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Servizio di Pianificazione e Programmazione

I Quaderni del Piano Generale dei Trasporti
(luglio 1999)

Politiche per la logistica e il trasporto merci: logistica e intermodalità



CAPITOLO 4 Il mercato dei servizi ferroviari e il problema dei valichi alpini: il caso svizzero

 

Introduzione

Non sembra opportuno individuare corrette azioni di policy a favore del trasporto combinato senza considerare le tendenze generali del mercato ferroviario in Europa e le strategie adottate dalle società ferroviarie internazionali, in particolare dei nostri partner principali (DB e SNCF).

L’applicazione delle direttive europee in materia di servizi ferroviari mediante l’accelerazione del processo di divisionalizzazione e societarizzazione di FS spa ha identificato in FS Cargo, la divisione merci delle FS, il gruppo che fornisce servizi per il trasporto delle merci destinati al mercato.

L’analisi delle politiche di business che FS Cargo intende realizzare non solo completa il quadro degli attori dell’universo dei servizi trasporto merci, ma pone anche una serie di problemi di ordine metodologico.

Il primo e il più importante problema riguarda i comportamenti delle società ferroviarie dopo l’emanazione della Direttiva 440/91 e la configurazione che il mercato sta assumendo a livello europeo, a seguito a tali comportamenti. L’analisi della struttura di gruppo e dei bilanci delle società ferroviarie europee (DB, SNCF), che rappresentano i principali partner commerciali delle ferrovie italiane, la lettura di vari documenti strategici, oltre alle dichiarazioni rilasciate in varie sedi dai vertici di FS, forniscono elementi sufficienti per comprendere il nuovo posizionamento sul mercato dei servizi che le medesime società sembrano aver scelto come strategia di lungo periodo.

 

 

4.1 Il rafforzamento delle società ferroviarie sul mercato

Il quadro che ne esce può essere delineato schematicamente nei seguenti punti:

limitate nella loro posizione monopolistica dalla Direttiva 440/91 le società ferroviarie tendono a costituire delle condizioni di maggiore presenza sul mercato utilizzando le risorse finanziarie a disposizione per allargare la gamma dei servizi sino alla fornitura di servizi integrati di logistica;

lo strumento principale utilizzato per posizionarsi sul mercato come operatori di trasporto 'a tutto campo' è quello delle acquisizioni di società che operano nel campo dei trasporti e della logistica (es. acquisizione da parte di SNCB, le ferrovie belghe, della società tedesca Thyssen Haniel Logistic e delle sue quote di partecipazione nella società Bahntrans, già di proprietà della DB, la ferrovia tedesca);

il consolidamento della presenza sul mercato avviene anche attraverso fusioni (es. NS Cargo e DB Cargo), joint ventures (es. FS Cargo e SBB Cargo) o accordi con altre società ferroviarie;

l’allargamento della gamma di servizi non esclude per il futuro anche lo 'sconfinamento' verso i servizi intermodali forniti sinora dalle società partecipate afferenti al gruppo UIRR e al gruppo Intercontainer-Interfrigo;

il nuovo posizionamento sul mercato comporta una concentrazione dell’offerta sulle tipologie di servizio proprie del core business storico delle società ferroviarie, cioè la tipologia cosiddetta "tradizionale" o a carro completo, la quale presenta un assetto di mercato molto diverso da quello dei servizi intermodali e tende ad una sempre maggiore specializzazione del materiale rotabile (per trasporto di auto, prodotti chimici sfusi, prodotti agro-industriali, prodotti alimentari a temperatura controllata, ecc.).

Nell’analisi di questi comportamenti più "aggressivi" e dinamici verso il mercato delle società ferroviarie viene privilegiata l’ottica della regolazione del mercato e si tende a mettere in luce il rischio della costituzione di monopoli di fatto, contraddittori allo spirito della Direttiva 440/91.

Questo punto di vista può impedire di capire la complessità dei fattori in gioco, perchè trascura in primo luogo le tendenze e le richieste della domanda.

 

4.1.1 La posizione dei 'caricatori'

Se le società ferroviarie effettuano scelte strategiche che le portano a diventare attori del trasporto 'a tutto campo', evidentemente ci deve essere una ragione in più rispetto a quella della difesa della loro posizione di monopolista. Tale motivazione è racchiusa negli atteggiamenti della domanda e nella forza di mercato degli attori che la compongono.

Due tipologie di attori si dimostrano oggi propensi a ritenere conveniente dal loro punto di vista il nuovo posizionamento delle società ferroviarie: i grandi gruppi manifatturieri con importanti localizzazioni produttive dislocate sul territorio europeo (auto, chimica, elettrodomestici, meccanica pesante, siderurgia) e le grandi compagnie marittime internazionali.

Il primo gruppo di attori è interessato ad accordi strategici con le società ferroviarie per i collegamenti interfabbrica (traffico 'tradizionale'). Il secondo gruppo è interessato ad accordi strategici con le società ferroviarie sia nel traffico a carro completo specializzato (es. auto), sia nel traffico container intermodale.

Le ragioni per le quali questi gruppi di attori, dotati di grande forza contrattuale sul mercato, vedono di buon occhio un accordo con le società ferroviarie sono evidenti:

il gruppo degli attori a vocazione manifatturiera non può aspettare che si sviluppi un mercato privato di 'altri' fornitori, ma ha l’urgenza di assicurarsi oggi, per i rispettivi collegamenti interfabbrica, una quota di offerta ferroviaria garantita ai costi più convenienti; questo gruppo di attori è dunque propenso a consolidare dei rapporti commerciali a lungo termine con le società ferroviarie;

il gruppo degli attori a vocazione marittima, dotati anch’essi di una grande forza contrattuale derivante dai volumi concentrati di merce che controllano, tende a saltare ogni agente di intermediazione tra la nave e il treno (sia esso il terminalista portuale, l’agente marittimo, lo spedizioniere o la stessa società di traffico intermodale), in modo da compensare con la riduzione dei costi delle operazioni terrestri la caduta dei noli marittimi; anche questo gruppo di attori tende ad instaurare un rapporto diretto con le società ferroviarie.

 

4.1.2 Altri fattori di scelta delle strategie di business: i nuovi competitors

Queste considerazioni, relative agli assetti di mercato che si vanno delineando, possono essere estese ad altri aspetti delle strategie di business delle società ferroviarie, per esempio alle fusioni con altre società ferroviarie e alle joint ventures.

La difesa della posizione monopolistica sul mercato non è l’unica chiave di lettura: va considerata anche la necessità, nel momento in cui si offrono servizi logistici, di poterli offrire a livello europeo, assicurando al cliente un solo interlocutore e una perfetta interoperabilità.

Da questo punto di vista, la citata prospettiva di joint venture tra FS Cargo e SBB Cargo, considerata l’importanza strategica per l’Italia del traffico di transito con la Svizzera e la necessità di risolvere a tempi brevi i problemi dell’interoperabilità ai punti di confine (problemi che limitano anche l’efficienza dei servizi di trasporto combinato), sembra corrispondere agli obiettivi generali del Nuovo PGT.

Un’altra considerazione è quella che riguarda la situazione di competitors in cui vengono a trovarsi le società ferroviarie, in concorrenza tra di loro. Un allargamento della gamma di servizi comporta in prospettiva un’estensione dell’area di mercato. Ciò significa che viene a rompersi l’equilibrio e la divisione dei ruoli che finora avevano retto i rapporti reciproci tra le società medesime. Questo equilibrio era fondato sul principio che ogni attore nazionale padroneggiava all’interno del proprio mercato domestico.

Le società ferroviarie si troveranno in competizione sui medesimi mercati, DB Cargo, per esempio, cercherà di affermarsi su tutti i mercati, compreso quello italiano, offrendo dei servizi in concorrenza con altri, FS Cargo compresa, e viceversa. Il quadro dei servizi ferroviari che ha resistito dal dopoguerra ad oggi verrà completamente trasformato.

Non ci si può esimere dal formulare un giudizio sulle prospettive future e dall’analizzare la strategia di business di FS Cargo anche da questo punto di vista, nè si possono trascurare valutazioni circa le conseguenze sugli assetti futuri del mercato italiano, che rischia di essere sempre più invaso da concorrenti stranieri.

Alla dinamicità con cui alcune società ferroviarie europee, in particolare la tedesca DB, aggrediscono i mercati esteri, non può far riscontro un comportamento passivo da parte di FS Cargo o di altri attori disposti ad entrare sul mercato.

Se la politica di regolazione del mercato deve garantire a tutti gli aspiranti utenti possibilità di accesso al mercato a pari condizioni, va anche sottolineato che, stante i rapporti di forza oggi esistenti sul mercato, i primi a cogliere le opportunità della liberalizzazione sul mercato italiano saranno i gruppi ferroviari delle reti estere.

La concorrenza più agguerrita porterà a un miglioramento della qualità del servizio e probabilmente a una caduta dei prezzi, ma proprio queste sono le condizioni che possono favorire chi è più forte oggi sul mercato, chi dispone dei maggiori strumenti per offrire una gamma di servizi completi, o chi dispone dei maggiori volumi ed è in grado con economie di scala di proteggere la redditività dell’impresa in uno scenario di prezzi in declino.

In questo scenario tendono ad alzarsi le barriere all’ingresso.

E’ anche questa la considerazione che porta oggi le società ferroviarie europee ad attuare strategie di business che possano 'giocare d’anticipo' sulla liberalizzazione e creare condizioni di mercato che rendano sempre più difficile ai 'nuovi entranti' presentare un’offerta competitiva. Tra queste strategie di business quella di stabilire accordi a lungo termine con i grandi 'caricatori' dell’industria manifatturiera nel traffico 'tradizionale' a carro completo sembra la più evidente.

Un altro fattore estremamente importante nelle strategie di business delle società ferroviarie europee oggi è il contenimento della concorrenza di una nuova categoria di competitors, rappresentata dalle società proprietarie dei carri. Queste società stanno attuando una strategia di forte riposizionamento sul mercato: da fornitori di materiale rotabile specializzato, essi stanno assumendo il ruolo di 'operatori logistici chiavi in mano'.

I vantaggi competitivi su cui possono far leva sono molteplici: la disponibilità della risorsa più costosa (il materiale rotabile specializzato); il know how ferroviario accumulato negli anni; le storiche relazioni con i grandi gruppi manifatturieri; i nuovi servizi finanziari che il mercato sta offrendo a questi operatori. Inoltre, le società proprietarie di carri conoscono il mondo ferroviario così come le esigenze del cliente, e possono offrire su certi mercati (quelli caratterizzati da grossi clienti come l’auto o la chimica) un servizio di logistica integrata.

I segnali che vengono dal mercato sono molto eloquenti: le nuove società finanziarie americane che dal 1995-‘96 hanno fatto la loro comparsa sul mercato europeo della logistica, operano già come merchant bank nel settore delle società proprietarie di carri ferroviari.

 

4.1.3 Le società ferroviarie tra vincoli di bilancio e logiche d’impresa

I comportamenti delle società ferroviarie europee non si spiegano soltanto con il rafforzamento della loro posizione sul mercato, ma anche con una serie di vincoli che i governi hanno posto alle medesime in termini di risanamento dei bilanci.

Laddove, come in Italia negli anni della stretta monetaria e fiscale, il risanamento dei bilanci è stato considerato obiettivo prioritario da raggiungere, la politica delle ferrovie nel settore delle merci ha dedicato attenzione soprattutto ai costi e alle politiche tariffarie, considerata eccessiva da numerosi utenti. La critica da parte degli utenti si è rivolta soprattutto alla politica tariffaria e alla politica commerciale nei traffici combinati (casse mobili, semirimorchi, container), arrivando a prospettare una crisi delle modalità di trasporto maggiormente competitive con il modo stradale e quindi ecocompatibili.

In realtà, scontati i fattori congiunturali, nel biennio 1997/98, quando le nuove politiche commerciali hanno cominciato ad essere praticate alla clientela, non si è verificato un significativo calo del traffico, anzi sono stati raggiunti risultati positivi con un incremento dei volumi di merce trasportata (da 76,4 milioni di tonnellate del 1996 a 84 milioni del 1998). La flessione nel traffico combinato, peraltro non generalizzata se si guarda a tutte le società UIRR (v. Cap. 4) è da attribuirsi sia a fattori congiunturali (flessione della domanda), sia ad una maggiore competitività dell'autotrasporto internazionale.

Per affrontare tuttavia il problema con il taglio proprio del capitolo sui servizi merci e la logistica, occorre distinguere tre ordini di problemi:

il problema della redditività del servizio,

il problema dei singoli mercati di riferimento nelle tre tipologie di traffico fondamentali (casse mobili/semirimorchi, container, tradizionale), e

il problema del ruolo complessivo dei servizi ferroviari in termini di sostenibilità ambientale e di competitività del sistema-paese.

