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Gli spedizionieri e i caricatori elvetici criticano la discriminazione a cui sono soggetti i traffici tra Svizzera e Italia
Sotto accusa anche gli investimenti effettuati per sviluppare il traffico combinato
3 luglio 2002
Le associazioni degli spedizionieri e dei caricatori elvetici, SPEDLOGSWISS e Swiss Shippers' Council (SSC), hanno fortemente criticato la discriminazione alla quale sono soggetti i traffici di importazione ed esportazione tra Svizzera e Italia che transitano per il tunnel del San Gottardo. Le due associazioni hanno ricordato ieri che il Detec (Dipartimento federale dell'Ambiente, dei Trasporti, dell'Energia e delle Comunicazioni), nell'ambito della variazione dell'attuale sistema di dosaggio del transito nel tunnel del San Gottardo, ha proposto di privilegiare il traffico proveniente e destinato al Ticino. SPEDLOGSWISS e SSC hanno però rilevato l'incomprensibilità del fatto che venga privilegiato il traffico di import-export di 100 camion al giorno sulla direttrice Germania - Ticino e non sia stato invece programmato alcun miglioramento per il traffico quotidiano di 800 camion al giorno tra l'Italia e il nord della Svizzera.
Le due organizzazioni hanno inoltre criticato «la proposta di sovvenzionare a colpi di milioni il traffico combinato indigeno e - hanno detto - di "vendere" questo sistema con il pretesto di "trovare una soluzione ai problemi di transito». «Il traffico combinato - hanno sottolineato le associazioni - è già costato più volte al contribuente e tutti i tentativi devono essere abbandonati». SPEDLOGSWISS e SSC ritengono che «un investimento sarà sicuramente più proficuo se destinato allo sviluppo del traffico combinato internazionale non accompagnato»: in questo caso potrebbe verificarsi un effettivo trasferimento del traffico merci dalla strada alla rotaia, di cui potrebbero beneficiare gli scambi sull'asse nord-sud della Svizzera.
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