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Autotrasporto, si cerca un accordo su base europea
Il problema più importante è quello dell'armonizzazione dei tempi di lavoro
30 settembre 1998
Oggi l'Unione Europea deve estendere la Direttiva del 1993 sulla salute e la sicurezza sul lavoro a tutti i settori di attività, e quindi anche all'autotrasporto merci, che negli scorsi mesi è stato oggetto di trattative tra i rappresentati delle imprese del settore e i sindacati. Questi ultimi chiedono che nei tempi di lavoro oggetto di remunerazione vengano considerati anche quelli attinenti alle attese, al carico e allo scarico. Attualmente la regolamentazione comunitaria basata sulla normativa 3820.85 considera 'tempo di lavoro' solamente quello di guida. E negli Stati membri dell'UE le legislazioni in materia sono disparate.
Alcune rappresentanze delle imprese dell'autotrasporto accetterebbero il principio dell'armonizzazione dei tempi di lavoro, ma subordinato alla possibilità di ricorrere a deroghe di ampia portata. Le leggi europee permetterebbero il ricorso a queste deroghe, che tuttavia - se troppo ampie - vuoterebbero di fatto il contenuto del futuro accordo in sede europea. Inoltre le deroghe potrebbero costituire una fonte di distorsione della concorrenza. Sospenderle tuttavia in alcuni casi non sarebbe giusto.
Ma il problema maggiore consiste nell'armonizzazione dei tempi di lavoro, alla cui soluzione sta lavorando un gruppo paritario. Allo stato attuale dei lavori pare che sia stato trovato un accordo su una limitazione dell'orario di lavoro a 48 ore settimanali, con un massimo di 60 ore in una sola settimana nel corso di quattro mesi. E' difficile però che un mondo composito e vasto come quello dell'autotrasporto possa accordarsi su problemi così importanti, che da sempre sono elementi caratterizzanti le varie realtà nazionali.
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