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Anche l'armatore Bergesen vuol ricorrere ai meno costosi marittimi del terzo mondo
Vuol sostituire 500 dei suoi 1050 marittimi con altrettanti che hanno salari molto inferiori a quelli dei loro colleghi europei
1 luglio 2000
Il costo degli equipaggi europei è salato, e lo sanno molti armatori che non riescono per questo motivo a reggere la concorrenza di armamenti di altre nazioni, ma anche della loro stessa nazionalità che impiegano sulle loro navi marittimi del terzo mondo, notoriamente sottopagati o comunque compensati con salari inferiori a quelli dei loro colleghi europei.
Le nazioni marittime europee ricorrono a rimedi, soltanto parziali, come il secondo registro che contiene tabelle d'armamento meno onerose. Ma nonostante questi provvedimenti il ricorso ai marittimi del terzo mondo dilaga.
Ora è la volta dell'armatore norvegese Bergesen, che ha sempre impiegato sulle sue navi numerosi marittimi norvegesi. Ora dà lavoro a 1250 marittimi, di cui 1050 norvegesi e 200 britannici. La società però deciso di sostituirne 500 con equipaggi con salari meno elevati. L'armatore conta di approfittare dei pensionamenti e di negoziare con i sindacati degli ufficiali e dei marittimi, che hanno già opposto un netto rifiuto, il ritiro anticipato di altri.
Anche il ministro della Marina mercantile, Grete Knudsen, è contraria alla decisione dell'armatore.
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