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La distruzione di tre ponti a Novi Sad ha bloccato la navigazione sul Danubio
La compagnia austriaca DDSG Cargo ha 45 imbarcazioni ferme in Ungheria e in Romania
13 aprile 1999
Dopo gli ucraini e i romeni, tocca ora agli austriaci protestare per il blocco della navigazione fluviale sul Danubio dopo che un ponte sul fiume a Novi Sad è stati bombardato e distrutto il 1° aprile e altri due, uno a Novi Sad e l'altro in prossimità della città, hanno subito lo stesso trattamento il 3 aprile (inforMARE del 9 aprile). L'attività sui 2400 chilometri navigabili del Danubio è ora praticamente cessata, e ci vorranno mesi - chissà quanti - prima che possa venire riattivata.
Quarantacinque imbarcazioni della compagnia austriaca DDSG Cargo - tredici che erano dirette a sud bloccate in Ungheria e trentadue ferme in Romania e impossibilitate a procedere verso nord - costano alla DDSG Cargo un milione di scellini il giorno.
La compagnia fluviale austriaca ha bloccate 50.000 tonnellate di merce e non può onorare i contratti stipulati con la clientela. Per le merci dirette verso sud può ricorrere al trasporto alternativo su strada o su rotaia, ma il minerale di ferro diretto a nord non può essere trasportato per ferrovia. Inoltre ricorrendo alla rotaia i costi di trasporto raddoppiano, mentre il traffico nel porto di Vienna si è dimezzato passando da 1.600.000 a 800.000 tonnellate di carichi.
E le previsioni non sono ottimistiche: probabilmente quest'anno il traffico fluviale sulle grandi distanze non verrà ripreso: "noi perderemo i nostri clienti e ci vorrà poi molto tempo per riacquistarli", ha detto il direttore della DDSG Cargo.
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