
UNIPORT e Assiterminal denunciano che, con una lettera che in
queste ore sta arrivando a tutte le imprese operanti nei porti di
Napoli, Salerno e Castellammare, l'Autorità di Sistema
Portuale del Mare Tirreno Centrale, in nome e per conto della
Regione Campania, sta richiedendo di corrispondere all'ente
regionale un'imposta sui canoni di concessione che per l'anno
corrente può variare dal 10% al 25% del canone annuo a
seconda della durata dell'atto di concessione, nonché gli
arretrati per i precedenti cinque anni.
«Il risultato - spiegano Pasquale Legora de Feo,
presidente di UNIPORT, e Tomaso Cognolato, presidente di
Assiterminal - è che gli operatori della logistica portuale,
crocieristica e dei collegamenti di cabotaggio della Campania entro
il 15 settembre prossimo (un termine assolutamente inusitato e senza
precedenti) si troveranno nella condizione di dover procedere al
pagamento di importi aggiuntivi a quanto dovuto per l'ordinario
canone di concessione demaniale. Per di più con la pretesa di
sanzioni aggiuntive, interessi e spese che potrebbero arrivare a
triplicare l'importo da pagare».
Secondo le due rappresentanze delle imprese portuali, «una
tale situazione costituisce l'ennesimo atto che va in direzione
contraria rispetto a un'esigenza di visione sistemica della
portualità nel Paese da tempo reclamata da tutto il cluster
marittimo portuale italiano, peraltro dopo che il recente Decreto
Infrastrutture non ha certamente appianato il contenzioso
sull'ingiustificato aumento del 2023. Evidente l'aggravio
ingiustificato di costi in una fase oggettivamente critica per gli
operatori portuali e un freno alla competitività delle
imprese. Sicuramente una condizione senza pari in altre Regioni
italiane, che rischia un effetto emulatorio e che altera di fatto la
capacità dei porti campani di competere in mercati che sono
di dimensioni ben più ampie del territorio di una singola
regione e in, alcuni casi, addirittura può mettere a rischio
investimenti programmati e livelli occupazionali».
UNIPORT e Assiterminal hanno reso noto che stanno già
valutando come agire e che non faranno mancare il loro supporto agli
operatori dei porti della Campania «per trovare in tutte le
sedi, giurisdizionali e politiche (regionali e nazionali) le
soluzioni idonee a salvaguardare la competitività delle
imprese ed a ristabilire condizioni concorrenziali, se non identiche
almeno compatibili, con quelle di imprese localizzate in altre
Regioni che operano negli stessi mercati nazionali e
internazionali».