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L'ICS rinnova l'invito ad eliminare gli aiuti alla cantieristica che distorcono il mercato
Bennett: nonostante esista da oltre 50 anni, è sconfortante che il Working Party on Shipbuilding abbia compiuto ancora pochi progressi
21 novembre 2017
Il trasporto marittimo deve essere economicamente sostenibile se si vuole assicurare anche la sua sostenibilità ambientale. Lo evidenziato l'International Chamber of Shipping (ICS), l'associazione degli armatori e degli operatori mondiali dello shipping, confrontandosi con i rappresentanti governativi in seno al Concil Working Party on Shipbuilding dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD) in occasione del “Workshop on Green Growth of Maritime Industries” tenutosi ieri nell'ambito della Ocean Economy Week organizzata dall'OECD, evento che si concluderà domani a Parigi.
«La continua sfida cui devono far fronte gli armatori - ha spiegato il direttore delle Politiche dell'ICS, Simon Bennett - è costituita dall'eccesso di capacità, che è supportato e favorito dagli aiuti governativi e dalle misure di sostegno che incoraggiano i cantieri navali a costruire navi che sono eccedenti rispetto alla domanda. Se i governi sono seriamente intenzionati ad aiutare il settore del trasporto marittimo a conseguire gli obiettivi delle Nazioni Unite per uno sviluppo sostenibile, l'OECD deve compiere nuovi sforzi per ottenere un accordo globale sull'eliminazione dal segmento delle costruzioni navali delle misure di distorsione del mercato. Nonostante esista da oltre cinquant'anni - ha denunciato Bennett - è sconfortante che il Working Party on Shipbuilding abbia compiuto ancora pochi progressi e che l'ultimo ciclo di negoziati per un nuovo accordo dell'OECD sia stato sospeso diversi anni fa».
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