«Per anni ci si è preoccupati di riempire il porto, ma ci si è preoccupati poco di farlo funzionale». Ora - dicono gli spedizionieri del porto di Genova - i nodi vengono al pettine. I motivi che rendono difficile la vita lavorativa degli spedizionieri che sono utenti del porto genovese sono stati elencati questa mattina, in un incontro con i giornalisti, da Piero Lazzeri, presidente dell'Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova, e da Domingo Valle, presidente dell'Associazione Spedizionieri Doganali di Genova.
«Sollecitiamo la stampa ogni "tot" anni», ha subito precisato Lazzeri, per spiegare che i motivi che hanno indotto gli spedizionieri a presentare la loro lettera aperta indirizzata oggi alle istituzioni sono del tutto fondati e che i problemi esposti sono reali, gravi e devono essere affrontati e - una volta per tutte - risolti.
Lazzeri ha sottolineato come l'attenzione sia troppo focalizzata su quello che definisce l'hardware del porto di Genova, cioè le banchine, le strutture: «basta ricordare - ha detto - la querelle intorno al terminal Multipurpose». «C'è invece - secondo gli spedizionieri - poca attenzione a quello che è il "software operativo" del porto», cioè gli utenti e gli operatori che fanno passare le merci attraverso il porto. Il livello di attenzione per le problematiche evidenziate da questi ultimi è talmente poco elevato - ha spiegato Lazzeri - che «la situazione di inefficienza che stiamo riscontrando negli ultimi tempi è difficile da riscontrare in anni precedenti».
I principali soggetti accusati di aver acuito le sofferenze del porto sono elencati nella lettera aperta, ma - ha precisato - «praticamente ce n'è per tutti, se andiamo a scavare a fondo».
In prima fila c'è comunque la dogana. Pur ammettendo che il capo della circoscrizione doganale di Genova, Luigi Nottola, «ha fatto cose per innovare», Lazzeri ha evidenziato i problemi operativi quotidiani riscontrati dagli associati di Spediporto lavorando con l'agenzia doganale. «Ogni giorno ce n'è una», è il commento unanime degli spedizionieri. Le difficoltà operative sono accentuate dalla carenza di personale dell'Agenzia delle Dogane: «la coperta è corta» - ha confermato Lazzeri - ed è inevitabile che saltino fuori sempre nuovi problemi e si accumulino i ritardi. «Una parte della dogana - ha aggiunto - dimostra di volersi rinnovare e riconosce che la situazione è pesante; dall'altra c'è l'anima scura, l'ometto nero, che conserva un ruolo conservatore».
Ieri il nuovo presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Giovanni Novi, ha incontrato i vertici dell'associazione degli spedizionieri. Nella loro lettera aperta questi ultimi non risparmiano critiche all'ente portuale, accusato di essere «ormai da molti anni l'assente illustre e il controllore mancato dell'intera filiera logistica ed economica del porto». Gli spedizionieri hanno raccolto la disponibilità di Novi «a portare avanti determinate istanze». Di istanze gli spedizionieri genovesi ne hanno parecchie, tanto che ogni incontro è un susseguirsi di racconti e aneddoti sulle disavventure che qualche associato ha sperimentato appena qualche ora prima ed un moltiplicarsi di richieste affinché i problemi siano risolti. Una per tutte è la questione - illustrata stamani - dei controlli con lo scanner a cui vengono sottoposte le merci. Gli spedizionieri - ha sottolineato Lazzeri - hanno certamente accettato le nuove disposizioni introdotte dopo gli atti terroristici dell'11 settembre 2001, ma lamentano «la mancanza di un governo di questi processi». La mancanza di regia provoca ritardi ed incertezze: «le merci nel nostro porto - ha affermato Domingo Valle - non sanno quando arrivano, non sanno quando partono, ma soprattutto non sanno quanto spendono». Già perché - dicono gli spedizionieri - non solo a Genova si incorre in ritardi ingiustificati, ma si paga anche di più: nello scalo genovese - ha detto Valle - «per la scannerizzazione di un contenitore si arriva a spendere 250 euro, contro i 30-35 euro della Spezia. Gli spedizionieri - ha spiegato - «hanno in corso trattative con i terminalisti perché si facciano carico di questi costi». Ma il problema non è facile, perché - ha precisato Lazzeri - quando i terminalisti si sono insediati a Genova, 14-15 anni fa, questi aspetti non sono stati presi in considerazione. All'epoca - ha ricordato - non è stato molto facile trovare i soggetti interessati alla gestione delle banchine genovesi, tanto che, ad esempio, prima di assegnare il terminal SECH ad operatori locali, «ben due gare internazionali sono andate deserte».