 

Il problema della redditività del servizio

Il problema della redditività del servizio è ancora irrisolto a livello europeo e tale è destinato a restare, finché le società ferroviarie, divenute a pieno titolo imprese di servizi, non saranno in grado di valutare esattamente i loro costi industriali al pari di ogni società privata di servizi di trasporto.

Nell’impossibilità (o incapacità) di calcolare i propri costi, le società ferroviarie affrontano il vincolo di bilancio con lo strumento più semplice, la leva tariffaria che si compone essenzialmente di due voci: la leva diretta (aumenti delle tariffe, riduzioni degli sconti) e la leva indiretta (modifica delle condizioni previste nelle convenzioni con le società partecipate, modifica delle condizioni di vendita agli utenti privati in termini di acquisto treni, penali, premi assicurativi ecc.). Anche in Italia ciò si è verificato: l’introito medio della tonn/km è passato da Lit 58,1 del 1990 a Lit 53,3 del 1997, per risalire a Lit 55,7 nel 1998.

Nell’ambito delle valutazioni sui servizi di trasporto non spetta al PGT infierire sulla politica tariffaria della società ferroviaria, essendo questa una sfera riservata alla sua autonomia. Va comunque sottolineata l’urgenza di portare a termine il processo di societarizzazione per consentire a FS Cargo di svolgere una politica di bilancio non più basata esclusivamente sulla leva tariffaria ma sulla riduzione dei costi.

 

La specificità italiana nel trasporto combinato

Come viene evidenziato dall’analisi dell’offerta di servizi attuali, gli attori principali di questo mercato sono le società UIRR (Union Internationale Rail Route). Nelle società UIRR le società ferroviarie nazionali hanno partecipazioni non di controllo, essendo la maggioranza degli azionisti società private utenti del trasporto combinato (spedizionieri, corrieri, autotrasportatori, MTO, caricatori). Le società ferroviarie nazionali detengono invece una posizione di monopolio a livello commerciale (acquisto dei treni, assegnazione delle tracce orarie).

Le FS offrono due tipi di contratto d’acquisto: treni completi che viaggiano su tracce scelte dagli operatori (IQS) e gruppi di carri che viaggiano su treni e tracce scelti da FS.

I possibili utenti del trasporto combinato (TC) di casse mobili rappresentano un universo molto variegato e articolato e i volumi che trasportano sono meno concentrati che nel TC di container. Il TC di casse mobili e semirimorchi è molto sensibile alle variazioni di prezzo del trasporto stradale e, stante le condizioni attuali di mercato, dove i prezzi del trasporto su strada internazionale sono in calo, anche una lieve modificazione tariffaria può indebolire la competitività del TC.

Nessun operatore di trasporto intermodale ha oggi in Italia la licenza d’impresa ferroviaria e non può quindi acquistare direttamente le tracce dalla Rete. Avendo il monopolio commerciale, le società ferroviarie possono influire indirettamente sulla quantità e le caratteristiche qualitative dell’offerta, mentre il regime di convenzione consente di influire indirettamente sulla redditività della società partecipata.

La questione principale risiede nel fatto che tutte le società ferroviarie europee lamentano una scarsa redditività del TC in termini di ricavi. La ragione di fondo sta nella politica degli Stati: hanno incoraggiato una politica commerciale delle società ferroviarie, tesa a perseguire l’obiettivo di calmierare i prezzi del trasporto su strada mediante un’offerta a basso prezzo di TC, piuttosto che l’obiettivo di ottimizzare la redditività del servizio.

In questo quadro omogeneo a livello europeo esiste tuttavia una specificità italiana: Solo in Italia il TC è stato così fortemente (e positivamente) condizionato dalle politiche di stati confinanti che ponevano vincoli al transito dei veicoli stradali e dalla configurazione del territorio che, chiuso dalla cerchia alpina a Nord ed esteso longitudinalmente al Sud, sembra fatto apposta per assegnare al TC un vantaggio competitivo rispetto alla modalità stradale.

Il TC italiano di casse mobili e semirimorchi ha potuto così svilupparsi e diventare in breve tempo il primo in Europa in termini di traffico cross border e il secondo in termini di spedizioni, passando dal 14,8% del traffico totale ferroviario agli inizi degli anni Novanta al 22,6% nel 1998. Ne consegue che il TC di casse mobili e semirimorchi rappresenta una risorsa insostituibile del sistema-paese e una modalità di trasporto particolarmente adatta a superare i vincoli naturali costituiti dai valichi alpini.

Secondo una stima sull’equivalente di trasporti stradali offerto oggi dal TC al sistema-Paese nel traffico internazionale, esso ha raggiunto nel 1998 l’equivalente di 502.000 trasporti stradali pesanti; valutando una saturazione dell’offerta intorno al 90%, ciò significa che il TC ha sottratto ai valichi stradali di confine nel 1998 circa 450.000 trasporti pesanti.

Il sistema dei servizi di trasporto nazionali e internazionali in Italia non può quindi rinunciare a una risorsa così preziosa e il PGT dovrà avanzare tutte le proposte di policy necessarie ad impedire un indebolimento di tale risorsa.

Se l’attraversamento dei valichi alpini, come ha evidenziato la tragedia del Monte Bianco, dovesse dipendere in maniera eccessiva dalle incognite del trasporto su strada, visti i limiti infrastrutturali nel breve periodo, dovremmo attenderci pesanti ripercussioni sull’efficienza dei servizi di trasporto internazionali e sulla localizzazione di importanti complessi industriali nel Nord Italia.

Per dare un’idea dell’ordine di grandezza dell’intensità di traffico sui valichi alpini, basta riportare le seguenti cifre:

 

Anno 1998 Veicoli leggeri 1997/98

Fréjus

630.114

+ 13,20%

Monte Bianco

1.192.615

+ 5,10%

Veicoli pesanti 1997/98

Fréjus

784.520

+ 2,37%

Monte Bianco

805.074

+ 5,35%

 

Anno 1999 (dopo la tragedia del Bianco)

Fréjus, incremento media giornaliera aprile 1998/ aprile 1999

Veicoli leggeri

+ 54,32%

Veicoli pesanti

+ 83,46%

 

 

Se l’intera offerta di TC casse mobili nel 1998 in Italia su tutti i valichi era pari ad appena il 60% del traffico stradale sul solo valico del Monte Bianco, ci si può rendere conto della drammaticità della situazione, qualora il TC internazionale dovesse subire un tracollo, invece di essere rilanciato.

Provvedimenti a sostegno del TC sono stati infatti adottati da paesi come la Svizzera, che hanno problemi analoghi all’Italia con i valichi alpini.

In coerenza con gli obiettivi del "riequilibrio modale", così come il Governo italiano ha fatto valere la "perifericità" del Paese a livello europeo nelle trattative sugli orari di lavoro nell’autotrasporto, proponendo una politica meno restrittiva, non può non fare altrettanto per il TC, proponendo all’Unione Europea azioni di sostegno

Un altro strumento di policy per favorire il TC di casse mobili e semirimorchi, consentito dalla normativa europea recepita dal governo italiano, è quello di favorire l’ingresso sul mercato di operatori privati. Tali operatori si troverebbero dinanzi a due alternative: 1) chiedere la licenza di impresa ferroviaria e operare con locomotive e carri propri, oppure 2) acquistare la trazione presso le società ferroviarie, noleggiare i carri o presso le medesime o presso privati, e utilizzare carri propri.

Nel primo caso le barriere all’ingresso sarebbero tali da scoraggiarne l’ingresso sul mercato, nel secondo caso si porrebbe il problema se il sostegno finanziario debba andare alla Rete o all’utilizzatore finale (come in Svizzera). Ad oggi, esiste in Italia un solo operatore privato di TC casse mobili, che offre servizi su quattro relazioni internazionali (Germania, Inghilterra, Benelux, Spagna) come spedizioniere internazionale.

 

La politica delle società ferroviarie tra vincoli di bilancio ed esigenze collettive di sostenibilità ambientale

A circa dieci anni di distanza dalla sua emanazione, la direttiva europea 440/91 lascia ormai intravedere una contraddizione di fondo. Se le società ferroviarie europee debbono perseguire il risanamento del bilancio puntando alla redditività del servizio e se il costo delle infrastrutture deve essere gradualmente ripartito con chi le utilizza, la logica del mercato (invocata dalla medesima Direttiva) impone alle società ferroviarie - in uno scenario di prezzi di trasporto calanti, vedi la strada, vedi il marittimo - di concentrare la propria offerta sui segmenti di mercato più redditizi, a costo di diminuire i volumi di trasporto.

Se al tempo stesso gli stati europei chiedono alle società ferroviarie di espandere il loro mercato in modo da sottrarre traffico alla strada, ridurre l’impatto ambientale e ridurre il consumo di energia, va considerato che tale strategia comporta una presenza delle ferrovie sia sui segmenti di mercato più redditizi, sia su quelli meno redditizi, a costo di creare dei deficit di bilancio.

La liberalizzazione dell’accesso al mercato non risolve il problema, perché entreranno solo i servizi privati con maggiori prospettive di redditività. Queste prospettive sono presenti solo sulle grandi direttrici di traffico, i grandi 'corridoi', e ciò presupporrebbe la concentrazione ulteriore dei flussi in tali direttrici e l’abbandono delle linee a minore traffico e redditività.

Un effetto positivo in termini di alternativa modale alla strada e di sostenibilità ambientale lo si ha soltanto quando si mantiene in efficienza una rete integrata, con copertura capillare del territorio, sia per i passeggeri che per le merci, le quali dovranno essere trasportate sia a treni completi che a carro diffuso.

In uno scenario di prezzi calanti del trasporto, per l’applicazione integrale della Direttiva 440/91 occorre quindi affrontare questa contraddizione, rimettere gli interessi generali della collettività al primo posto e riconoscere che nelle attuali condizioni del mercato, che appaiono irreversibili sul fronte dei prezzi, il mantenimento di una rete di servizi integrata e capillare sul territorio comporta l’eventualità di un sostegno finanziario da parte dello Stato. Tuttavia, se prendere atto della realtà dovesse comportare una cancellazione delle regole della Direttiva 440/91, il disastro sarebbe completo.

Premesso che la difesa delle risorse del sistema ferroviario è assolutamente vitale per sistemi-paese che si trovano, come l’Italia, a dover essere condizionati da barriere naturali, il PGT in questo caso deve porsi soprattutto dal lato dell’utente, riaffermando:

che la diminuzione dei prezzi del trasporto è condizione essenziale per lo sviluppo della globalizzazione dei mercati e della competitività delle imprese italiane,

che questo scenario impone dei vincoli alle imprese di trasporto, costrette, pena la sopravvivenza, a concentrare i traffici sui segmenti più redditizi,

che la presenza sul mercato anche dei segmenti meno redditizi comunque serve a contenere l’aumento del traffico su strada,

che un’azione incisiva sui costi si potrà avere solo quando le società ferroviarie, divenute a pieno titolo imprese private, saranno in grado di valutare e di intervenire sui loro costi industriali,

che per accelerare questo passaggio occorre portare a termine la loro societarizzazione,

che va garantito da un istituto 'neutrale' l’accesso al mercato a tutti gli operatori credibili che ne facciano richiesta, a parità di condizioni,

che va chiarito in sede europea se hanno facoltà di accesso anche intermediari ("richiedente autorizzato") oppure solo società operative,

che è interesse del sistema Paese conservare un sistema ferroviario in grado di gestire con efficienza anche il traffico diffuso (indispensabile se si vuole allargare il mercato del trasporto delle merci pericolose),

che le società ferroviarie debbono essere sollecitate ad investire in ricerca, sia per quanto riguarda sistemi organizzativi di esercizio, sia per quanto riguarda tecnologie di trasporto e di controllo,

che si dia preferenza nell’accesso a operatori privati che intendono operare su nicchie di mercato, anche con 'treni in conto proprio', su percorsi di breve distanza in grado di utilizzare linee a scarso traffico, sollecitando le Regioni a muoversi in tal senso come agenzie di sviluppo.

 

4.1.4 Il controllo pubblico della qualità dei servizi ferroviari

Nella Direttiva europea 440/91 c’è un punto di cruciale importanza. Garantire la libertà di accesso a parità di condizioni non sufficiente, se non viene garantito dal monopolio pubblico il migliore funzionamento del sistema di esercizio.

Il sistema ferroviario è un sistema estremamente complesso, così come il sistema di controllo del traffico aereo, senza averne la medesima flessibilità. Il traffico ferroviario inoltre ha ulteriori rigidità perchè è regolato, diversamente da quello stradale.

