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Favoriti i cantieri americani nella demolizione di navi
Secondo una proposta di legge, metà del profitto derivante dalla demolizione dovrebbe spettare al cantiere navale, l'altra metà al governo
29 maggio 1998
Negli Stati Uniti potrebbe essere introdotta una legge che favorisce le demolizioni di navi. Secondo una proposta di legge presentata dalla senatrice Barbara A. Mikulski, la U.S. Administration e la U.S. Navy dovrebbero impegnarsi a vendere le navi da demolire a cantieri americani qualificati. I cantieri dovrebbero avere metà dei profitti derivanti dalla demolizione, mentre l'altra metà andrebbe al governo.
La proposta definisce come qualificati quei cantieri che sono in grado di costruire o riparare navi dell'U.S. Navy, che sono protetti da un Navy Master Ship Repair Agreement, che sono in grado di eliminare sostanze pericolose e quelli che impiegano almeno il 75 per cento del tempo dei loro dipendenti nel lavoro di demolizione.
I cantieri di smantellamento potrebbero anche essere esteri, ma solo se l'U.S. Environmental Protection Agency e il segretariato del Congresso certificano che i requisiti di quei cantieri sono assimilabili alle leggi americane e se i diritti dei loro lavoratori sono assimilabili all'U.S. Trade Act del 1974.
Se approvata, la legge prescrive che il segretariato alla marina inizi un programma sperimentale. Inoltre entro sei mesi dall'approvazione dovrebbero essere assegnati a due cantieri USA i contratti per la demolizione di navi il cui tonnellaggio complessivo sia almeno di 80.000 tonnellate l'anno.
Alcune decine d'anni fa era in vigore in Italia una legge che favoriva le demolizioni, se accompagnate dall'ordinazione di altro tonnellaggio.
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