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La privatizzazione dei servizi porrà rimedio alla disorganizzazione dei porti algerini
La liberalizzazione deve seguire cinque tappe fondamentali. L'esperienza della Rogge Marine Consulting nella privatizzazione dei porti indonesiani, dell'India e dell'Argentina
7 marzo 2000
Secondo l'Istituto per l'Economia e la Logistica di Brema nei prossimi vent'anni il traffico marittimo raddoppierà passando da 4,8 a 8,6 miliardi di tonnellate. Da questo dato emerge l'importanza dei porti, vere e proprie cerniere di collegamento tra mare e terra, tra trasporto marittimo e trasporto terrestre.
Puntando su questo dato Manfred Menzel, rappresentante della Rogge Marine Consulting GmbH di Brema, nel corso del seminario su "Privatizzazione e sviluppo dei porti" che si è svolto ad Algeri, ha messo in luce l'esperienza del suo gruppo nella privatizzazione dei porti indonesiani, dell'India e dell'Argentina.
E' molto importante, secondo Menzel, il procedimento che viene adottato per passare alla liberalizzazione del regime portuale. La privatizzazione del porto di Buenos Aires è durata otto anni, mentre in Lituania sono stati necessari soltanto sedici mesi.
Il procedimento di liberalizzazione, ha affermato Menzel, deve seguire cinque tappe fondamentali: la valutazione dei beni immobili e finanziari; la trasformazione attraverso il potenziamento dei valori strategici del porto; la creazione di un ambiente favorevole all'aumento delle possibilità di successo; le procedure di trasferimento e la post-privatizzazione. L'applicazione di questi elementi deve obbedire alla decentralizzazione, alla deregolamentazione e alla liberalizzazione delle attività portuali.
Nei porti privatizzati le funzioni dello Stato devono riguardare la sicurezza, l'igiene, la gestione dei beni immobili, la pianificazione, le relazioni pubbliche e il controllo dell'immigrazione.
Per meglio definire i confini entro i quali devono svolgersi le attività delle due parti, quella pubblica e quella privata, dev'essere lo Stato a fornire ai privati un piano dettagliato sulle rispettive funzioni.
E' inoltre indispensabile che venga stabilito un quadro di concertazione tra Stato e privati per definire un plafond d'investimenti e la politica tariffaria.
L'esperto della Rogge Marine Consulting ha messo in evidenza le difficoltà incontrate dai porti algerini, in particolare da quello di Algeri, dove un container può attendere di essere movimentato anche per un mese. I porti algerini sono attualmente in grado di "trattare" solamente la metà dei carichi che transitano in Algeria, mentre il 70% del commercio estero algerino prende la via delle stive di navi straniere.
«Poiché è indispensabile che nei prossimi cinque anni voi raddoppiate la capacità di traffico dei vostri porti - ha detto Menzel - e tenendo conto che le casse dello Stato sono vuote, non esiste alternativa alla privatizzazione delle banchine».
E' tuttavia necessario ricordare che le attività portuali saranno oggetto della separazione dei servizi pubblici da quelli commerciali, secondo la legge 98.05 che in effetti apre il campo d'azione ai privati.
Un ufficio internazionale di ricerca e di studio è già stato incaricato di proporre il miglior schema di riorganizzazione delle attività portuali.
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