La regolazione del traffico ferroviario è prima di tutto un modello organizzativo determinato da procedure specifiche, chiamato 'sistema di esercizio'. L’operatore che entra sul mercato non acquista soltanto un diritto all’uso delle infrastrutture con facoltà di utilizzo di materiale rotabile e di trazione proprio o delle ferrovie, ma acquista anche la certezza di un sistema di esercizio che funziona. Il sistema di esercizio fa parte del 'pacchetto' che l’utente acquista presso la rete pubblica. L’utente ha il diritto di far percorrere il suo treno lungo le vie ferrate a orari prestabiliti senza impedimenti o disfunzioni e di disporre del materiale rotabile e di trazione nel luogo giusto e al momento giusto. La mancanza di certezza sul funzionamento del sistema di esercizio rende nulla l’efficacia della liberalizzazione dell’accesso. Se la rete pubblica non è in grado di garantire questa certezza all’utente, le norme previste dalla Direttiva 440/91 rischiano di restare sulla carta.

D’altro canto l’utente privato che intende accedere alla rete deve considerare che il sistema di esercizio non è a geometria variabile, con capacità di adattamento in tempo reale alle esigenze dell’utente e che esso va quindi programmato con un certo anticipo.

Se lo Stato italiano, pur nelle condizioni di mercato sopra descritte, intende applicare nei fatti la Direttiva 440/91, non può esimersi dall’esercitare un controllo di qualità sul funzionamento del sistema di esercizio.

Di seguito sono riportati alcuni esempi di monitoraggio della qualità dei treni internazionali di TC, che ha come obiettivo quello di rilevare le disfunzioni riscontrate nel servizio, individuarne la cause e ripartire la responsabilità pro quota ai diversi attori della catena di trasporto.

Per fare ciò è necessario che il sistema di monitoraggio venga esteso al maggior numero possibile di servizi ferroviari e che il Governo abbia gli strumenti per intervenire laddove il servizio dimostra un peggioramento grave, al fine di garantire a tutti gli utenti, FS Cargo e sue partecipate compresi, l’effettiva fruizione dei diritti previsti nella Direttiva 440/91.

Tuttavia, all’atto stesso di avanzare queste proposte, il PGT non può non attirare l’attenzione sul grado ancora insoddisfacente di integrazione dei "sistemi di esercizio" delle singole reti europee. Un aspetto di questo problema è quello dell’"interoperabilità", mentre più complesso è il problema di chi governa il "sistema di esercizio": uno degli attori in gioco, oppure un soggetto "neutrale".

Ciò aumenta le incognite sul futuro del mercato ferroviario europeo e sugli effetti della Direttiva 440/91.

 

4.1.5 La liberalizzazione del mercato

Chiariti alcuni dei vincoli di ordine economico e tecnico che si presentano al processo di liberalizzazione, è convinzione del PGT che la liberalizzazione del mercato rappresenta una delle strade per rendere più efficiente il sistema ferroviario del nostro Paese.

Per le ragioni esposte in precedenza (analisi dei possibili competitors) è evidente che l’ipotesi di un "secondo gestore" è irrealistica. I possibili entranti o sono società proprietarie di carri specializzati e quindi pronte a entrare su mercati specifici,oppure società interessate all’intermodale pronte a entrare sui mercati più "ricchi" (collegamenti tra grandi porti e grandi bacini di traffico).

Andrebbe attentamente esaminata la prospettiva di "treni in conto proprio" da parte di grandi operatori manifatturieri o di operatori di trasporto su relazioni di breve-medio raggio anche della rete secondaria, secondo le proprie esigenze logistiche. Questa prospettiva ha consentito a varie imprese in altri paesi europei, di acquisire la licenza di impresa ferroviaria.

 

4.1.6 Il progetto merci di FS Cargo

I cardini della politica d’impresa di FS Cargo, riportati nei documenti allegati al Business Plan di FS spa presentato al Governo nel maggio 1999, si possono riassumere nelle seguenti azioni:

posizionamento competitivo sul mercato europeo mediante accordi e fusioni con altre società ferroviarie (FS-SBB per la creazione di SI Cargo, Sverail, Polrail, Estrail "società d’asse" costituite in cooperazione con le ferrovie polacche e svedesi),

riorganizzazione della struttura societaria secondo lo schema di seguito riportato,

definizione del modello di esercizio al fine di concentrare le operazioni di formazione e scomposizione dei treni in un numero definito di piattaforme di smistamento e di interscambio,

definizione del prodotto (treni del traffico diffuso, treni monocliente, treni multicliente),

rinegoziazione bilaterale dei rapporti commerciali con le altre ferrovie europee sui criteri di ripartizione degli introiti,

concentrazione dell’offerta sui settori siderurgico, chimico e dei container ed espansione del mercato nei settori auto, piastrelle, elettrodomestici, acque minerali, ortofrutta, mantenendo invariato il rapporto traffico tradizionale-traffico combinato,

estensione della rete di raccordi con impianti industriali, centri di distribuzione, sistemi locali di PMI (distretti), discariche.

In questo modo, FS Cargo ritiene di poter realizzare un incremento della produzione pari all’8,3% nel periodo 1998-2005, una riduzione di circa 10% nello scarto tra treni realizzati e treni programmati, una crescita del traffico venduto direttamente sul mercato (dal 24,7% nel 1998 al 35,1% nel 2005) e un riequilibrio dei conti economici entro il 2003.

La struttura societaria si articola secondo lo schema seguente

FS Cargo

Società intermodali (Italcontainer, Cemat, Alpe Adria)

Società di logistica (Omniaexpress, Stifes, Itef, SIT, SI)

Società di servizi ai terminal (Italterminal, Nord Est Terminal, Serfer, SGT, Interporti)

Società d’asse (Pol Rail, East Rail, Sve Rail)

 

Sono state dismesse o cedute le partecipazioni azionarie in Corriere Italia, Contship Italia, Idrovie, OTS. Problema a parte è quello della ex Divisione Navigazione, relativo ai servizi di collegamento con la Sicilia e la Sardegna. Nel Business Plan di FS Cargo si segnala soltanto la necessità di un finanziamento pubblico degli extra-costi per il traghettamento dei carri per le isole. Nel Business Plan della Società Tirrenia di Navigazione (aprile/maggio1999) si avanza l’ipotesi che la gestione delle linee FS di cabotaggio passi alla Tirrenia.

Tra le scelte strategiche di FS Cargo due sembrano particolarmente decisive: 1) la riorganizzazione dei principali terminal intermodali sotto il controllo di un’unica società partecipata (Italterminal) e 2) la massiccia presenza sul mercato delle merci pericolose e dei rifiuti solidi urbani.

La prima scelta strategica si giustifica con la necessità di presidiare i terminal su territorio italiano dall’azione di espansione delle ferrovie estere, offrire tariffe unitarie e trasparenti all’utente e garantire all’utente un unico interlocutore.

Per quanto riguarda il problema del trasporto di merci pericolose e di rifiuti solidi urbani, l’obiettivo di trasferire queste merci dalla strada alla rotaia corrisponde agli interessi della collettività. Da parte dei poteri pubblici a tal fine è necessaria l’emanazione di norme restrittive del trasporto di merci pericolose via strada, la revisione della normativa in vigore per il trasporto di merci pericolose via treno e l’emanazione di direttive specifiche per l’applicazione dell’art. 18 del "decreto Ronchi" sui rifiuti.

Da parte delle ferrovie si rende necessario uno sforzo di ricerca e di innovazione nei sistemi di gestione e di manovra del traffico a carri singoli o a gruppi di carri.

Per quanto riguarda il trasporto combinato, FS Cargo, si ritiene che questa tipologia di traffico necessiti di politiche di sostegno da parte dello Stato e che lo strumento utilizzato possa essere il pedaggio di accesso all’infrastruttura. Tuttavia, vi è il rischio che queste azioni di sostegno, se non viene definita chiaramente la sfera propria del TC, possano portare a una "cannibalizzazione" del trasporto tradizionale da parte del TC.

Altri aspetti importanti delle strategie di FS Cargo riguardano alcune priorità d’intervento infrastrutturale (Cispadana, Genova-Domodossola, Gioia Tauro-Taranto, Battipaglia-Potenza-Metaponto), l’individuazione di itinerari alternativi per le merci e il potenziamento del materiale rotabile.

Le osservazioni conclusive sulle strategie di FS Cargo mettono in risalto due aspetti

l’effettiva realizzazione del Business Plan di FS Cargo e il raggiungimento nei tempi previsti dei suoi obiettivi possono portare a un salto di qualità dell’intero sistema dei servizi di trasporto nel nostro Paese, ma che

il confronto con le strutture societarie di altri competitors europei rivela che FS Cargo è ancora in una situazione di relativa debolezza e che necessita soprattutto di rafforzare i suoi strumenti operativi nella catena logistica mediante alleanze con attori specializzati.

In mancanza di questo, il passaggio da mero trazionista ad "operatore logistico chiavi in mano" non potrà realizzarsi.

 

4.1.7 Esperienze in Germania e Francia

L’analisi della struttura DB e SNCF, i due principali partner (e possibili competitor) delle FS, è estremamente indicativa.

 

DEUTSCHE BAHN AG

Il processo di ristrutturazione e di riorientamento del gruppo iniziato nel 1994 ha portato alla suddivisione delle attività della società ferroviaria in 5 business units, successivamente trasformate in società operative autonome; Deutsche Bahn AG diventa quindi la Holding del Gruppo.

Le 5 unità di business sono: Traffico passeggeri sulle lunghe distanze, Traffico passeggeri locale, Traffico merci, Stazioni passeggeri e Infrastrutture di rete.

Alla divisione "Infrastrutture di rete" fanno capo le unità di business Rail Network che cura la gestione della rete ferroviaria con il compito di migliorare l’efficienza e la produttività, Costruzioni ferroviarie che fornisce i servizi di engineering, segnalamento ferroviario, telecomunicazioni, oltre all’attività di costruzione, assemblaggio e riparazione, Terminals, responsabile della costruzione, manutenzione dei 50 terminal intermodali del gruppo.

Il traffico merci fa capo a DB Cargo che nel gennaio 1998 ha assorbito anche le attività collegate al traffico merci della soppressa business unit "Trazione, Manutenzione e Depositi". All’interno di DB Cargo, Transfacht International è specializzata nel trasporto di contenitori tra i porti del Nord Europa e la Germania e alcune linee internazionali. Nel settembre 1998 ha inoltre rilevato i servizi portuali precedentemente gestiti da NDX Intermodal, la joint venture tra DB, NS Cargo e l’americana CSX.

Con la trasformazione del mercato europeo in un ‘mercato domestico’, l’obiettivo di DB è quello di diventare il primo gruppo europeo nei servizi di trasporto grazie all’offerta di una gamma completa di servizi e lo sviluppo di servizi integrati door-to-door, un continuo miglioramento del materiale rotabile e dei servizi offerti, la trasformazione della società da vettore ferroviario a fornitore di servizi di logistica integrata sia attraverso la crescita del know how logistico interno, sia attraverso accordi di cooperazione con operatori logistici, il rafforzamento della presenza commerciale all’estero, sia attraverso accordi di collaborazione con gli operatori ferroviari dei vari Paesi europei, sia con l’acquisizione di partecipazioni in imprese ferroviarie, ed infine il miglioramento dell’efficienza interna e della struttura dei costi.

Vanno in questo senso: l’acquisizione di NS Cargo, la divisione merci delle ferrovie olandesi, e la sua prevista fusione con DB Cargo nella nuova società Rail Cargo Europe; l’acquisizione di quote di maggioranza nelle tre società operative regionali di ICF (Intercontainer-Interfrigo) che gestiscono i trasporti intermodali sulle relazioni Nord-Sud Europa, Nord-Est (tra Germania, Polonia e Russia) e Sud-Est; i rilevanti investimenti in materiale rotabile della divisione merci che nel 1997 hanno raggiunto i 406 Mln DM, di cui 262 per vagoni merci e 136 per nuovi locomotori.

 

Tab. DB A.G.: principali dati economici, 1996 e 1997

1996

1997

Fatturato (Mln.DM)

24.401

24.468

Valore aggiunto (Mln.DM)

17.371

16.410

Utile d’esercizio (Mln.DM)

979

582

Addetti (n)

271.904

247.124

Fonte: bilancio aziendale

 

Il fatturato consolidato del Gruppo nel 1997 è stato di 30.466 Mln.DM (30.221 Mln.DM nel 1996) con un utile ante imposte di 359 Mln.DM (721 Mln.DM nel 1996), mentre il fatturato realizzato da Deutsche Bahn A.G. nel 1997 è stato pari a 24.468 Mln.DM, sostanzialmente invariato rispetto al 1996.

Va rilevato che: nel settore passeggeri i dati sono influenzati dalla cessione ad altra società della rete ferroviaria di Amburgo; nel settore merci, i dati 1996 e 1997 non sono direttamente comparabili, dato che nel 1997 Deutsche Bahn ha trasferito l’attività Part Load alla consociata Bahn Trans.