I problemi operativi ovviamente c'erano anche prima, ma allora - ha ricordato Lazzeri - «non aveva senso lamentarsi per un piede che faceva male quando non si aveva da mangiare». Oggi le difficoltà sono accresciute dall'incremento dei traffici portuali e dalle ripercussioni che questi hanno sui trasporti via ferrovia o strada: sino a qualche anno fa le prime informazioni sul traffico stradale fornite da Isoradio - hanno osservato gli spedizionieri - riguardavano gli ingorghi nel nodo di Mestre o quelli tra Firenze e Bologna, mentre «da quattro o cinque anni si parte da Genova».
Il quadro non è rassicurante. A guardarli in faccia, gli spedizionieri non sembrano nutrire fiducia sugli esiti delle loro lamentele. Intanto attendono di «ricevere un positivo riscontro» alla loro lettera. Qualcuno sarà in grado di accontentarli?
Bruno Bellio
Associazione Spedizionieri Doganali Patentati
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Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova
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Genova,
"LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI"
La complessità dei traffici marittimi, il delicato rapporto tra questi stessi ed il tessuto imprenditoriale gravitante intorno al settore portuale, hanno da sempre avuto nel porto di Genova un osservatorio privilegiato di analisi, in grado di evidenziare e spesso anticipare problemi di rilievo nazionale e di primario valore economico, non fosse altro per le ingenti somme che l'erario dello Stato incassa a seguito dei diritti sulle merci che transitano presso il Porto e a cui le stesse sono sottoposte al momento dell'importazione e successiva nazionalizzazione.
La complessa struttura economica che si è venuta a creare intorno a questi traffici ha da sempre avuto nelle case di spedizioni, ovverosia in coloro che nell'organizzare ogni fase del trasporto rappresentano le merci sia nei confronti dello Stato che dei soggetti terzi, un collettore importante tra numerose entità operative ed istituzionali.
La centralità delle case di Spedizioni Genovesi, ma lo stesso potrebbe dirsi per tutte le imprese di spedizioni operanti su territorio Nazionale, è oggi rappresentata a livello territoriale dall'Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova (Spediporto) e dall'Associazione Genovese degli Spedizionieri Doganali (AgeSpeDo) che annoverano tra i propri associati circa il 90% delle imprese operanti nel settore e che contano, nel loro complesso, oltre 300 imprese, 5000 occupati e 2000 mld ' di fatturato complessivo.
Tale forte capacità rappresentativa consente ad entrambe queste Associazioni di divenire, non solo, reali e sensibilissimi recettori di istanze a carattere operativo, economico e funzionale dei propri associati, ma anche soggetti qualificati a riportate tali istanze all'attenzione delle Istituzioni, degli organi di Governo e di quanti, in forza del proprio potere dispositivo, possono intervenire risolutivamente nella soluzione delle problematiche che andremo ad evidenziare.
E' proprio con riferimento ad alcune di queste, che definiamo più ricorrenti e di maggior peso economico, che la categoria, nel suo insieme, ha sentito l'esigenza di proporre ad un uditorio qualificato una serie di riflessioni improntate ad un realismo preoccupato dell'incancrenirsi di disfunzioni, ormai sempre più ricorrenti, che rischiano di limitare le potenzialità, in parte non ancora espresse, della nostra economia portuale. In tale prospettiva preoccupante campanello d'allarme è costituito dai primi concreti segnali di sviamento di traffico merci presso altri Porti Europei.
Per tale ragione riteniamo di primaria importanza evidenziare alla Vostra cortese attenzione una serie di osservazioni volte ad una critica costruttiva nei confronti di carenze organizzative, di controllo e di coordinamento tra operatori economici, nella speranza che tali aspetti siano compresi non solo nella realtà funzionale in cui si generano ma anche nei riflessi economici che da essi possono derivare.
