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Eurotunnel adisce le vie legali per bloccare i clandestini che cercano di entrare nel Regno Unito attraverso il "chunnel"
La società ha chiesto che venga chiuso il centro per rifugiati posto a soli due chilometri dal terminal di Coquelles
23 agosto 2001
Eurotunnel, l'impresa che gestisce il channel-tunnel ("chunnel") sotto la Manica, è passata alle vie legali per cercare di tamponare il flusso di immigrati clandestini. La società ha infatti deciso di portare il governo francese nelle aule del tribunale di Lille per imporgli di bloccare i clandestini che ogni notte entrano nel terminal di Eurotunnel a Calais per nascondersi all'interno dei treni e dei camion in procinto di partire per il Regno Unito.
La situazione secondo Eurotunnel è «intollerabile» e si è decisamente aggravata nel 1999, quando un edificio della società a Sangatte è stato requisito con un decreto francese per farne un centro di accoglienza per rifugiati gestito dalla Croce Rossa. Eurotunnel chiede pertanto la chiusura del centro e la sospensione del decreto, ritenendo insensato concentrare a soli due chilometri dal terminal di Coquelles un elevato numero di rifugiati «la cui sola intenzione è di raggiungere il Regno Unito».
Eurotunnel ha affermato di aver speso 3 milioni di sterline nel corso di quest'anno per incrementare la sicurezza nelle sue installazioni situate dal lato francese. La società è inoltre preoccupata per l'effetto delle multe di 2.000 sterline che la legge britannica prevede siano comminate per ciascun clandestino trasportato nel Regno Unito.
Nei primi sette mesi di quest'anno gli addetti alla sicurezza di Eurotunnel e la polizia francese hanno bloccato 25.000 clandestini in procinto di partire dal terminal di Coquelles, ma - secondo le stime - almeno 5.000 clandestini sono riusciti nei sette mesi a giungere nel Regno Unito attraverso il tunnel.
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