Il grado di connessione dei porti italiani alla rete mondiale
dei servizi marittimi containerizzati si è notevolmente
sfilacciato nel terzo trimestre di quest'anno. Il Liner Shipping
Connectivity Index (LSCI), l'indice realizzato dalla Conferenza
delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) per
definire il grado di integrazione di una nazione nel network dei
servizi di linea mondiali e che ha come riferimento l'indice fissato
a 100 per il valore medio della connettività portuale nel
primo trimestre del 2023, indica per il terzo trimestre del 2024 un
valore 283,4 per i porti italiani, con una diminuzione del -2,7% sul
terzo trimestre del 2023 e un calo del -1,0% sul secondo trimestre
del 2024.
Inoltre l'UNCTAD ha creato il Port Liner Shipping Connectivity
Index (PLSCI), che definisce l'integrazione di un singolo porto
nelle reti di servizi marittimi di linea globali. Nel terzo
trimestre di quest'anno, tra i porti italiani con la migliore
connessione alla rete globale dei servizi di linea, l'indice PLSCI
relativo al porto di Genova è risultato di 411,7, in calo del
-6,8% sul terzo trimestre del 2023. A seguire i porti di Gioia Tauro
con un indice di 315,5 (-5,6%), La Spezia con 262,3 (-5,3%), Salerno
con 184,9 (-9,6%), Livorno con 166,4 (-13,5%), Trieste con 156,0
(-0,2%), Napoli con 131,1 (-35,7%), Venezia con 112,3 (+5,3%), Vado
Ligure con 86,4 (-27,6%), Civitavecchia con 85,7 (-9,9%), Ravenna
con 83,2 (-1,0%), Ancona con 78,0 (-2,8%), Marina di Carrara con
26,5 (-21,6%) e Cagliari con 26,1 (-27,6%).
Tra le principali nazioni marittimi europee, nel terzo trimestre
di quest'anno sono risultati in crescita gli indici LSCI di Spagna
(indice 427,5; +2,3%), Regno Unito (375,7; +0,4%), Francia (264,9;
+0,2%), Portogallo (181,7; +3,5%), Polonia (128,2; +3,3%), Svezia
(117,8; +5,8%), Danimarca (88,1; +2,7%), Slovenia (76,7; +3,2%) e
Croazia (61,8; +1,1%), mentre, oltre all'Italia, hanno registrato
una diminuzione gli indici LSCI di Olanda (380,2; -3,3%), Belgio
(345,7; -4,4%), Germania (301,7; -5,1%), Turchia (275,2; -4,3%),
Grecia (177,4; -10,4%) e Malta (110,9; -12,1%).
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