 

Tab. DB A.G.: ripartizione del fatturato per tipologia di traffico 1996 e1997.

1996

1997

Var.%

1997/1996

(Mln.DM)

(%)

(Mln.DM)

(%)

Traffico:

23.362

23.394

n.s.

- Passeggeri

16.179

66,3

16.445

67,2

1,6

- Merci:

7.183

29,4

6949

28,4

-3,3

- - Load

6.606

27,0

6.694

27,4

1,3

- - Part load (LCL) (a)

577

2,4

255

1,0

-55,8

Altro

1.039

4,3

1.074

4,4

3,4

Totale

24.401

100,0

24.468

100,0

0,3

a) l’attività part-load è stata trasferita a Bahn Trans

 

Al netto dell’attività di Bahn Trans, il fatturato relativo al traffico merci ha evidenziato una crescita del 2,5% sul 1996. L’area più dinamica si è rivelata quella del trasporto intermodale che ha registrato un incremento del 14,5%,raggiungendo i 930 Mln.DM; il traffico convenzionale, che con 5,47 Mln.DM rappresenta l’82% del fatturato merci, è cresciuto dell’1,9%. Il traffico merci, espresso in tonnellate-kilometro, ha registrato una crescita del 7,5%, raggiungendo i 72,5 miliardi tonn-km, con un volume trasportato di merci par a 294,9 milioni di tonnellate (+2,4%).

Determinante per la crescita del traffico merci è stato quindi l’incremento dei traffici sulle medie e lunghe distanze; lo sviluppo nei traffici internazionali (che rappresentano il 47% del traffico espresso in tonn/km) è in effetti uno dei principali obiettivi di DB Cargo. La forte pressione sui prezzi non ha però permesso di trasferire sul fatturato l’incremento registrato nei volumi trasportati; nel 1997 si registra infatti una flessione del rapporto fatturato/tkm.

Tab. DB A.G.: andamento del traffico merci per tipologia di traffico, 1997

 

1997

Var. % 1997/1996

Trasporto convenzionale:

   

- Mln.tonn

261,1

1,6

- Mld..tonn/km

5,75

7,2

Trasporto combinato:

   

- Mln.tonn

33,7

9,6

- Mld.tonn/km

14,4

8,4

Fonte: nostre elaborazioni su bilancio aziendale



Nel 1997 il fatturato netto di DB A.G., pari a 24,468 Mln.DM, non ha presentato significative variazioni rispetto al 1996 (24,401 Mln.DM); l’utile d’esercizio è passato dai 978 Mln.DM del 1996 ai 582 Mln.DM. L’incremento dei consumi d’esercizio (10.324 Mln.DM) e dei costi esterni ha riduzione del valore aggiunto sia in termini assoluti (16.410 Mln.DM), sia in rapporto al fatturato (67,1% nel 1997). Il costo del lavoro, subisce, per il terzo anno consecutivo una drastica diminuzione, dovuta alla progressiva riduzione del numero medio di dipendenti che è passato dai 311.842 del 1995 ai 271.124 del 1997. Si riduce quindi il peso del costo del lavoro sia sul fatturato (dal 61,4 al 57%), sia sul valore aggiunto (dall’86,3% all’84,9%). Gli ammortamenti registrano un rilevante aumento, per effetto della politica di investimenti sostenuta dall'azienda. Nel 1997 gli investimenti, pari a 12,7 Mld.DM sono stati indirizzati alla business unit Rail Network per 8,6 Mld.DM, e per i restanti 4,1 Mld.DM alle altre aree, principalmente per l’acquisto di veicoli e per il traffico passeggeri. Importanti sono stati gli investimenti in IT per il settore merci.

La redditività delle vendite risente della forte tensione sui prezzi che non ha permesso di tradurre l’incremento del traffico in un aumento del fatturato. Il ROI rimane comunque positivo (1,52%) grazie ai proventi finanziari. Grazie al ricorso a fonti di finanziamento non onerose, in particolare a debiti infruttiferi a medio e lungo termine garantiti alle ferrovie da un’apposita legge dello Stato, l’azienda presenta un costo dei mezzi di terzi estremamente basso (0,6) in rapporto all’indebitamento (2,8). Il ROE presenta un valore positivo, anche se dimezzato rispetto al 1996 (dal 7,5% al 3,5%).

 

SNCF

Nel 1997 SNCF ha attuato la separazione tra le attività di gestione del traffico e le attività di gestione della rete, con la costituzione di RFF – Reseau ferré de France, in ottemperanza alla legge di riforma del sistema ferroviario francese varata il 13/2/1997. A RFF sono state conferite le infrastrutture e gli immobili non coinvolti nella produzione dei servizi di trasporto, mentre SNCF mantiene la gestione del traffico nonché lo sviluppo e la manutenzione delle infrastrutture. Il gruppo controlla, oltre alle società direttamente coinvolte nel traffico ferroviario di merci e passeggeri, alcune società attive nei trasporti marittimi, stradali e nel settore immobiliare e detiene inoltre il 99,7% di CTT Sceta (maggior gruppo trasporti francese). La strategia di SNCF è quella di sviluppare le aziende controllate nelle aree complementari al core business dell’azienda e, parallelamente, disinvestire nelle attività non strategiche per concentrare le risorse del gruppo nel core business. Nell’area merci, nel 1998 ha costituito 2 nuove società: Ecorail, per sviluppare il trasporto ferroviario di rifiuti, e Froidcombi, per i trasporti refrigerati.

Tab. SNCF: principali dati economici e ripartizione del traffico per tipologia1996 e 1997

 

1996

1997

Fatturato (Mln.FF)

54.906

74240

Valore aggiunto (Mln.FF)

36.155

48.245

Utile d’esercizio (Mln.FF)

-15.173

-959

Addetti (n)

177.890

175.010

 

 

1996

1997

Var.% 1997/1996

Traffico:

40.923

43.117

5,4

- Passeggeri

25.909

27.539

6,3

- Merci:

     

- - Freight

11.340

11.985

5,7

- - Parcel

3.674

3.593

-2,2

Compensazioni

7.306

7.294

-0.2

Altro

6.677

23.829

 

Totale

54.906

74.240

35,2

Fonte: nostre elaborazioni su bilancio aziendale

 

Nel ‘97 il traffico merci ha avuto un incremento di 5,7% in valore e 8,9% in ton-km. Il settore più dinamico si è rivelato il trasporto combinato, con una crescita del 13%, seguito dai trasporti di carbone e acciaio (+12,6%). Anche il traffico internazionale, che rappresenta (in tonn/km) il 50% del traffico merci di SNCF (26,2 miliardi di tonn/km), ha evidenziato nel 1997 una forte crescita (+12,1%).

L’incremento del traffico internazionale è dovuto, oltre che alla favorevole congiuntura economica, al rafforzamento della presenza commerciale all’estero, sia direttamente, sia attraverso le società del gruppo, al ruolo degli hub di transito internazionali in grado di offrire servizi di qualità agli operatori del trasporto combinato e di carichi completi e, infine, all’aumento del traffico di transito attraverso il tunnel sotto La Manica.

 

Tab. SNCF: andamento del traffico merci 1996-1997

 

1996

1997

v.a.%

1997/1996

Fatturato (Mln.FF)

11.340

11.985

5,7

Mln.tonn trasportate

123,8

132,2

6,8

Miliardi tonn-km

48,31

52,63

8,9

Fonte: nostre elaborazioni su bilancio aziendale

 

Nel 1997 SNCF ha registrato un forte miglioramento dei risultati economici dovuto sia agli effetti dell’applicazione della riforma del trasporto ferroviario approvata nel febbraio 1997, sia al positivo andamento dei traffici. In particolare, hanno avuto un ruolo determinante la creazione della società Reseau Ferré de France-RFF), alla quale sono state trasferite le infrastrutture ferroviarie, e il trasferimento da parte dello Stato di 28,3 Mld.FF (20 per ridurre il debito, 8,3 per coprire i maggiori interessi sul debito assunti da RFF al 1 gennaio 1997).

La società evidenzia un fatturato nel 1997 pari a 74.240 milioni di franchi, con una crescita del 35,2%: l’incremento è dovuto in gran parte (16.800 Mln.FF) alla contabilizzazione dei servizi di manutenzione delle infrastrutture addebitati a RFF, non presenti nel 1996. Al netto di questi proventi, la crescita del fatturato è del 4,6%. La perdita d’esercizio che nel 1996 era di circa 15,2 Mln.FF, si riduce a 959 Mln.FF nel ‘97.

Si riduce anche l’incidenza del costo del lavoro sul fatturato (60,3%) e sul valore aggiunto (94,4%), così come l’incidenza degli ammortamenti (8,2%) per effetto del trasferimento di parte delle immobilizzazioni alla neocostituita RFF. Risultano quindi positivi, per la prima volta nel triennio, sia la redditività delle vendite (0,4%), sia il ROI che grazie anche all’aumento dei proventi finanziari sale al 4,2%.

 

4.2 I problemi del transito con la Svizzera

La Svizzera si è sempre distinta per politiche di regolazione molto restrittive rispetto a quelle degli altri Paesi. Il punto centrale della normativa è senza dubbio il limite di peso di 28 tonn., introdotto con la revisione della legge sul traffico stradale del 1971 e applicato anche al traffico di transito. D’altra parte la Svizzera ha rinunciato, a differenza di Austria e Francia, ad introdurre un pedaggio per il passaggio alpino.

Nel 1996 il pedaggio sul Brennero, differenziato per il giorno e la notte ammontava, rispettivamente, a 154 Euro e 212 Euro. Questi pedaggi sono stati contestati al momento dell’adesione dell’Austria all’Ue. Sul Monte. Bianco il pedaggio era di 238 Euro, mentre sull’asse del Gottardo di soli 28 Euro.

Queste differenze nei pedaggi hanno fortemente influenzato la struttura dei flussi di traffico attraverso i valichi alpini di queste tre Paesi.

 

4.2.1 Conseguenze delle politiche di regolazione

La prima conseguenza delle politiche di regolazione è particolarmente evidente nelle differenze di ripartizione modale tra i diversi valichi in conseguenza dell’applicazione di diversi regimi di limiti di peso (vedi grafico 1). In particolare, la politica svizzera dei trasporti ha impedito un’espansione del traffico stradale, favorendo quello ferroviario. Due terzi del traffico merci attraverso la Svizzera è trasportato su rotaia ed un terzo su strada, mentre sui valichi francesi ed austriaci questo rapporto è inverso, come dimostrato dall’ultima inchiesta quinquennale sul traffico di transito attraverso i valichi alpini condotta nel 1994 (vedi grafico 2).

Il traffico ferroviario tradizionale attraverso la Svizzera ha registrato comunque un leggero declino, mentre il TC è cresciuto in modo considerevole. Il TC gestito dalla società principale che opera sull’asse del Gottardo ha avuto un notevole successo grazie all’introduzione dei servizi shuttle, che trasportano ormai l’89% del totale del volume sul 14% delle relazioni offerte. Il trasporto combinato si concentra quindi sempre di più sui collegamenti con servizi shuttle. In Italia la società svizzera di TC opera con un proprio terminal, che è uno dei maggiori in Europa.

La seconda conseguenza è stato lo sviluppo di un notevole traffico di "aggiramento" che evita la Svizzera per passare dalla Francia e dall’Austria, anche se il percorso svizzero sarebbe il più breve. Seconda le stime più accreditate, questo traffico di aggiramento era nel 1996 di 450'000 veicoli sul Monte. Bianco e di 180'000 sul Brennero. Questi veicoli dovrebbero rifluire sul Gottardo nel momento dell’abrogazione del limite di 28 tonn.

La terza conseguenza riguarda la produttività del trasporto in riferimento al transito. Si è verificata una certa specializzazione del traffico stradale sui vari valichi attraverso le Alpi. Da una parte gli autoveicoli vuoti o con pesi molto leggeri hanno scelto il tragitto del Gottardo, più breve e tuttora molto meno costoso rispetto al Brennero o al Monte Bianco, dall’altra i carichi pesanti scelgono la via del Brennero o del Monte Bianco, dove possono sfruttare pienamente la loro capacità.

Mentre il traffico stradale sui valichi del San Bernardino e del Sempione è rimasto pressoché costante negli ultimi 16 anni, sull’asse del Gottardo è cresciuto enormemente dopo l’apertura della galleria autostradale.

Dal 1982 al 1998 la quota del traffico di transito su strada è passata dal 27% al 52%. Il confronto del numero di veicoli pesanti sui tre valichi principali (vedi grafici 3 e 4) indica chiaramente che il traffico di veicoli pesanti sul Gottardo è cresciuto in parallelo a quello del Brennero. Un ulteriore aumento potrebbe causare problemi non indifferenti alla circolazione, provocando congestioni alle dogane, sulle rampe d’accesso al Gottardo e nella galleria stessa.

