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6 luglio 2022
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- Confitarma chiede di avere maggiore voce in capitolo
nell'attribuzione delle concessioni portuali
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- Mattioli: sempre un rappresentante dell'armamento nazionale
negli Organismi di Partenariato della Risorsa Mare e nelle
commissioni consultive locali
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La logistica è un asset strategico di ogni Paese, come è
stato evidenziato prima dall'impatto della pandemia di Covid-19 e
poi della guerra russo-ucraina sulle economie e sulle società
delle nazioni. Lo ha sottolineato il presidente della Confederazione
Italiana Armatori (Confitarma), Mario Mattioli, in occasione di
un'audizione tenutasi ieri presso la IX Commissione Trasporti della
Camera dei deputati nell'ambito della discussione sulle iniziative
per il mantenimento della proprietà italiana delle
infrastrutture portuali nazionali, per la semplificazione delle zone
economiche speciali (ZES) e delle zone logistiche speciali (ZLS) e
per il completamento delle infrastrutture di collegamento
nell'ambito della rete TEN-T.-
- «Logistica - ha specificato Mattioli - deve essere intesa
nel senso più ampio del termine ricomprendendo l'hardware
(infrastrutture, mezzi di trasporto) e il software (governance,
sistemi digitali e di comunicazione). Le navi e i porti, elementi
fondamentali della catena logistica - ha spiegato il presidente di
Confitarma - sono asset strategici ai fini dell'import-export delle
merci, della differenziazione delle fonti di approvvigionamento
energetico del Paese. Per questo, lo Stato deve essere consapevole
di tale strategicità e fare in modo che fenomeni inevitabili
e non necessariamente negativi, come la globalizzazione e
l'integrazione verticale delle attività logistiche, non
rappresentino un fattore di criticità che possa compromettere
la competitività delle imprese domestiche, l'occupazione e la
prosperità dei cittadini. Le scelte che verranno fatte
potrebbero rafforzare o indebolire la capacità di resilienza
del sistema logistico nazionale».
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- Riferendosi poi, in particolare, al settore armatoriale, il
presidente di Confitarma ha rilevato che l'obbligo imposto
dall'Unione Europea di riconoscere anche alle navi comunitarie i
benefici del Registro Internazionale previsti per la bandiera
italiana potrebbe comportare una sensibile riduzione della flotta
tricolore. «Ciò, a nostro avviso - ha detto Mattioli -
può essere evitato attraverso l'adozione di interventi di
sburocratizzazione, spesso a costo zero per l'erario, quali quelli
scaturiti nell'ambito del Tavolo del Mare istituito dal MIMS o
quelli previsti nel disegno di legge 3239, che riducono il
differenziale dei costi di gestione della bandiera italiana rispetto
alle bandiere comunitarie più competitive, valutabile in
100.000 euro all'anno a nave».
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- Mattioli si è soffermato anche sulle problematiche del
settore portuale, evidenziando quelli che ad avviso di Confitarma
sono i limiti di un sistema che affida alle Autorità di
Sistema Portuale e alle Autorità Marittime la gestione delle
concessioni, con la conseguente difficoltà di avere un quadro
omogeneo a livello nazionale. «La riforma dell'articolo 18
della legge 84/94, contenuta nel disegno di legge annuale per il
mercato e la concorrenza 2021 ora all'esame della Camera - ha
osservato Mattioli - va nella giusta direzione, ma occorre emanare
quanto prima il regolamento ministeriale e, soprattutto, prevedere
un coordinamento a livello centrale che valuti i singoli affidamenti
sotto il profilo della strategicità e della “indipendenza”
logistica nazionale rafforzando sotto tale profilo quanto
attualmente previsto in relazione alle competenze della Conferenza
nazionale di coordinamento delle AdSP, ma soprattutto allargando la
partecipazione agli stakeholder, in primis armatori e terminalisti».
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- Oltre a tenere conto della strategicità delle aree
portuali affidate in concessione e delle attività in esse
svolte, secondo Confitarma è quanto mai opportuno vigilare
attentamente anche sulle condizioni di accesso all'utilizzo di tali
infrastrutture in modo che questo possa avvenire in maniera
trasparente e non discriminatoria per gli operatori. «Le aree
portuali - ha affermato Mattioli - costituiscono un asset strategico
di collegamento tra infrastrutture a loro volta strategiche:
occorrono pertanto misure adeguate a vigilare su criteri trasparenti
e equi di attribuzione in concessione del loro utilizzo».
Riferendosi poi alla partecipazione degli armatori agli organi che
decidono dell'assegnazione di queste aree, ricordando che la legge
84/94 sui porti ha riservato alla categoria degli armatori un solo
rappresentante in seno a questi organismi e rilevando che «all'epoca
dell'adozione della citata normativa, a differenza di oggi, esisteva
una sola associazione in rappresentanza dell'armamento privato»,
noi - ha specificato Mattioli - «riteniamo sia necessario
apportare le opportune modifiche affinché l'associazione che
a livello locale rappresenta maggiormente l'armamento nazionale
(avente stabile organizzazione in Italia) possa sempre esprimere un
proprio rappresentante in seno agli Organismi di Partenariato della
Risorsa Mare delle Autorità di Sistema Portuale e nelle
commissioni consultive locali».
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- Mattioli ha concluso il suo intervento specificando che
Confitarma vede con favore lo sviluppo delle ZES e delle ZLS quale
elemento di attrazione di nuovi investimenti e di crescita per i
porti, in particolare quelli del Mezzogiorno, sempre più in
competizione con i porti della sponda meridionale del Mediterraneo.
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