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C'è ancora molta la strada da fare per ridurre l'impatto ambientale dell'industria crocieristica
Jack Polderman (gruppo Lloyd's Register) ha sottolineato la carenza di normative internazionali ad hoc
24 novembre 2001
Intervenendo recentemente alla conferenza di Seatrade Europe, il senior vice president di Lloyd's Register Americas Inc., Jack Polderman, ha posto l'attenzione sulle misure che l'industria crocieristica ha assunto per minimizzare l'impatto ambientale e l'inquinamento prodotto dalle navi da crociera. Un tema particolarmente sentito negli Stati Uniti e in particolare in Alaska, dove le autorità locali - impegnate nel rendere più restrittive le leggi ambientali - accusano le unità da crociera di provocare un impatto dannoso sul fragile ecosistema dello Stato americano.
Polderman ha spiegato che l'industria crocieristica ha fatto passi avanti nel ridurre il livello di inquinamento provocato dalle proprie flotte e che la Celebrity Cruises, ad esempio, è stata la prima compagnia ad adeguarsi al programma Environmental Protection Rules del Lloyd's Register's.
C'è però ancora molta strada da fare, soprattutto per adeguare le normative internazionali. Molti aspetti della Marpol - ha ricordato Polderman - sono rivolti alla prevenzione dell'inquinamento ambientale, ma solo alcuni sono stati ratificati dal necessario numero di Stati. La carenza di leggi internazionali ha determinato la creazione di normative locali. Gli Stati Uniti sono all'avanguardia: in Alaska una legislazione restrittiva è stata varata all'inizio di quest'anno; anche la California, la Florida e lo Stato di Washington hanno severe normative ambientali.
«Il lavoro fatto sinora - ha concluso Polderman - è notevole e costituisce un significativo progresso rispetto ai precedenti standard di cinque anni fa, ma c'è ancora molto da fare».
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