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Tra pochi giorni il terminalista ECT abbandonerà la gestione del container terminal Molo VII del porto di Trieste
Aveva avuto dall'Autorità Portuale una concessione trentennale nel marzo del 1998. All'origine dello strappo le difficoltà nella gestione del lavoro portuale, con conseguenti bilanci passivi
26 gennaio 2000
Non prevedendo alcun miglioramento della situazione che possa mettere termine ai continui passivi che caratterizzano la gestione del container terminal del Molo VII del porto di Trieste, per la cui gestione aveva firmato un contratto trentennale con l'Autorità Portuale, l'Europe Combined Terminals (ECT) tra pochi giorni, certamente entro la fine di questo mese, disdirà il contratto. L'ECT e i suoi azionisti, tra cui l'Hutchison Whampoa, affermano che la causa del passivo di gestione sta nei problemi legati al lavoro portuale, nel cui ambito ha sempre incontrato difficoltà fin dall'accordo gestionale del marzo 1998. Non vi sono soluzioni per questi problemi - ha detto un portavoce della compagnia. - Ad esempio le gru sono manovrate da due uomini, che vengono rilevati da altri due dopo due ore. Questo modo di lavorare non può consentire operazioni che diano anche un pur minimo profitto.
L'ECT ha comunque dato assicurazioni all'Autorità Portuale che rimarrà coinvolta nello sviluppo strategico del porto, con specifico riferimento ai collegamenti con l'entroterra. In particolare la compagnia terminalistica ha l'intenzione di aiutare il porto giuliano nella realizzazione di linee ferroviarie competitive verso l'Austria e la Germania meridionale.
L'ECT aveva precedentemente interesse nella gestione di terminal portuali nell'Europa meridionale, ma ora si è orientata sui servizi feeder.
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