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Assomarinas preannuncia ricorsi legali a raffica «per la mancata rettifica dello spropositato incremento dei canoni demaniali marittimi»
L'associazione prevede un mancato apporto al Pil quantificabile in circa 800 milioni di euro
25 febbraio 2008
Assomarinas annuncia «ricorsi legali a raffica contro il ministero delle Finanze». Questo - ha spiegato l'associazione italiana dei porti turistici - sarà l'effetto del decreto “Milleproroghe” che - ha sottolineato Assomarinas - «ha snobbato porti, cantieri e operatori nautici per la mancata rettifica dello spropositato incremento dei canoni demaniali marittimi».
«È inconcepibile - ha rilevato il presidente dell'associazione, Roberto Perocchio - che si pretenda di applicare tali nuove misure che in certi casi aumentano fino all'800% il costo di occupazione delle aree e dei fabbricati demaniali di approdi e litorali colpendo persino strutture portuali turistiche che avevano un canone diverso contrattualmente già concordato con lo Stato».
Assomarinas ha precisato che le immediate negative conseguenze di tale provvedimento - secondo studi recentemente prodotti dall'associazione in stretta collaborazione con UCINA - «si tradurranno in una drastica riduzione degli adeguamenti e ampliamenti delle concessioni in essere; nella rielaborazione di piani economici-finanziari per i procedimenti in corso di perfezionamento e nell’accensione di consistenti contenziosi a tutela delle “concessioni-contratto” formalizzate prima del 31 dicembre 2006. Tutto ciò ha prodotto e produrrà per gli esercizi 2007-2008 un mancato apporto al prodotto interno lordo quantificabile in circa 800 milioni di euro per le mancate realizzazioni di nuovi ormeggi e per la drastica contrazione di unità di lavoro sia dirette che indotte».
«A questo punto - ha concluso Perocchio - gli operatori della nautica dovranno spostare il dibattito dal terreno parlamentare a quello elettorale sostenendo esclusivamente quei gruppi politici che sapranno garantirci la possibilità di recuperare quanto ci era stato riconosciuto nell’interesse della crescita del sistema nautico produttivo che a tutt'oggi, senza mai nulla chiedere, aveva esclusivamente navigato con le proprie forze».
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