In sintesi, l’evoluzione del traffico merci è stata fortemente influenzata dai vari aspetti della politica dei trasporti. In particolare il limite di 28 tonn. per il trasporto stradale ha causato nel traffico transalpino un notevole traffico di "aggiramento" della Svizzera attraverso la Francia e l’Austria. Con l’unificazione Europea è aumentata la pressione per l’apertura di un corridoio di 40 tonn. attraverso la Svizzera, mentre l’opinione pubblica e gli obiettivi della politica svizzera dei trasporti spingono a favore della salvaguardia dell’ambiente. Queste forze interne ed esterne sono alla base di ogni futura politica dei trasporti di transito e hanno determinato nuovi compromessi ed equilibri tra i diversi interessi.

 

4.2.2 Dal 1996 al 1998 e situazione attuale

Per dare un’indicazione sugli ultimi sviluppi ci si è limitati, essenzialmente per motivi di disponibilità di dati statistici recenti, alla situazione sui valichi svizzeri, illustrata nella seguente tabella dove i dati confermano la tendenza di crescita generale del trasporto merci.

 

Tab. Sviluppo recente del traffico dei veicoli pesanti.

Traffico merci
Sui valichi svizzeri

1996

1997

1998

Strada:

* Numero di veicoli

* Mln tonn

1.121.000

6,98

1.145.000

7,12

1.235.000

7,69

Ferrovia:

* Totale (Mln. t)

15,69

17,95

19,29

Di cui:

** traffico combinato

** traffico tradizionale

7,11

8,58

8,60

9,35

9,74

9,74

Fonte: Servizio per lo studio dei trasporti, Berna, 1999.


Le limitazioni in vigore sui valichi svizzeri non sembrano in grado di arrestare l’aumento del traffico stradale, molto più consistente in termini di veicoli che di peso. Le cifre confermano il buon andamento del traffico combinato che cresce a ritmi più sostenuti rispetto al traffico ferroviario tradizionale.



4.2.3 Politiche di deregolamentazione da parte Svizzera: le pressioni dei paesi limitrofi e la risposta svizzera

Il forte aumento del traffico stradale e del traffico deviato ha provocato una notevole pressione sulla Svizzera da parte dei Paesi limitrofi per aprire un corridoio di transito con un limite di peso di 40 tonn. Il limite di 28 tonn. è stato considerato sempre più come un anacronismo costoso e dannoso per l’ambiente, perché richiede più veicoli per trasportare lo stesso volume di merci e genera traffico "deviato". Per fare pressione sulla Svizzera è stata minacciata l’introduzione di un divieto agli autotrasportatori svizzeri di trasportare pesi superiore a 28 tonn. in Europa.

La Svizzera, non avendo alcuna intenzione di abbandonare la sua politica e ha continuato sulla strada dell’equilibrio modale e dell’ambiente, si è però impegnata a costruire nuove gallerie ferroviarie, e ad aumentare, fino all’apertura di queste nuove gallerie, il TC accompagnato (autostrada viaggiante sul Sempione – Lötschberg con un profilo di 4 mt). L’Italia e la Germania si sono dichiarate favorevoli ad un ampliamento delle linee afferenti a queste nuove infrastrutture in un accordo trilaterale stipulato nel 1991 tra Germania, Italia e Svizzera. Nel 1992 anche l’elettorato Svizzero ha votato a favore della costruzione di nuove gallerie di base (NEAT/Alptransit), da realizzare in due fasi.

 

4.2.4 Le nuove infrastrutture di valico

Il progetto prevede nella prima fase la costruzione di una galleria di base del Gottardo a due tubi di 57 km ed una galleria di base del Lötschberg a due tubi di 35 km. Ciò avrebbe l’effetto di raddoppiare la capacità a 65 Mln tonn, di ridurre il tempo di percorso, i costi d’esercizio e l’impiego di locomotori e carri. Nella seconda fase, dopo il 2006, verrà realizzata la galleria del Monte Ceneri di 17 km e altre linee d’accesso alle gallerie di base. La messa in esercizio dovrebbe iniziare nel 2006-8 con il Lötschberg e nel 2012-13 con l’apertura della galleria di base del Gottardo.

Nel 1994 è stato rafforzata, con l’approvazione dell’Alpeninitiative, la politica svizzera di transito, che richiede una maggiore protezione della regione alpina dalle ripercussioni negative del traffico di transito. L’Alpeninitiative esige per raggiungere questo obiettivo il trasferimento totale del traffico di transito (da frontiera a frontiera) su rotaia nell’arco di 10 anni, cioè entro il 2005. Inoltre, l’iniziativa sancisce il divieto di ampliare la capacità stradale o di costruire nuove infrastrutture stradali nell’arco alpino in territorio svizzero. Questa richiesta ha riaperto il conflitto con l’Ue ed è stata percepita come misura discriminatoria ed in contrasto con il principio della libertà di scelta del mezzo di trasporto.

In seguito il divieto venne trasformato: l’obiettivo deve essere raggiunto, non più mediante divieti, bensì con uno strumento conforme alle leggi di mercato, cioè con una tassa sul traffico pesante ed una sul transito alpino (TTA o pedaggio alpino) che non deve superare il 15% della tassa sul traffico pesante. Nei calcoli sul costo del tragitto di transito il pedaggio è incluso nella tassa sui veicoli pesanti.

Il governo svizzero ha pertanto rivisto la richiesta contenuta nell’Alpeninitiative, rispettando il principio della non discriminazione. La restrizione viene applicata a tutto il traffico stradale attraverso le Alpi, che non deve superare il volume del traffico svizzero interno, d’importazione e d’esportazione, stimato per il 1999 in 650’000 veicoli. Nel 2005 il tetto massimo di veicoli pesanti che potranno circolare attraverso i valichi alpini svizzeri ammonterà quindi a 650'000 unità, il che presuppone un trasferimento su rotaia di circa un milione di veicoli pesanti.

Nel 1998, infine, è stata approvata, con una consultazione popolare, la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP), che va da 0,01 Euro a 0,02 Euro/tkm (per veicoli con peso superiore a 3,5 tonnellate) e il regolamento federale concernente la costruzione e il finanziamento delle infrastrutture dei trasporti pubbliche per i prossimi 20 anni.

Per quanto riguarda le gallerie di base le fonti di finanziamento annuali sono le seguenti:

due terzi delle entrate della nuova tasse sul traffico pesante (525 Mln Euro)

un contributo sul prezzo della benzina per il 25% dei costi delle infrastrutture (94 Mln Euro)

aumento dell’IVA dello 0,1% (182 Mln Euro)

l’indebitamento (157 Mln Euro)

Con questi strumenti si è definita a grandi linee la politica svizzera di transito nel contesto Europeo che dovrebbe consentire di raggiungere le richieste avanzate dall’Ue, mantenendo gli obiettivi della sua politica di restrizione del transito.

 

4.2.5 Accordi bilaterali tra l’Ue e la Svizzera

Gli accordi bilaterali sono un ulteriore passo verso l’avvicinamento della Svizzera alla politica dei trasporti dei Paesi Europei. Nell’ambito delle trattative con l’Ue, la Svizzera ha approvato un’anticipazione dell’apertura graduale per i veicoli superiore ad un peso di 28 tonn, ma allo stesso tempo le è stata concessa la possibilità di introdurre un’imposizione fiscale per controbilanciare le difficoltà di contenimento del traffico stradale entro i limiti previsti dall’Alpeninitiative.

I singoli punti dell’accordo sono:

Abrogazione del limite delle 28 tonn

Costituisce senza alcun dubbio il punto centrale degli accordi bilaterali (dossier "traffico merci e passeggeri") tra l'Ue e la Svizzera. Nell’ambito di tali accordi è stato fissato l’abbandono graduale del limite di 28 tonn entro il primo gennaio del 2005, il regime transitorio, nonché la modalità dell’introduzione di una tassa per coprire i costi esterni e diminuire afflusso eccessivo d’autoveicoli pesanti.

Introduzione della TTPCP e TTA

Con l’abbandono del limite di 28 tonn la Svizzera introduce una nuova tassa per il traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP) in base alle tre categorie di norme sulle emissioni (EURO). L’introduzione di questa tassa compensa l’attrattività del percorso attraverso il corridoio svizzero e nello stesso tempo equipara il dazio per l’attraversamento rispetto a qUelli del Brennero e Monte Bianco. La tassa è inoltre concepita per favorire il trasferimento dei veicoli pesanti dalla strada all’autostrada viaggiante e per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Alpeninitiative (limite massimo di 650’000 veicoli annui sui percorsi transalpini). Con l’apertura della prima galleria di base (Lötschberg 2007-8), la Svizzera richiederà una tassa complessiva di 200 Euro max, prima di tale data la tassa sarà riscossa solo parzialmente. Per il tragitto di transito Basilea–Chiasso l’importo della TTPCP non dovrebbe superare mediamente i 200 Euro (0,017 Euro per tonn-km), limite massimo concesso per l’imposizione fiscale da parte dell’Ue.


Tab. Schema delle tasse di transito relativo alle norme Europee sulle emissioni.

 

2000

2001

2002

2003

2004

2005

Limite di peso

< 28 t

< 34 t

< 34 t

< 34 t

< 34 t

< 40 t

Tassa (EURO 0)

25 Euro

129 Euro

Tassa (EURO I)

25 Euro

108 Euro

Tassa (EURO II)

25 Euro

91 Euro

Fonte: Accordo bilaterale Ue – Svizzera, Berna, 1999.

Nel periodo dall’1/1/2001 al 31/12/2004 l’Ue riceverà inoltre un contingente annuale di 220’000 corse semplici per veicoli vuoti o con carichi leggeri (inferiori a 28 tonn), con una tassa per l’utilizzo delle infrastrutture che ammonterà mediamente a 31 Euro per l’anno 2001, 38 Euro per il 2002, 44 Euro per il 2003 ed infine 50 Euro per l’anno 2004.

Nel sistema di tassazione applicato dopo l’1/1/2005, la tassa media ponderata per l’attraversamento delle Alpi (300 km) non potrà superare i 200 Euro. La tassa per la categoria degli autoveicoli più inquinanti non dovrà superare per lo stesso tragitto i 239 Euro.

Contingenti per veicoli con pesi maggiori

Nel periodo di transizione (2000-2005) la Svizzera concede un contingente d’autorizzazione di circolazione per veicoli con peso inferiore alle 34 tonn per l’anno 2000 e inferiore alle 40 tonn per il periodo 2001-2004. Questo contingente è diviso in parti uguali tra gli autotrasportatori dell’Ue e della Svizzera, da utilizzare per il transito e il trasporto bilaterale con la Svizzera. Il rilascio delle autorizzazioni è legato al pagamento di una tassa per l’utilizzo dell’infrastruttura secondo le norme tecniche dei veicoli (EURO I e EURO II) . Le cifre indicate nella tabella si riferiscono ad un tragitto di transito di 300 km in territorio svizzero (Chiasso – Basilea).

Tab. Numero d’autorizzazioni per veicoli vuoti o leggeri, con un peso inferiore a 28t, concesso dalla Svizzera durante il periodo di transizione.

 

2000

2001

2002

2003

2004

2005

Contingente Ue autorizzato

(1‘000 veic.-anno)

250

300

300

400

400

libero

EURO 0

<113 Euro

158 Euro

158 Euro

189 Euro

189 Euro

 

EURO I

<113 Euro

132 Euro

132 Euro

151 Euro

151 Euro

 

EURO II

<113 Euro

112 Euro

112 Euro

132 Euro

132 Euro

 

Fonte: Accordo bilaterale Ue – Svizzera, Berna, 1999.



Con queste norme la legislazione svizzera in materia di peso massimo per i veicoli pesanti e veicoli articolati si è uniformata alla legge in vigore nell’Ue al momento della firma dell’accordo.

Divieto di circolazione notturna

Il divieto di circolazione di notte (tra le 22.00 e le 5.00) e di domenica sarà mantenuto anche dopo l’abbandono del limite di 28 tonn. Durante la fase di negoziazione, l’Ue ha chiesto a più riprese alla Svizzera di abrogare il divieto di circolazione notturna, il cui vero significato può essere meglio compreso nel contesto dell’organizzazione del trasporto e della variazione dei flussi durante la giornata.

In particolare bisogna considerare che la maggior parte dei trasporti, più specificamente il trasporto di collettame, è preparato e consolidato durante la giornata negli appositi centri logistici. L’invio dei veicoli pesanti da questi centri avviene generalmente dopo le 18 – 19 e può prolungarsi fino a tarda notte. In questo modo è praticamente impossibile che questi mezzi possono attraversare le Alpi svizzere e raggiungere il confine nord prima che entri in vigore il divieto di circolazione.

