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Loyola de Palacio sostiene la liberalizzazione del mercato dei servizi portuali quale condizione irrinunciabile per lanciare lo short sea shipping
Nei porti - ha detto - prevalgono ancora troppe vecchie abitudini
19 febbraio 2002
Intervenendo al meeting di venerdì scorso a Livorno sullo short sea shipping, nel corso del quale i ministri dei trasporti italiano, spagnolo e francese hanno firmato un accordo per la realizzazione di uno studio sul trasporto di cabotaggio, il vicepresidente della Commissione Europea, Loyola de Palacio, che ha deleghe all'Energia e ai Trasporti, ha rilanciato nuovamente il progetto dell'esecutivo europeo sull'accesso al mercato dei servizi portuali, sostenendo che «lo short sea shipping non raggiungerà mai il suo pieno potenziale se i porti e i servizi portuali rimarranno radicati a pratiche vecchie e inefficienti».
La de Palacio ha puntato l'indice verso i porti sudeuropei. «Non voglio generalizzare, notevoli progressi sono stati compiuti nei porti. Ma - ha detto - prevalgono ancora troppe vecchie abitudini. E il fardello del passato fa sembrare i porti italiani, francesi e spagnoli inferiori ai grandi porti del Nord Europa. La marea sta girando. Ma voglio chiedervi e veramente invitarvi ad assicurare un veloce cammino presso il Consiglio alla nostra proposta sull'accesso al settore dei servizi portuali».
«So che alcune nazioni del Nord - ha aggiunto - si oppongono a questa iniziativa. E' nel vostro interesse farla proseguire; è non solo nel vostro interesse, ma anche nell'interesse dell'Europa che i porti delle nostre tre nazioni diventino più efficienti e attraenti come gli esportatori e gli importatori ritengono siano i grandi porti del Nord».
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