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UN DOCUMENTO DEL CONSIGLIO TRASPORTI DELL'UE APPROVATO CON 14 VOTI A FAVORE
Contraria la Gran Bretagna, che non approva l'erogazione di aiuti pubblici per ridurre il costo del lavoro nel settore dei trasporti marittimi
27 dicembre 1996
L'ultimo Consiglio dei ministri dei Trasporti dell'UE sotto la presidenza irlandese ha messo in evidenza il distacco che esiste nella Comunità tra la Gran Bretagna e gli altri quattordici membri dell'Unione. Nel corso delle discussioni collegiali la Gran Bretagna adotta sempre le tecniche che solitamente si mettono in luce nel corso di riunioni negoziali indette per esplorare la possibilità di un accordo tra Stati antagonisti, e non alleati, o ancor più, come accade nel caso dell'UE, tra Stati facenti parte di un solo gruppo che si vorrebbe omogeneo.
L'ultimo Consiglio Trasporti ha adottato una Risoluzione che riprende gli orientamenti espressi dalla Commissione nella sua comnunicazione "verso una nuova strategia marittima" per metter fine al declino della flotta comunitaria, che ormai rappresenta solo il 14% del tonnellaggio mondiale. Nel documento la commissione aveva proposto:
assicurare il rispetto delle norme di sicurezza da parte di tutti gli Stati membri: le norme di sicurezza e di protezione dell'ambiente variano ora sensibilmente da Stato a Stato e falsano la concorrenza a livello mondiale;
mantenere aperti i mercati all'interno dell'UE e a livello mondiale per garantire ai trasportatori europei il libero accesso al mercato globale;
ristabilire la competitività della flotta comunitaria e rinsaldare l'occupazione, settori messi a malpartito dalla concorrenza delle bandiere di convenienza.
A questo punto il testo del documento sottolinea la necessità di adottare "misure positive", compresi aiuti pubblici tendenti a ridurre il costo dell'impiego di personale, o almeno ad avvicinarlo a quello delle flotte che battono bandiere diverse e concorrenti. Ebbene, proprio quest'ultimo punto ha suscitato discussioni a non finire per l'opposizione della Gran Bretagna, e infine le "Conclusioni della presidenza" che hanno ripreso questo passaggio voluto dalla Commissione sono state approvate da 14 Stati membri, Gran Bretagna esclusa. Il resto del documento ha avuto invece quindici voti favorevoli.
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