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L'attività nel porto di Kandla non tornerà alla normalità prima di due settimane
Necessari onerosi interventi di ripristino delle strutture portuali, danneggiate dal terremoto del 26 gennaio
5 febbraio 2001
. Giovedì scorso alcune navi sono entrate nel primo scalo indiano, attraverso cui transita circa il 17% del traffico portuale nazionale. Saranno però necessari ancora molti giorni prima che il ritmo delle operazioni portuali ritorni regolare, raggiungendo una movimentazione giornaliera di oltre 30mila tonnellate.
Le grandi infrastrutture portuali di Kandla non sono state seriamente danneggiate dal forte terremoto che ha colpito l'India lo scorso 26 gennaio. Ma è indispensabile effettuare numerose riparazioni alle attrezzature, agli edifici, ai magazzini. Gli effetti del sisma, che ha causato decine di migliaia di vittime, sono evidenti: il traffico stradale è quasi inesistente, nonostante le vie di collegamento principali del porto siano intatte. Però gli edifici che costeggiano le arterie stradali sono seriamente danneggiati e molte persone non sono ancora tornate al lavoro.
La paralisi dell'attività rappresenta per il porto una rilevante perdita economica. Ma il problema finanziario più grave è rappresentato dai lavori di ripristino delle strutture portuali, il cui costo non è ancora stato stimato. Ma già si parla di cifre molto elevate.
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