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Proteste degli esportatori dell'ASEAN contro un aumento dei noli deciso dal TSA
Il presidente del Cebu Furniture Industries Foundation ha calcolato che l'aggravio di spesa per gli esportatori sarebbe di quasi 13 milioni di dollari l'anno
23 aprile 1999
Il Federation of Asean Shipper's Council (FASC) si oppone all'aumento dei noli stabilito dal 1° maggio dal Transpacific Stabilization Agreement (TSA) per tutti i carichi diretti negli Stati Uniti. La Cebu Furniture Industries Foundation (CFIF) afferma che il TSA non può giustificare un aumento delle rate di nolo e che tutti i caricatori coinvolti nell'aumento tariffario protestano. L'aumento non è da poco: 900 dollari per feu per i porti della costa occidentale USA e 1000 dollari per altri porti americani e per le destinazioni interne. Tenendo conto che l'industria di Cebu ha spedito l'anno scorso 19.406 container teu e feu nel mondo, dei quali il 60 per cento diretto negli Stati Uniti, il presidente del CFIF ha calcolato un costo annuale extra per le industrie di 12,9 milioni di dollari.
Ceferino M. Cruzada, dell'ufficio del vice direttore del Philippine Shippers' Bureau, ha informato i membri del Council del sistema di spedizione "less container load" LCL, che potrebbe consentire risparmi agli esportatori. Altre opportunità verranno offerte dall'Ocean Shipping Reform Act (OSRA), quando entrerà in vigore, il prossimo 1° maggio.
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