Per evitare una sosta obbligata durante la notte i mezzi pesanti dovranno anche in futuro scegliere una via d’aggiramento della Svizzera per motivi d’orario e tempi di resa.

Misure unilaterali

L’abrogazione del limite di 28 tonn potrebbe comportare come visto un aumento "insopportabile" di autoveicoli pesanti sul corridoio svizzero. Per evitare questo scenario la Svizzera introduce una tassa sul traffico pesante che favorisce senza alcuna discriminazione il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia, rispettando gli obiettivi dell’iniziativa popolare per la salvaguardia dell’ambiente.

Questo trasferimento dovrebbe avvenire innanzitutto con il servizio d’autostrada viaggiante tra Novara e Freiburg. Sono inoltre previste misure correttive unilaterali nel caso in cui l’offerta dell’autostrada viaggiante fosse utilizzata, per un periodo di 10 settimane, al di sotto del 66%, con la possibilità di aumentare la tassa sul traffico pesante del 12,5% due volte in sei mesi.

Misure di accompagnamento

Durante la fase di negoziazione degli accordi con la Ue, la Svizzera ha dovuto ridurre l’ammontare della tassa sul traffico pesante di un importo superiore al 50%.

E’ largamente diffusa la convinzione che le tasse fissate negli accordi bilaterali non siano sufficienti a trasferire una quota sostanziale di veicoli pesanti dalla strada alla rotaia e in particolare all’autostrada viaggiante. Per questo motivo il Governo svizzero intende sostenere il traffico combinato con contributi statali. Nei prossimi anni il contributo massimo all’esercizio di un servizio di autostrada viaggiante dovrebbe essere intorno ai 176 Mln Euro. Questo contributo, previsto anche per il traffico combinato non accompagnato, dovrebbe garantire la competitività dell’autostrada viaggiante con il tutto strada.

Tab. Previsioni di traffico pesante sull’autostrada viaggiante (a.v.) con l’introduzione del limite di 40 tonn e relativa tassa (nella 2' colonna sono indicate le previsioni per il traffico di transito, escluso il traffico interno, d’importazione e d’esportazione).

Traffico di Transito (anni)

Limite di 40t

con TTPCP

Realizzazione 100% potenziale a.v.

a.v. Strada

Realizzazione 50% potenziale a.v.

a.v. Strada

1994

887’386

620’300

267’100

310’150

577’200

2005

1’295’750

892’500

403’200

446’250

849’500

2010

1’467’838

1’012’100

455’700

506’050

961’800

2015

1’627’822

1’127’450

500’400

563’725

1’064’100

 

Fonte: Ecoplan Effetti della tasse traffico pesante commisurato alle prestazioni (TTPCP) ed offerta a.v.. GVF 241, Berna, 1997. (Per gli anni 1994 e 2005, prima dell’apertura della galleria di base Lötschberg, non sono considerati eventuali limiti di capacità).

 

Il numero dei veicoli in transito è il risultato dell’aumento dovuto al riflusso del traffico di "aggiramento" sul Brennero e Monte Bianco e della contemporanea diminuzione conseguente all’aumento di produttività dei veicoli pesanti (40 tonn). Le colonne AV indicano il numero di autoveicoli potenzialmente trasferibili sull’autostrada viaggiante. Il potenziale indica quindi il numero di veicoli pesanti che dovrebbero, secondo la loro origine e destinazione, scegliere i valichi svizzeri (con saturazione del potenziale al 100% e al 50%) e il numero dei veicoli restanti su strada. Presupposto fondamentale del trasferimento è un’offerta molto vantaggioso sull’arco delle 24 ore ad un prezzo inferiore ai 339 Euro per l’attraversamento della Svizzera (Novara – Freiburg). Si calcola comunque che solo un 75% del potenziale sceglierebbe effettivamente l’autostrada viaggiante.

I calcoli sono puramente teorici e non tengono conto di vari fattori che rendono l’utilizzo dell’AV molto problematico, se non impossibile. In ogni caso le capacità limitate delle linee ferroviarie non permettono, nel breve periodo, il trasferimento di più di 310’000 veicoli.

Le tariffe di 339 Euro corrispondono approssimativamente ai costi variabili per lo stesso percorso su strada con la tassa TTPCP. Un recente studio di Prognos (Prognos, 1998) stima la domanda per l’autostrada viaggiante nel 2005 tra 0,7 e 1,1 milioni di veicoli pesanti,, presupponendo un servizio cadenzato nell’arco delle 24 ore, con una tariffa ribassata del 20% rispetto ai costi variabili sulla strada (inclusa tassa) e un tempo di percorrenza di 4,5 ore.

Nonostante l’attrattività di quest’offerta, l’autostrada viaggiante non sarà in grado, anche dopo l’apertura della galleria di base, di adempiere agli obiettivi fissati dall’Alpeninitiative.

Se si aggiunge anche il traffico interno e quello di importazione/esportazione attraverso i valichi alpini, diventa molto evidente che anche la realizzazione al 100% del potenziale dell’autostrada viaggiante non riesce a trasferire un numero sufficiente di autoveicoli per mantenere il limite di 650’000 veicoli richiesto entro il 2005.

"Grande cabotaggio" per gli autotrasportatori svizzeri

Con gli accordi bilaterali l’Ue concede ai trasportatori svizzeri di effettuare il grande cabotaggio, cioè il trasporto tra due Paesi terzi e quelli membri dell’Ue. Con questa concessione si elimina una certa discriminazione nei confronti dei trasportatori svizzeri per l’accesso al mercato del trasporto merci dell’Ue.

 

4.2.6 Richiesta italiana per un’apertura anticipata di un corridoio di 40 tonn.

L’incidente nella galleria del Monte Bianco nel marzo 1999 ha tragicamente dimostrato la fragilità del sistema di trasporti transalpini, la forte dipendenza da alcuni valichi strategici e le poche possibilità di trovare vie alternative.

Nel caso del traforo del Monte Bianco la maggior parte dei veicoli pesanti si è spostato sul valico del Fréjus, raddoppiando in pochi giorni il numero di veicoli. Questa alternativa sembrava comunque insufficiente per il Ministero dei Trasporti italiano, che ha inoltrato una richiesta alla Svizzera sia per l’apertura di un corridoio di 40 tonn per affrontare l’emergenza sia per una deroga al divieto di circolazione tra le 22.00 e le 05.00 e la domenica. La richiesta è arrivata in un momento politicamente delicato per il Governo Svizzero. Il parlamento stava infatti discutendo i vari fascicoli degli accordi e alcuni gruppi minacciavano un referendum su alcuni punti. La risposta è stata negativa, perché il Governo Svizzero non ha ritenuto di poter concedere condizioni più favorevoli di quelle negoziate negli accordi bilaterali. Tra l’altro, la Svizzera aveva permesso, nei giorni immediatamente successivi all’incidente, l’attraversamento del Gran San Bernardo con veicoli di 40 tonn per ridurre i problemi di prima emergenza.

Dal punto di vista tecnico la Svizzera non ritiene opportuna l’apertura di un corridoio di 40 tonn finché l’offerta del TC non sia sfruttata pienamente. Per il traffico accompagnato (soluzione d’emergenza per i trasportatori non attrezzati per il traffico combinato non accompagnato) persistono seri limiti di disponibilità di materiale rotabile, in quanto i profili delle gallerie non consentono ancora di trasportare i veicoli pesanti di 4 metri di altezza agli spigoli. L’utilizzo delle capacità disponibili nel traffico non accompagnato richiederebbero, secondo il governo svizzero, adattamenti non indifferenti da parte dei trasportatori italiani e profondi cambiamenti organizzativi che richiedono tempo e investimenti.


4.2.7 Realizzabilità del progetto Autostrada viaggiante

A fronte dell’alto volume di veicoli pesanti che dovrebbero transitare sull’AV, l’offerta del consorzio Hupac-SBB/CCF-BLS prevede un servizio assai modesto che a livello iniziale comprende sette treni per direzione (14 treni giornalieri) per 250 giorni l’anno. I treni offriranno 19 posti per autocarri articolati (un’offerta giornaliera di 266 posti); da notare che il solo traffico di transito è arrivato nel 1998 ad una media di 2.222 veicoli pesanti/giorno. In seguito i treni saranno forniti di una doppia trazione, che permetterà di incrementare i posti disponibili per ogni treno fino ad arrivare nel 2007 ad un’offerta di 400.000 spedizioni. Questa cifra corrisponderebbe all’utilizzo del 50% del potenziale indicato nella tabella precedente.

Da ciò si deduce che l’autostrada viaggiante non sarà in grado di raggiungere gli obiettivi stabiliti da Alpeninitiative e la Svizzera dovrà coesistere con un carico stradale ben superiore ai 650’000 veicoli pesanti. Se si considerano anche i possibili problemi legati alle irregolarità dei flussi, con probabili picchi serali e si aggiungono quelli di congestione nelle zone dei terminal, persistono dubbi sul fatto che l’autostrada viaggiante sia una soluzione ideale per il trasporto merci attraverso la catena alpina e il riequilibrio modale.

 

4.2.8 Criticità nel sistema del trasporto terrestre attraverso le Alpi

Breve periodo

Strada

:

Le formalità doganali al confine Svizzero sono spesso origine di lunghe attese e possono causare notevoli ingorghi con forti impatti ambientali nella zone di attesa e sosta dei veicoli pesanti in transito. Con un accordo tra le dogane svizzera e italiana i tempi per le pratiche doganali dovrebbero essere ridotti ulteriormente dal primo agosto 1999. Per I mezzi pesanti in direzione sud, cioè in entrata in Italia, le procedure veloci sono già in applicazione.

Per quanto riguarda il limite di circolazione notturna la Svizzera non prevede alcuna modifica. Questo divieto rimane per l’autotrasporto di transito un impedimento molto forte per l’utilizzo dell’asse del Gottardo.

La chiusura momentanea del traforo del Monte Bianco presenta una criticità limitata nel tempo. Esso dimostra però la forte dipendenza del traffico dai pochi passaggi alpini. Con l’aumento del traffico stradale questi incidenti potrebbero diventare più frequenti, se non si assumono serie delle misure di prevenzione.

Il riflusso del traffico stradale dal Monte Bianco e Brennero sull’asse del Gottardo in seguito all’abrogazione del limite delle 28 tonn potrebbe accentuare alcuni problemi di congestione lungo il confine

 

Traffico ferroviario:

Il traffico ferroviario tradizionale, che è cresciuto lentamente negli ultimi anni, risente della scarsa qualità di servizio (tempo di resa). Uno dei primi compiti del centro di qualità della nuova joint venture tra ferrovia italiana e svizzera sarà quello di monitorare e migliorare la qualità di servizio del traffico internazionale.

Un problema particolare è costituito dal nodo di Milano Smistamento. La scarsa produttività dello scalo merci lombardo causa molti ritardi alla frontiera Svizzera, perché i treni sono fermati per l’impossibilità di convogliarli sul nodo milanese.

 

Traffico combinato:

Il TC ha raggiunto negli ultimi anni con i servizi shuttle uno standard di qualità molto alto. La puntualità e l’affidabilità sono senz’altro i fattori principali di successo. Ma negli ultimi anni, anche gli operatori intermodali non sono stati risparmiati dai problemi ferroviari. I due grafici seguenti evidenziano come siano aumentati i ritardi medi sui collegamenti principali tra l’Italia e la Germania.

I motivi per questi ritardi sono essenzialmente due. Il primo è legato alla mancata disponibilità di materiale di trazione al momento del proseguimento del treno al confine Svizzera – Italia. Il secondo motivo va ricercato nella mancanza di personale conducente italiano disponibile.

Questi ritardi sono particolarmente gravi per l’operatore intermodale, perché hanno delle ripercussioni sulla qualità del servizio con conseguenze negative per il cliente. La ripetizione o addirittura l’aumento di questi ritardi potrebbe anche indurre alcuni clienti ad abbandonare il trasporto combinato in modo irreversibile.

Un altro problema del trasporto combinato è il numero insufficiente di terminali e le loro capacità limitate. Questo problema è particolarmente grave nella regione Lombardia, dov’è stato affrontato nuovamente nel piano della logistica e dell’intermodalità.

Lungo periodo:

Nel lungo periodo si pone il problema di impostare una politica coerente del traffico transalpino scegliendo tra una politica a favore del traffico stradale ed una mirante al riequilibrio modale. Tenendo conto dell’orientamento della politica Europea, verso una maggior internalizzazione dei costi esterni e degli sforzi della Svizzera per favorire il trasporto combinato, dovrebbero essere maggiormente considerate le opportunità del traffico combinato strada – rotaia. In questo caso si tratta di appoggiare con politiche specifiche ed incentivi il cambiamento modale, creando da una parte strutture idonee ad incrementare il traffico combinato e dall’altra definendo con i Paesi dell’arco alpino condizioni omogenee per l’attraversamento al fine di evitare traffico di deviazione.

