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Bruxelles invia pareri motivati a 21 Stati UE per la mancata attuazione del primo pacchetto ferroviario
Sono Austria, Belgio, Germania, Danimarca, Estonia, Grecia, Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria
8 ottobre 2009
Oggi la Commissione Europea ha inviato un parere motivato a 21 Stati dell'UE che non hanno attuato correttamente la legislazione comunitaria sulla liberalizzazione del trasporto ferroviario nota come “primo pacchetto ferroviario” (inforMARE del 22 dicembre 2000 e 14 marzo 2003). Si tratta di Austria, Belgio, Germania, Danimarca, Estonia, Grecia, Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria, nazioni nelle quali - secondo Bruxelles - occorre tuttora risolvere questioni importanti per l'apertura dei mercati ferroviari alla concorrenza.
In particolare, nei pareri motivati inviati oggi la Commissione sottolinea diverse carenze nell'attuazione delle direttive sulla materia (direttiva 91/440 modificata, 95/18 modificata e 2001/14), fra cui: la mancanza di indipendenza del gestore dell'infrastruttura dagli operatori ferroviari; l'attuazione in misura insufficiente delle disposizioni della direttiva sulla tariffazione per l'accesso alle linee ferroviarie, fra cui l'assenza di un regime per migliorare le prestazioni della rete ferroviaria; la mancanza di incentivi per il gestore dell'infrastruttura a ridurre i costi e le tasse e di un sistema di tariffazione basato sui costi diretti dei servizi ferroviari; la mancata istituzione di un organismo indipendente di regolamentazione dotato dei poteri necessari per risolvere i problemi di concorrenza nel settore ferroviario.
La Commissione ha ricordato che alcuni dei 24 Stati membri che nel giugno 2008 hanno ricevuto una lettera di costituzione in mora hanno modificato la legislazione nazionale per adeguarsi al diritto comunitario. Tuttavia - ha rilevato la Commissione - a più di un anno dall'invio di tali lettere, nonostante i progressi registrati in quasi tutti gli Stati membri, la legislazione della maggioranza degli Stati non è ancora pienamente conforme alle direttive UE.
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