L'associazione degli armatori europei ha espresso apprezzamento
per il contenuto del rapporto di Mario Draghi sulla competitività
dell'economia europea, che è stato pubblicato oggi, in quanto
- ha spiegato l'European Shipowners' Community Associations (ECSA) -
«riconosce la leadership globale del trasporto marittimo
europeo e riconosce che un quadro normativo e fiscale idoneo allo
scopo ha garantito che il settore sia rimasto competitivo a livello
globale».
Un riconoscimento del ruolo dello shipping che nel rapporto
sembra essere rimarcato per llo più sottolineando gli effetti
negativi sulla competitività dell'economia europea della
riduzione del peso a livello mondiale del settore del trasporto
marittimo dell'Unione Europea: «la quota della flotta
marittima mondiale di proprietà dell'UE - si legge nel
rapporto - è in calo. La quota della flotta globale di
proprietà di aziende dell'UE si sta riducendo nonostante il
sostegno assicurato tramite le linee guida sugli aiuti di Stato al
trasporto marittimo sia stato fondamentale affinché il
settore diventasse leader mondiale. Il settore dello shipping -
osserva il rapporto di Draghi - è altamente mobile e gli
asset correlati, considerati sia come beni che come società
imponibili, possono spostarsi da un paese all'altro nell'arco di
poche settimane. Un certo numero di paesi terzi (ad esempio il Regno
Unito, in Asia, in Medio Oriente e in Nord America) - rileva il
rapporto - offrono condizioni vantaggiose per le imprese. Ad
esempio, la Cina offre leasing d'interesse per gli armatori, mentre
le banche commerciali UE hanno rallentato il loro supporto a causa
di rigorosi requisiti prudenziali». Uno scenario - osserva
ancora il rapporto - che caratterizza anche il settore portuale
europeo: «nonostante la forza dell'UE nella logistica globale
- si spiega - solo un operatore europeo è tra le prime cinque
aziende globali che gestiscono terminal portuali. Oggi gli operatori
asiatici e mediorientali dominano quest'attività e si
aggiudicano concessioni in tutto il mondo».
L'ECSA ha evidenziato inoltre come il rapporto riconosca che il
trasporto marittimo, assieme al trasporto aereo, sono i settori più
difficili da decarbonizzare e che i necessari investimenti per la
decarbonizzazione del solo trasporto marittimo saranno di 39
miliardi di euro all'anno tra il 2031 e il 2050, mentre per il
trasporto aereo ammonteranno nello stesso periodo a 61 miliardi
all'anno. Rilevando come il rapporto fissi come obiettivo principale
per la decarbonizzazione di questi settori l'aumento della
produzione di combustibili puliti e lo sviluppo di tecnologie pulite
e innovative in Europa, l'associazione armatoriale ha sottolineato
che a tal proposito il rapporto identifica la necessità di un
adeguato accesso ai finanziamenti, tra cui bandi specifici per il
trasporto marittimo nell'ambito dell'ETS Innovation Fund.
«Il
rapporto Draghi - ha affermato il segretario generale dell'ECSA,
Sotiris Raptis - riconosce con chiarezza il ruolo di leadership
globale del trasporto marittimo europeo e la necessità di
mantenere la sua competitività internazionale. Lo shipping
europeo è una storia di successo ed è un pilastro
della sicurezza energetica, alimentare e della catena di
approvvigionamento del nostro continente. In questi tempi di
incertezza geopolitica, è fondamentale per l'Europa mantenere
e far crescere la flotta gestita dall'UE, che garantisce la
posizione dell'Europa nelle catene di approvvigionamento globali e
l'accesso ai principali mercati internazionali. Un settore dello
shipping competitivo a livello internazionale è anche un
prerequisito per un fiorente cluster industriale marittimo europeo,
che deve far parte del prossimo Clean Industrial Deal dell'UE. È
essenziale - ha concluso Raptis - concentrare gli investimenti nella
capacità industriale europea per combustibili puliti e
tecnologie innovative per la navigazione al fine di raggiungere i
nostri obiettivi climatici e migliorare la competitività e la
sicurezza europee».