Per quanto riguarda il trasporto combinato si pone il problema di sostenere soluzioni transitorie tipo autostrada viaggiante o di favorire il riequilibrio modale non accompagnato. Gli incentivi per l’autostrada viaggiante dovrebbero favorire ulteriormente il traffico stradale, perché non richiedono adattamenti significativi da parte dei trasportatori, mentre il traffico combinato non accompagnato richiede ristrutturazioni organizzative ed investimenti in attrezzature speciali (casse mobili). Questi investimenti non saranno effettuati se non si possono offrire certe garanzie di servizio e di continuità di politica ferroviaria.

Il problema delle nuove infrastrutture ferroviarie presenta due aspetti, che sono direttamente collegati alla costruzione delle nuove gallerie di base del Gottardo e del Lötschberg, parte integrante della politica svizzera del trasporto di transito. Il primo aspetto riguarda gli allacciamenti o le linee afferenti alle nuove linee di base. In particolare si tratta dell’accesso alle nuove gallerie di base a sud di Lugano. Attualmente sono in discussione diverse varianti che passano per Varese o per Como. Il secondo riguarda l’opportunità di costruire nuove gallerie di base attraverso il Fréjus e il Brennero. Dopo l’incidente nel traforo del Monte Bianco, la Francia sembra voler accelerare il nuovo collegamento tra Francia e Italia, ormai in discussione da alcuni anni, mentre il progetto del Brennero sembra più in ritardo, inoltre la situazione finanziaria non è favorevole. Comunque dopo le varie critiche nei confronti dei progetti svizzeri e i forti dubbi circa la necessità di dover aumentare del doppio le capacità ferroviarie, è più che legittimo interrogarsi sull’opportunità di aumentare ulteriormente le capacità delle linee ferroviarie attraverso la catena alpina nei prossimi anni.

 



Appendice 4

Grafici relativi a statistiche sui trasporti

Grafico 1 Ripartizione modale del traffico transalpino su strada, ferrovia, traffico accompagnato o autostrada viaggiante (TC, ecc.) e traffico non accompagnato (TC non accompagnato) nel 1994.

Fonte: Statistica del traffico transalpino, Berna.

 

Grafico 2 Ripartizione modale del traffico transalpino nel 1994.

Fonte: Statistica del traffico transalpino, Berna.

 

Grafico 3 Evoluzione del numero di veicoli pesanti attraverso i valichi alpini svizzeri.

Fonte: Servizio per lo studio dei trasporti, Berna, 1999.

 

Grafico 4 Evoluzione del traffico dei veicoli pesanti, 1984-1995.

Fonte: Servizio per lo studio dei trasporti, Berna, 1997.

 

 

Grafico 5 Ritardi medi su alcune relazioni Germania-Italia, 1996-1998.

Fonte: Servizio per lo studio dei trasporti, Berna, 1997.

 

Grafico 6 Ritardo medio dei treni shuttle Mannheim-Busto Arsizio (MI), 1996-1998.

Fonte: Servizio per lo studio dei trasporti, Berna, 1997.

 


