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SI MOLTIPLICANO GLI EPISODI DI EQUIPAGGI FORMATI DA IMMIGRATI CLANDESTINI
Il BIMCO denuncia il dilagare del fenomeno che danneggia soprattutto gli agenti marittimi
24 settembre 1997
L'agenzia che aveva accettato di rappresentare la Sealink Shipping Piraeus per l'arrivo della nave "Suwa" in Israele ricorderà a lungo i nomi dei 12 membri indiani dell'equipaggio.
Una volta predisposto l'arrivo e prenotato l'albergo per i 12 uomini è giunto sul posto il nuovo equipaggio che è stato indirizzato all'hotel. Nel frattempo l'agenzia è stata informata di un ritardo - dovuto a motivi tecnici - che la nave avrebbe accusato nel giungere a destinazione.
La mattina seguente l'equipaggio ha lasciato l'albergo facendo perdere le proprie tracce e l'agenzia si è trovata a dover saldare il conto del pernottamento di 2.000 dollari.
Vani ovviamente i tentativi di rintracciare armatore e nave.
Si tratta di episodi, ricorda in un comunicato il Baltic and International Maritime Council (BIMCO), ripetutisi 15 volte negli ultimi tre anni che riguardano sovente agenzie contattate via telex per assistenza nel cambio di equipaggio.
L'imbroglio è congegnato in questo modo: poco prima che il nuovo equipaggio giunga all'aeroporto, l'agenzia è informata del ritardo della nave e della necessità di ospitare i marittimi in arrivo in un albergo. Si tratta di immigrati clandestini che regolarmente spariscono.
I danni arrecati all'incauta o sfortunata agenzia marittima possono essere considerevoli. Spesso viene infatti costretta a far fronte a tutte le spese, comprese quelle per il rimpatrio dei clandestini, che possono raggiungere i 30.000 dollari per persona. Ma il rischio è anche quello di venire convocati al cospetto delle locali autorità per l'immigrazione.
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