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La FIATA è contraria all'ispezione del 100% dei container diretti negli USA
La federazione teme un «effetto disastroso sulla supply chain»
15 novembre 2007
La FIATA, la federazione internazionale delle associazione degli spedizionieri, ha espresso la propria contrarietà all'entrata in vigore dello statunitense 9/11 Commission Recommendations Act, legge che è stata firmata dal presidente americano Bush lo scorso 3 agosto e che prevede che entro il 2012 tutti i container che in importazione negli Stati Uniti siano sottoposti a ispezione tramite scanner prima di essere imbarcati nei porti esteri.
«L'effetto disastroso sulla supply chain della scansione di tutti i container in esportazione nel mondo - ha osservato la FIATA - è evidente. Le attività in tutti i porti subiranno ritardi eccessivi e ciò determinerà un notevole aumento della domanda di capacità di stoccaggio. Crescerebbe la congestione nei porti e nei collegamenti con l'hinterland e diverrebbe intollerabile. Sarebbero necessarie nuove installazioni portuali per soddisfare la domanda statunitense relativa al controllo di ogni container che verrà esportato negli USA. Ciò costerà milioni, se non miliardi di dollari. L'ispezione del 100% dei container è semplicemente impossibile e rallenterebbe gli scambi mondiali e sarebbe un ostacolo per una catena del trasporto senza intoppi».
«Il comparto delle spedizioni delle merci - ha rilevato la federazione - ritiene che la dichiarazione di carico anticipata che è già applicabile per le spedizioni di container verso il territorio americano, che diventerà applicabile per tutte le spedizioni a partire dal 2009, sia - insieme con un certo buon senso - un approccio molto più pratico ed efficace. Ulteriori misure per migliorare ulteriormente i dati disponibili per la valutazione del rischio prima dell'imbarco rafforzeranno ancor di più questa strategia. Inoltre il mutuo riconoscimento dei vari programmi di security mondiali come il C-TPAT, l'AEO ed altri contribuirà all'analisi sulla sicurezza».
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