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Confetra, la bozza di decreto legislativo sui servizi postali contiene «alcune disposizioni di assoluta retroguardia»
Lettera di Fausto Forti al presidente del Consiglio e al ministro dello Sviluppo economico
21 dicembre 2010
inforMARE - Confetra (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica) denuncia la presenza di «alcune disposizioni di assoluta retroguardia» nella bozza di decreto legislativo che il governo si appresta a varare domani a recepimento della direttiva europea 6 del 2008 che modifica la direttiva 67 del 1997 relativa al pieno completamento del mercato interno dei servizi postali comunitari. La direttiva entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio e dovrebbe sancire la piena liberalizzazione di tali servizi.
Confetra sottolinea che «non solo infatti tutto il settore dei corrieri espressi, per definizione non rientrante nel Servizio Postale Universale, potrà essere assoggettato a un'illegittima tassazione fino al 10% dei ricavi, ma sarà tenuto al rispetto di una contrattazione collettiva di riferimento del tutto estranea - storicamente e sindacalmente - al mondo della logistica cui esso appartiene».
Il presidente di Confetra, Fausto Forti, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e al ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, nella quale evidenzia come il provvedimento non sembri essere rispettoso dei principi di liberalizzazione voluti dall'Europa. In particolare, Forti rileva che «l'obbligo di contribuire al Fondo di compensazione (che serve a garantire l'espletamento del Servizio Universale) non può essere esteso ai titolari di autorizzazione generale, che per definizione esplicano servizi estranei al Servizio Universale». Inoltre, «l'ammontare dei contributi dovuti dai titolari di autorizzazione generale per il finanziamento della nuova Autorità di Regolamentazione deve essere nettamente inferiore all'ammontare dei contributi dovuti dai titolari di licenza individuale, come avvenuto fino ad oggi per il finanziamento della corrispondente autorità ministeriale; l'attività svolta dall'autorità in merito ai titolari di autorizzazione generale è infatti del tutto residuale». Infine, «secondo i principi di libertà sindacale sanciti dalla Costituzione, non può esistere alcuna contrattazione collettiva di riferimento cui dovrebbero attenersi tanto i titolari di licenze individuali, quanto a maggior ragione i titolari di autorizzazioni generali». (iM)
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