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Il Nepal cerca di tagliare i costi del trasporto delle sue merci da e per il porto di Calcutta
Nel prossimo dicembre scade l'accordo settennale tra i due Paesi, che inizialmente fissava 17 punti di transito al confine comune
30 settembre 1998
Il Nepal ha chiesto all'India di assicurare un più facile accesso delle sue merci attraverso i porti indiani, e cerca di ottenere questo risultato sancendolo nel rinnovo del trattato settennale tra i due Paesi che si concluderà nel prossimo dicembre. Una gran parte dell'import-export nepalese passa attraverso il porto di Calcutta.
Il commercio estero nepalese è diminuito da 1,28 miliardi di dollari del 1996-1997 a 1,17 miliardi nei dodici mesi che vanno dal luglio 1997 allo stesso mese di quest'anno.
L'anno scorso l'India ha consentito ai camion nepalesi di percorrere un tratto di strada nel nord-est della nazione per raggiungere i porti del Bangladesh. Il tratto di 60 chilometri da Kakarbhitta a Phulwari permette infatti al Nepal di ridurre i costi e i tempi di transito per i porti del Bangladesh, eliminando la dipendenza dall'India per l'accesso ai porti.
Più del 30 per cento del commercio estero nepalese ha destinazione o provenienza India, che ha fissato 17 punti di transito lungo i 1500 chilometri di confine tra i due paesi, ma un contrasto avvenuto nel 1989 ha fatto sì che l'India chiudesse tutti i transiti eccetto uno. Ed ora, sanati i contrasti, il Nepal vuol rinnovare l'accordo del 1991 con più punti a suo favore, nel tentativo di tagliare sensibilmente i costi del trasporto merci da e per Calcutta.
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