Logistica e intermodalità


INDICE

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DALLA PRIMA PAGINA
Le associazioni del settore marittimo-portuale denunciano l'assenza del MIT ai tavoli dove si decide l'assegnazione delle risorse dell'EU ETS
Roma
Allarmante - sottolineano - la mancata previsione di una ripartizione di fondi a favore del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Considerevole ulteriore riduzione del traffico delle merci nel porto di Taranto
Taranto
Nel secondo trimestre del 2024 il calo è stato del -30,7%
Nel secondo trimestre di quest'anno il traffico nei porti marittimi cinesi è cresciuto del +3,1%
Pechino
I soli carichi con l'estero sono aumentati del +8,4% e i container sono saliti del +7,5%
Nel secondo trimestre sono cresciuti i risultati economici di Konecranes
Helsinki
Calo tendenziale degli ordini, ma in aumento rispetto al trimestre precedente
Ricavi trimestrali della CMA CGM in crescita grazie alle nuove acquisizioni
Ricavi trimestrali della CMA CGM in crescita grazie alle nuove acquisizioni
Marsiglia
Volumi containerizzati trasportati dalla flotta in aumento del +6,8% nel secondo trimestre
Salvini chiede i curricula degli interessati a presiedere nove Autorità di Sistema Portuale
Roma
Le candidature dovranno essere presentate entro il prossimo 10 settembre
Un altro trimestre straordinario per Royal Caribbean Cruises
Un altro trimestre straordinario per Royal Caribbean Cruises
Miami
Nel periodo aprile-giugno nel primo semestre del 2024 sono stati infranti numerosi record
Decisa flessione delle performance economiche del gruppo ferroviario tedesco DB
Berlino
Nel primo semestre calo del -10,2% delle merci trasportate da DB Cargo. Diminuzione anche delle performance di DB Schenker
Rasmussen (BIMCO): la ridotta attività di demolizione di portacontainer aumenterà in futuro
Copenaghen
Intanto la capacità di stiva della flotta mondiale raggiunge nuovi record
Rinnovati i vertici delle associazioni degli agenti marittimi e degli spedizionieri della Spezia
DSV, in crescita il fatturato trimestrale ma non gli utili
Hedehusene
Nel periodo aprile-giugno aumento delle spedizioni aeree e marittime
Crescita semestrale del +4% del traffico dei container nei terminal di HPH Trust
Hong Kong
Ricavi in aumento del +2,6%
Carnival ordina a Fincantieri tre navi da crociera di 230.000 tonnellate di stazza lorda
Miami
Saranno le più grandi mai costruite dall'azienda navalmeccanica e le più grandi mai realizzate in Italia
Pubblicata negli USA la norma che vieta alle compagnie di navigazione di rifiutare immotivatamente slot di carico
Washington
Il VOCC dovrà dimostrare la sussistenza di basi ragionevoli per negare gli spazi
Nuovi record trimestrale e semestrale dei container e delle merci convenzionali nei porti spagnoli
Madrid
Avviata la costruzione del terminal trimodale del gruppo MSC nella regione di Parigi
Ginevra
Si prevede che nel 2027 il traffico annuo raggiungerà i cinque milioni di teu
No del governo di Londra ad una garanzia statale sui nuovi prestiti richiesti da Harland & Wolff
Londra
Il mercato - ha affermato il ministro Reynolds - è nella posizione migliore per risolvere le questioni commerciali affrontate dall'azienda
Nel porto di Napoli vengono avviati i lavori di rafforzamento della diga foranea Duca d'Aosta
La danese Norden compra la norvegese Norlat Shipping
Hellerup
È specializzata nel trasporto marittimo di prodotti forestali
Meyer Werft conferma la possibilità di attuare la ristrutturazione del gruppo navalmeccanico
Meyer Werft conferma la possibilità di attuare la ristrutturazione del gruppo navalmeccanico
Papenburg
Annunciata la definizione di una bozza di un piano che dovrebbe essere portato a termine nel 2028
IBIA, l'attuale indicatore di intensità di carbonio dell'IMO penalizza l'attività di bunkeraggio
Londra
Presentata una proposta di modifica del CII in vista della prossima sessione del MEPC
COSCO Shipping Ports, a giugno nuovo record storico di traffico mensile dei container
Hong Kong
Nel periodo aprile-giugno di quest'anno è stato registrato anche un nuovo record trimestrale
Lieve crescita trimestrale e semestrale del traffico dei container nel porto di Algeciras
Algeciras
Nuove locomotive per i trasporti transalpini di SBB Cargo International
Monaco di Baviera
Ordine a Siemens Mobility
Nuovo record storico di traffico mensile dei container nel porto di Barcellona
Barcellona
Registrati anche nuovi picchi massimi di volumi containerizzati trimestrali e semestrali
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Nel secondo trimestre il traffico delle merci nel sistema portuale di Anversa-Zeegrugge è cresciuto del +4%
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Anversa
I container sono stati pari a quasi 3,4 milioni di teu (+2%)
Porto di Rotterdam, in ripresa il traffico dei container nel secondo trimestre
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Rotterdam
Nella seconda metà dell'anno è atteso un rialzo dei volumi anche in altri segmenti merceologici
CMA CGM si accorda con Google per applicare l'intelligenza artificiale alle operazioni del gruppo
Marsiglia
Tra gli obiettivi, incrementare l'efficienza dell'utilizzo della flotta e dei container
Le Aziende informano
ABB completa l'acquisizione del business di routing meteorologico di DTN per la navigazione
La transazione è stata completata oggi, in seguito a un precedente annuncio di accordo con il gruppo globale di dati e analisi DTN
Nella prima metà del 2024 il traffico dei container nel porto di Los Angeles è cresciuto del +14,4%
Los Angeles
In crescita gli utili di ABB mentre calano gli ordini
Zurigo
Aumento delle commesse nei settori marittimo, portuale e chimico
Assiterminal, usare i fondi dell'EU ETS per investimenti in infrastrutture e nuovi equipaggiamenti per le imprese portuali
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Roma
Becce: sul Ccnl i sindacati abbandonino la deriva conflittuale
Marsa Maroc gestirà due terminal nel porto beninese di Cotonou
Casablanca
L'attività sarà svolta assieme alla nuova società pubblico-privata Bénin Manutentions
Clerc (Maersk): anche i prossimi mesi saranno caratterizzati da carenza di stiva containerizzata a fronte di un'elevata domanda
Copenaghen
Accordo in Bahrein per insediare un cantiere di riciclaggio navale
A maggio si è accentuata la flessione del traffico navale nel canale di Suez
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Il Cairo
Gli attraversamenti di navi cisterna sono diminuiti del -41,5% e quelli delle navi di altro tipo del -59,4%
Cognolato è il nuovo presidente di Assiterminal
Roma
Ferrari confermato direttore dell'associazione dei terminalisti portuali
La CIMAC è stata accreditata dello status consultivo presso l'International Maritime Organization
Francoforte sul Meno
General cargo fermato e sanzionato dalla Guardia Costiera di Genova
Genova
Riscontrate gravi violazioni della normativa europea sul riciclaggio delle navi
I commissari europei Valean e Sinkevicius dimissionari per prendere posto al Parlamento UE
Bruxelles
Prosegue il rimbalzo dei ricavi registrati dalla OOCL
Hong Kong
Nel secondo trimestre di quest'anno sono cresciuti del +14,4%
Il porto di Singapore registra nuovi record storici di traffico trimestrale e semestrale dei container
Singapore
Nuovi picchi massimi anche delle rinfuse non petrolifere
Ordini per 2,7 miliardi di dollari alla KSOE per la costruzione di 12 portacontenitori da 15.500 teu
Seul/Sejong
La Fair Trade Commission autorizza la KSOE ad acquisire il 35,05% del capitale della STX Heavy Industries
La FMC blocca l'entrata in vigore dell'accordo Gemini Corporation tra Maersk e Hapag-Lloyd nei traffici con gli USA
Washington
Sarebbe diventato automaticamente efficace lunedì, ma l'agenzia americana ha richiesto ulteriori informazioni
Nel primo semestre del 2024 il traffico delle merci nei porti russi è calato del -3,1%
San Pietroburgo
Merci secche in diminuzione del 2,7% e rinfuse secche del -3,5%
Nel porto di Klaipeda inizierà la costruzione di un nuovo terminal crociere
Klaipeda
Si prevede che i lavori partiranno quest'anno
Inaugurato il nuovo porto indiano di transhipment
Inaugurato il nuovo porto indiano di transhipment
Thiruvananthapuram
Lo scalo in acque profonde di Vizhinjam è gestito dalla Adani Ports and Logistics
Nel secondo trimestre sono diminuiti gli atti di pirateria contro le navi, ma non la violenza contro i marittimi
Nel secondo trimestre sono diminuiti gli atti di pirateria contro le navi, ma non la violenza contro i marittimi
Londra/Kuala Lumpur
Denunciati 27 attacchi rispetto ai 38 del periodo aprile-giugno del 2023
Sottoscritta l'ipotesi di accordo per il rinnovo del Ccnl dell'industria armatoriale
Roma
Aumento complessivo al parametro medio (nostromo) di 202 euro
Global Ports Holdings accetta l'offerta di takeover dell'azionista di maggioranza GIH
Londra
La proposta include il delisting della società
GNV pubblica il proprio Rapporto di Comunità 2023
Genova
Catani: generiamo annualmente impatti diretti, indiretti e indotti pari a 1,36 miliardi sull'economia italiana
Approvate le variazioni al bilancio di previsione 2024 dell'AdSP Ligure Occidentale
Genova
Ok del Comitato di gestione alle convenzioni con RFI per i collegamenti di ultimo miglio
Sindacati, approvato il rinnovo del contratto dei marittimi e sciolta la riserva
Roma
Alcune criticità nel settore del rimorchio
L'AdSP della Sardegna accelera le spese per l'infrastrutturazione
Cagliari
Circa 60 milioni di euro di somme a disposizione in più nel 2024
Aggiudicato l'appalto per la nuova pavimentazione delle banchine 19, 20 e 21 del porto di Ancona
Ancona
Nell'area verranno spostati parte degli attracchi dei traghetti
Medlog (gruppo MSC) diventerà comproprietaria del nuovo inland port belga di Limburg
Bruxelles
Partnership con Essers e Machiels
Al via nel porto di Augusta i lavori per la realizzazione del nuovo posto di controllo frontaliero
Augusta
Saranno ultimati entro gennaio 2025
Nei primi cinque mesi del 2024 il traffico delle merci nel porto di Napoli è cresciuto del +5,8% mentre a Salerno è calato del -1,0%
Napoli
Approvato il DPSS dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale
Livorno
Lo strumento definisce gli obiettivi e le strategie di sviluppo coordinate dei porti del Sistema
Nel secondo trimestre di quest'anno i ricavi di UPS sono diminuiti del 1,1%
Atlanta
Utile netto in calo del -32,3%
Stabile il fatturato trimestrale del gruppo logistico Kuehne + Nagel
Schindellegi
In crescita i ricavi generati dalle spedizioni aeree
Nuovo servizio di Bertani Trasporti per il trasporto ferroviario di auto tra Chignolo Po e Cassino
Milano
Il 6,5% della flotta in navigazione è in grado di utilizzare carburanti o propulsioni alternative
Napoli
Trafigura diventa unica proprietaria della High Heat Tankers
Singapore
Acquisito il 50% del capitale in mano alla Gearbulk
Positivo il secondo trimestre di Wärstilä
Helsinki/Trieste/Roma
Accentuata crescita nel segmento marittimo
Varata una ro-pax di Bluferries
Atene
Dall'inizio del prossimo anno collegherà Villa San Giovanni con Messina
Accordo Fincantieri-Hera per l'ottimizzazione del ciclo dei rifiuti
Bologna/Roma
Verrà istituita una newco. L'attività avrà avvio nel cantiere navale di Monfalcone
La giapponese ENEOS cede la flotta di navi cisterna e rinfusiere ad una newco partecipata all'80% da NYK
Tokyo
La vendita non include le navi per il trasporto di petrolio greggio
PROSSIME PARTENZE
Visual Sailing List
Porto di partenza
Porto di destinazione:
- per ordine alfabetico
- per nazione
- per zona geografica
Fondi UE per 765 milioni alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione
Bruxelles
Finanziato anche l'accesso al tunnel di base del Brennero
Medtruck (gruppo MSC), accordo con i sindacati su salario e diritti
Roma
Nei prossimi 15 giorni i lavoratori saranno chiamati ad esprimersi sull'intesa
Inaugurato il nuovo collegamento ferroviario intermodale tra l'Interporto della Toscana Centrale e il Terminal Darsena Toscana
Prato
In arrivo nel porto di La Spezia i mezzi navali per la costruzione del nuovo molo crociere
La Spezia
Saranno utilizzati per il consolidamento dei fondali marini e la prefabbricazione e posa dei cassoni
Rhenus ha inaugurato due stabilimenti nei pressi di Bologna e Milano
Lauzacco
Nuove filiali a Castel San Pietro e Casei Gerola
A giugno il porto di Long Beach stabilisce un nuovo record di traffico dei container per questo mese
Long Beach
La BEI finanzia con 90 milioni il progetto della Darsena Europa del porto di Livorno
Lussemburgo
Guerrieri: pieno sostegno politico e finanziario alla sua realizzazione
Accordo tra l'AdSP dell'Adriatico Centrale e la Polizia di Stato per la prevenzione ed il contrasto dei crimini informatici
Ancona
Croce (Assagenti): non fermare la realizzazione delle grandi infrastrutture
Genova
Diga di Genova, Terzo Valico e gronda autostradale - sottolinea - sono opere essenziali
Nel primo semestre del 2024 il traffico dei container nel porto di Hong Kong è calato del -5,4%
Hong Kong
Nel secondo trimestre la flessione è stata del -7,5%
Rinnovato l'accordo quinquennale tra Onorato Armatori e IMAT per la formazione degli equipaggi
Castel Volturno
Saipem si è aggiudicata due progetti offshore in Arabia Saudita
Milano
Nuove attività del valore di circa 500 milioni di dollari
Al via i lavori per la realizzazione del nuovo varco d'ingresso al porto di Augusta
Augusta
Di Sarcina: opera strategica anche alla luce del recente trasferimento del traffico dei container da Catania
La forte domanda di container si riflette sugli utili della CIMC
Hong Kong
Registrato un aumento significativo delle vendite di dry box
ALS Customs Services ha acquisito l'italiana Battaglino Customs Services
Hilden
L'azienda di Milano ha 79 dipendenti
Approvato il bilancio 2023 di Interporto Campano
Nola
Confermati Alfredo Gaetani (presidente) e Claudio Ricci (amministratore delegato)
Saipem, commessa per attività offshore in Azerbaijan
Milano
In programma attività nelle acque azere del Mar Caspio
Il gruppo danese SGL compra la brasiliana Blu Logistics Brasil
Hvidovre
Accordo per acquisire l'intero capitale sociale
Sottoscritto il 99,2% dell'aumento di capitale da 400 milioni di Fincantieri
Roma
L'azionista di maggioranza CDP Equity ha sottoscritto nuove azioni per 285,8 milioni di euro
Il 17 luglio a Roma si terrà l'assemblea pubblica di Assiterminal
Roma
Messina (Assarmatori): con il rinnovo del Ccnl dell'industria armatoriale valide risposte alle esigenze dei lavoratori
Al La Spezia Container Terminal iniziano gli scali delle portacontenitori da 21.000 teu di OOCL
La Spezia
Inaugurato l'impianto di Onshore Power Supply del porto di La Valletta
Floriana/Ginevra
Ogni mercoledì “MSC World Europa” si collegherà alla rete elettrica dello scalo
PSA, le misure per mitigare la congestione nel porto di Singapore stanno avendo successo
Singapore
Nei mesi scorsi è aumentata, tra l'altro, la necessità di movimentare più volte i container
Presentato il XII Rapporto Nazionale sull'Economia del Mare
Roma
Il settore genera un valore aggiunto diretto pari a 64,6 miliardi di euro
Impostata nel cantiere di Ancona la costruzione della nave da crociera extralusso Four Seasons I
Trieste
Fincantieri la consegnerà entro la fine del 2025
Hapag-Lloyd annuncia i risultati preliminari del primo semestre
Amburgo
La compagnia ritiene che la seconda metà del 2024 sarà migliore rispetto alle attese precedenti
A maggio il traffico delle merci nel porto di Ravenna è diminuito del -3,0%
Ravenna
Atteso per il mese di giugno un calo del -3,3%
L'analisi economico-finanziaria di Fedespedi delle compagnie di navigazione containerizzate
Milano
Posa della chiglia del nuovo megayacht ultra-lusso destinato ad Aman at Sea
Genova
Cerimonia nel cantiere di San Giorgio di Nogaro della T. Mariotti
Danaos conferma l'ordine in Cina per cinque nuove portacontainer
Atene
Quattro avranno una capacità di 9.200 teu ed una di 8.258 teu
A Barcellona il primo container terminal del Mediterraneo con banchina elettrificata
Barcellona
Venerdì l'inaugurazione dell'impianto di Onshore Power Supply di Hutchison Ports BEST
PORTI
Porti italiani:
Ancona Genova Ravenna
Augusta Gioia Tauro Salerno
Bari La Spezia Savona
Brindisi Livorno Taranto
Cagliari Napoli Trapani
Carrara Palermo Trieste
Civitavecchia Piombino Venezia
Interporti italiani: elenco Porti del mondo: mappa
BANCA DATI
ArmatoriRiparatori e costruttori navali
SpedizionieriProvveditori e appaltatori navali
Agenzie marittimeAutotrasportatori
MEETINGS
Il 17 luglio a Roma si terrà l'assemblea pubblica di Assiterminal
Roma
Messina (Assarmatori): con il rinnovo del Ccnl dell'industria armatoriale valide risposte alle esigenze dei lavoratori
Il 25 giugno a Genova si terrà l'assemblea di Assagenti
Genova
Evento dal titolo “Mari inquieti. Rotte e conflitti: l'incognita dei traffici”
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RASSEGNA STAMPA
Samsung, HMM clash in US over shipping rates
(The Korea Times)
Houthis Mount Biggest Month of Attacks on Ships This Year
(Bloomberg)
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FORUM dello Shipping
e della Logistica
Relazione del presidente Tomaso Cognolato
Roma, 17 luglio 2024
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Prosegue la crescita dei ricavi delle taiwanesi Evergreen e Yang Ming
Taipei/Keelung
YML ordina 9.100 nuovi container
Inaugurata a Gioia Tauro la banchina che ospiterà il polo di riparazioni navali
Gioia Tauro
Agostinelli: quest'anno il traffico dei container in porto sfiorerà i quattro milioni di teu
Il gruppo cinese Hengli costruirà un cantiere navale sull'isola di Changxing
Dalian
Investimento del valore di 1,3 miliardi di dollari
SFL Corporation rinnova con Maersk il noleggio di quattro portacontainer
Hamilton
La capacità delle navi sarà elevata da 8.700 a 9.500 teu
Prysmian, record di installazione di un cavo in acque ultra-profonde
Milano
Test per l'installazione a -2.150 metri
La tedesca Rhenus ha acquisito il 15% della francese C Chez Vous
Holzwickede
È specializzata nella consegna di merci di peso superiore a 30 chilogrammi
Astilleros Armon ha consegnato il traghetto dual-fuel Margarita Salas alla Baleària
Dénia
Può essere alimentato a gas naturale liquefatto
Fratelli Cosulich ordina due nuove chemical bunkering tankers
Genova
Saranno prese in consegna nel primo semestre del 2026
Fincantieri vara ad Ancona la nave da crociera Viking Vesta
Los Angeles
A metà 2025 sarà consegnata all'americana Viking
Lineage compra il fornitore abruzzese di magazzini frigoriferi Eurofrigor
Amsterdam
Gestisce una struttura a celle frigorifere di oltre 24.000 metri quadrati a Controguerra
Al via la fase costruttiva dell'antemurale del porto di Porto Torres
Cagliari
Affidata ad un Collegio Consultivo Tecnico la questione dei maggiori costi dell'opera
Avvenuta in Cina la posa della chiglia della nuova ro-pax GNV Virgo
Genova
Sarà la prima nave della flotta di GNV ad essere alimentata a gas naturale liquefatto
A Genova la Giornata mondiale degli ausili alla navigazione marittima
Genova
Il 22 agosto la IALA assumerà lo status legale di organizzazione intergovernativa
SFL Corporation ordina la costruzione di cinque portacontainer da 16.800 teu
Hamilton
Commessa del valore di un miliardo di dollari alla New Times Shipbuilding
Nel 2023 Fratelli Cosulich ha registrato performance finanziarie seconde solo a quelle record del 2022
Genova
OMT (Accelleron) acquisisce la OMC2
Rivoli
L'azienda produce iniettori di carburante ad alta precisione per motori marini, stazionari e ferroviari
Lo scorso anno il traffico delle merci nei porti olandesi è calato del -7,6%
L'Aia
Riduzione dei volumi in tutti i principali comparti merceologici
Chantier Naval de Marseille ammodernerà altre due navi da crociera di AIDA Cruises
Rostock
Fanno parte della classe “Sphinx”
La genovese De Wave ha acquisito la Inoxking
Genova
L'azienda produce mobili in acciaio e sistemi di refrigerazione per l'industria marittima
Continua la flessione del traffico dei container nel porto del Pireo
Hong Kong
Complessivamente in aumento i volumi movimentati dagli approdi del network di COSCO Shipping Ports
MSC ottiene il 97,71% del capitale della Gram Car Carriers
Oslo
Nei prossimi giorni l'acquisizione delle rimanenti azioni
Hapag-Lloyd ribattezza la propria divisione terminalista
Amburgo
A Hanseatic Global Terminals fanno capo 20 container terminal in 11 nazioni
ADNOC Logistics & Services ordina in Corea 8-10 nuove navi per gas naturale liquefatto
Abu Dhabi
Saranno costruite da Samsung Heavy Industries e Hanwha Ocean
Kombiverkehr è allarmata per la riduzione dei servizi di DB Cargo per il trasporto intermodale
Francoforte sul Meno
L'azienda è alla ricerca di partner alternativi
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio
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