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Proclamato uno sciopero nazionale dei lavoratori marittimi italiani per il prossimo 25 marzo
Il governo è accusato di aver cancellato dalla Finanziaria gli aiuti per le imprese di cabotaggio e i fondi per la formazione
18 marzo 2002
I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato uno sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori marittimi per il prossimo 25 marzo. La protesta è stata indetta contro «le gravi responsabilità del governo» che - hanno specificato - ha cancellato nella Legge Finanziaria e nel dibattito alla Camera sulla legge di accompagno gli aiuti, previsti in passato, per le imprese di cabotaggio marittimo e i fondi necessari alla formazione. La scelta è stata definita «gravissima» dai sindacati perché - hanno precisato - comporta un risparmio per lo Stato di poche decine di milioni di euro, mentre se ne investono decine di migliaia per le infrastrutture. In questo modo - hanno affermato le organizzazioni sindacali - si rischia il trasferimento delle navi da parte degli armatori sotto bandiere estere perché i costi sono inferiori, il Paese perderà una parte della ricchezza prodotta, la marineria italiana subirà un colpo durissimo e migliaia di lavoratori per lo più residenti nelle aree depresse del Mezzogiorno resteranno senza lavoro. La decontribuzione, introdotta nel 1998 - hanno ricordato - ha consentito a tutt'oggi che 300 navi siano passate sotto bandiera italiana, con diversi effetti positivi.
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