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Il fenomeno dei clandestini crea un crescente aggravio di costi per l'industria marittima
Il peggioramento delle condizioni di vita nel Kenya ha determinato l'aumento dell'imbarco di clandestini nel porto di Mombasa
21 novembre 2001
L'UK P&I Club ha reso noto che nel periodo 1996-2000 il numero di clandestini imbarcatisi sulle navi è stato di 2.091 unità ed ha rappresentato per il Club un costo di 11,6 milioni di dollari in detenzioni, rimpatri e in altre attività. Nel quadriennio 1996-1999 questi costi sono raddoppiati.
L'UK P&I ha inoltre ricordato che Neil Beckwith, personal injury claims executive della Thomas Miller, ha affermato in un recente seminario tenutosi a Londra che i costi connessi con il fenomeno dei clandestini rappresentano un costo elevato per l'industria marittima, probabilmente pari ad oltre 20 milioni di dollari all'anno.
I clandestini provengono in gran parte dall'Africa, in particolare da Lagos, Abidjan e Douala, ma nell'ultimo numero della pubblicazione "Loss Prevention News" dell'UK P&I si rileva come il problema riguardi anche Kenya, Gabon e Italia.
Attualmente il peggioramento delle condizioni di vita nel Kenya spinge molti giovani a imbarcarsi clandestinamente nel porto di Mombasa, nella speranza che - una volta a bordo - il comandante ofra a loro un lavoro e un'eventuale sbarco nel primo porto dove poter richiedere asilo.
I membri dell'UK P&I - è stato inoltre ricordato - sono stati avvertiti della difficoltà di sbarcare i clandestini nei porti italiani, a causa della legislazione italiana sull'immigrazione, considerata molto rigorosa.
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