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Nonostante le proteste (e le minacce) europee l'industria cantieristica sudcoreana continua a macinare record
Battuta d'arresto invece per il Giappone, i cui cantieri non reggono più al paragone con l'attività svolta nello scorso anno
19 luglio 2000
L'industria cantieristica sudcoreana ha realizzato un nuovo record di ordinazioni nel primo semestre di quest'anno. Superando le obiezioni e le velatissime minacce dell'Unione Europea (ricorso alla World Trade Organization) i cantieri sudcoreani si sono assicurati ordinazioni per la costruzione di 179 navi per un totale di 10,46 milioni di tonnellate di stazza lorda.
Diverso l'andamento della cantieristica navale giapponese, che nel primo semestre ha ricevuto l'ordinazione per la costruzione di 155 navi per 4.763.000 tonnellate di stazza lorda, consuntivo che segnala un calo di 38 navi rispetto alle ordinazioni ricevute nello stesso periodo dello scorso anno. Il dato non è episodico, ma segnala una tendenza alla diminuzione dell'attività dei cantieri nipponici. Nello scorso giugno infatti hanno ricevuto l'ordinazione per la costruzione di 19 navi per 588.000 tonnellate di stazza lorda, a fronte della costruzione di 29 navi commissionata nel giugno del 1999.
Tornando ai cantieri sudcoreani, sia la Hyundai Heavy Industries che la Samsung Heavy Industries si sono praticamente equivalse nei primi quattro mesi di quest'anno: le ordinazioni passate alla prima assommano infatti a 32 navi per 2,2 milioni di tonnellate di stazza lorda, alla seconda a 32 navi per 2,21 milioni di tonnellate di stazza lorda.
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