Il caso "mucca pazza", dopo essere rimbalzato su tutti i mercati mondiali dove si consuma carne bovina ed aver provocato, seppur per breve tempo, un sovvertimento dei consumi e dei prezzi, ora giunge anche in campo marittimo dove appare come un ottimo incentivo dell'impiego di tonnellaggio altrimenti inattivo, e quindi del livello dei noli. Il governo britannico ha infatti incaricato esperti del ministero dell'Agricoltura, della Pesca e dell'Alimentazione di contattare i principali shipbroker londinesi per accertare la disponibilità di noleggio di navi frigo. Gli impianti di incenerimento sono colmi di carcasse di mucche e non riescono a tenere il passo con gli arrivi di altri animali, poiché è previsto per i prossimi mesi il raddoppio degli animali da incenerire. Da maggio a fine settembre, cedendo non senza proteste alle pressioni della Commissione Europea, sono stati macellati 600.000 capi di bestiame. Entro fine anno ne dovrebbero giungere agli impianti d'incenerimento oltre 55.000 la settimana: Troppi, secondo l'Intervention Board, che è stato costretto a programmare la conservazione nelle stive delle navi frigo degli animali che non potranno essere accolti negli impianti a terra.
Gli armatori di queste navi naturalmente hanno accolto le richieste dell'Intervention Board con molto interesse, anche se la disponibilità di tonnellaggio, accertabile in questo frangente, sia più difficile da stabilire per i prossimi mesi, quando la domanda di stiva muterà completamente, come sempre accade in questo comparto del mercato nel periodo invernale, e dipenderà anche dall'andamento della stagione della pesca in Atlantico. Attualmente c'è una notevole disponibilità di tonnellaggio reefer di armatori russi, e a noli definiti "accettabili".
Se il caso della "mucca pazza" ha colpito a freddo gli allevatori britannici, che hanno calcolato il danno in due miliardi e mezzo di sterline (oltre seimila miliardi di lire), era veramente inatteso il seppur piccolissimo beneficio che ne deriva al mercato marittimo, e non solo britannico.
Stefano Bellio
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