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In luglio tornerà in superficie il 95% del petrolio ancora contenuto nelle stive dell'Erika
A Sud di Capo Finisterre si sta preparando il dispositivo per il pompaggio del fuel dai due tronconi della nave affondata lo scorso 12 dicembre
21 giugno 2000
In questi giorni nella zona di mare a 70 chilometri a Sud di Finisterre si sta preparando l'intero dispositivo che alla fine di questo mese vedrà sette navi impegnate nei lavori di pompaggio del greggio che si trova ancora nelle stive dell'Erika, la petroliera di bandiera maltese spezzata in due tronconi e affondata lo scorso 12 dicembre con il versamento in mare di circa 10.000 tonnellate di petrolio che hanno inquinato le coste della Bretagna e della Vandea.
Le due parti dello scafo, che si suppone contengano ciascuno 6.000 tonnellate di petrolio, si sono discostate di una decina di chilometri e giacciono ad una profondità di 120 metri.
Un primo lavoro consiste nell'ispezione degli scafi per individuare i punti che possono essere forati e dove possono essere installate 48 valvole, 28 sulla parte posteriore e 20 su quella anteriore. Poi verranno posate pompe e tubi flessibili sottomarini.
Il fuel attualmente si trova allo stato di melassa, e per essere estratto dev'essere fluidificato con l'aggiunta di ester metilico di colza.
La compagnia TotalFina, che presiede alla operazioni, prevede di poter portare in superficie il 95% del petrolio che si trova ancora nelle stive. Il restante 5% verrà recuperato in settembre con un diverso procedimento tecnico.
Alla fine di questo mese giungerà in zona la Crystal Ocean e al momento d'inizio delle operazioni di recupero del fuel stazioneranno in quella zona di mare sette navi, oltre a tre unità della marina militare. Nell'operazione saranno impegnati circa 300 uomini.
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