovvio per evitare ciò sarebbe quello di poter
disporre di agenti doganali addestrati che preparino la
documentazione per i caricatori.
Tuttavia, il governo del Regno Unito è stato lento nel
riconoscere tale modalità e poiché l'addestramento
richiede due anni per essere completato, il paese si trova a
fronteggiare una carenza di nuovi assunti addestrati.
Thourad sottolinea che occorre che gli autisti vengano resi
consapevoli di che cosa sia "esattamente" richiesto per la
movimentazione di una spedizione, aggiungendo che anche la sua
società ha avvisato i clienti.
Ma le PMI dello stesso settore non sono in condizione di
assumere agenti doganali pienamente qualificati quale misura di
emergenza nel caso di una Brexit senza accordo.
"Ai caricatori viene detto che essi devono provvedere da sé
alla documentazione doganale ovvero di trovare intermediari che
possano farlo per loro conto" afferma la Bastidon.
"Solo che non ci sono intermediari, o ce ne sono
pochissimi, in particolare per i caricatori PMI, il che significa
che essi dovranno battersi per trovare clienti che vogliano
dialogare con loro.
"Come gli autisti, essi si trovano in un circolo vizioso
dal momento che hanno bisogno di agenti doganali od intermediari, ma
il governo non riesce ad assicurare i mezzi per conseguirlo".
Ora, sapendo poco di quanto efficaci saranno le misure di
attuazione, ci sono stati segnali secondo i quali anche i porti al
di fuori del Kent rifiuteranno i camion senza documentazione
probante.
I piani dell'Operazione Zigolo Giallo del governo del Regno
Unito pubblicati la settimana scorsa suggeriscono un "basso
rischio di notevoli e sostenute code presso i porti al di fuori del
Kent che hanno elevati volumi di traffico dell'Unione Europea".
Ma le carte del Dipartimento dei Trasporti viste dal Financial
Times presuppongono che questo accadrebbe solo perché decine
di migliaia di camion verrebbero respinti per mancata conformità".
I documenti, contrassegnati come "riservato/ufficiale",
suggeriscono che sulla scia di una Brexit brusca ci si potrebbe
aspettare che i porti di Liverpool, Holyhead e Portsmouth respingano
due terzi dei camion.
In risposta al rapporto, il consigliere Gerald Vernon-Jackson,
leader del consiglio municipale di Portsmouth, ha dichiarato a The
Loadstar che i suoi collaboratori "da mesi" avvertono
al riguardo.
"Abbiamo detto al governo per mesi e mesi che ci sarebbero
state perturbazioni ed ora la documentazione prova che le nostre
preoccupazioni sono giustificate" afferma Vernon-Jackson.
"Le nostre richieste sono sempre state finalizzate a fare
chiarezza in ordine alla situazione, a far sì che il governo
apprezzasse il ruolo del porto di Portsmouth e ad ottenere
finanziamenti appropriati".
Questa mancanza di coinvolgimento da parte del governo ha
indotto il consiglio ed il porto ad intraprendere iniziative per
proprio conto allo scopo di far sì che il porto sia del tutto
preparato. Il suo LRF (Local Resilience Forum) ha individuato le
questioni che il porto e la città devono affrontare e sono
stati attuati piani, finanziati dal consiglio, allo scopo di gestire
i camion fuori dal porto.
Aggiunge Vernon-Jackson: "Abbiamo sempre saputo che
l'incertezza riguardo alla documentazione cartacea avrebbe causato
problemi e abbiamo preso seriamente le nostre responsabilità
per essere sicuri di essere preparati".
The Loadstar in precedenza aveva riferito che Portsmouth stava
accrescendo il numero degli agenti doganali presso i propri
impianti, ma sembra che questo non sia stato fatto in modo uniforme
in tutto il Regno Unito.
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