Autorità Portuale
E' opinione largamente condivisa dagli operatori di ogni settore del comparto marittimo portuale che l'Autorità Portuale di Genova rappresenti ormai da molti anni l'assente illustre ed il controllore mancato dell'intera filiera logistica ed economica del Porto. Le funzioni ad essa assegnate per legge (Legge 84/94) di coordinamento dei soggetti economici intervenienti nell'economia marittimo portuale è stata fino ad oggi molto scarsa se non di pura circostanza, così come la funzione di controllo di cui oggi molti operatori, tra cui gli spedizionieri, richiedono un più puntuale esercizio. Le tempistiche esecutive di molti provvedimenti poi sono talmente dilatate nel tempo da perdere gran parte della loro efficacia funzionale. Nella sostanza l'assenza di un effettivo ed efficace controllore delle dinamiche operative e portuali, quale l'Autorità Portuale, ha aperto il settore alla libera interpretazione delle parti creando nel suo complesso un sistema disaggregato non in grado di coordinarsi efficacemente. In ultimo poi, se da una parte l'Autorità Portuale ha assolto, in tempi diversi rispetto agli odierni, al non facile compito di privatizzazione del porto attraverso l'assegnazione delle banchine portuali - contribuendo dunque alla creazione dell' "Hardware portuale" (Terminal Operators ed Armamento) - dall'altra si è solo minimamente addentrata a comprendere i complessi meccanismi di funzionamento del "Software portuale" (spedizionieri, autotrasporto, agenzie, dogana etc.) non intervenendo laddove la funzione di legge avrebbe voluto un coordinatore eccellente a governare.
Agenzie Marittime
In tal senso può leggersi lo sviluppo del tutto autonomo ed isolato che tutte le agenzie marittime operanti su Genova (che ricordiamo essere rappresentanti di Compagnie Marittime Internazionali) hanno assunto imponendo in tal modo a tutti gli altri operatori, si legga case di spedizioni, metodiche operative, orari, modulistiche differenti le une dalle altre ingenerando in tal modo un sistema improntato sulla singola realtà e non sulla generalità dei soggetti che intervengono nei traffici. Il risultato è dunque che un insieme di operatori economici vedono oggi regolata la propria attività da multiformi procedure, laddove invece criteri di ottimizzazione del sistema richiederebbero un coordinamento spinto tra soggetti che si relazionano commercialmente. Ad ulteriore testimonianza di quanto affermato si può addurre il dato oggettivo che vuole a tutt'oggi inesistente ogni forma di raccordo info-telematico tra Agenzie-Terminal Operators -Spedizionieri. Un simile sistema di interscambio informatico di dati sarebbe in grado di velocizzare enormemente le procedure di svincolo delle merci, spesso frenate dalle lungaggini procedurali, e di rendere dunque più economica la gestione di molte pratiche, ad oggi assai onerose, i cui costi inevitabilmente vengono spinti a ricadere sulle merci.
Terminai Portuali e Magazzini
Le peculiarità evidenziate a proposito delle Agenzie Marittime possono in parte essere condivise con il mondo terminalistico, ossia con quelle realtà operative che al di là bdell'imbarco sbarco di contenitori dovrebbero essere impegnate ad ottimizzare ed accelerare tutte le procedure connesse alla consegna dei contenitori ai rappresentanti delle merci. Anche in questo caso la realtà genovese mostra una pluralità di operatori terminalistici ognuno dei quali ha sviluppato un proprio modello organizzativo totalmente distinto rispetto a quello di altri operatori e che ha portato i primi a prevedere procedure e tempistiche del tutto autonome ed avulse, in molti casi, dall'operatività globale che gravita intorno alle merci. Anche qui è dunque mancante quell'attività di raccordo e coordinamento che doveva essere garantito dall'Autorità Portuale e che avrebbe consentito una uniforme impostazione dell'operatività terminalistica, da cui deriverebbe, quale primo beneficio, una maggiore fluidità e celerità nelle procedure di svincolo delle merci. Purtroppo la libera disponibilità organizzativa lasciata agli operatori terminalistici ha condotto questi a disegnare un ciclo operativo calzato su puri principi di economia interna trascurando le esigenze operative e le tempistiche degli altri operatori e di chi rappresenta le merci. Del resto la libertà d'azione ed organizzazione loro concessa anche dall'Autorità Portuale ha consentito a questi soggetti economici di trascurare mo1ti degli impegni assunti al momento della concessione delle aree demaniali. In tal senso eclatante è l'esempio relativo alla mancanza presso i terminai genovesi di aree attrezzate per la verifica delle merci, vale a dire di spazi idonei alle ispezioni fisiche della merce attraverso il supporto di personale qualificato che operi con tempistiche certe.
Agenzia delle Dogane.
E' qui certamente che si vengono ad evidenziare le maggiori problematiche in grado di affliggere, limitare e penalizzare severamente il Porto di Genova rispetto non solo ai maggiori competitor Europei come i porti Spagnoli, Francesi e del Nord Europa. Tale situazione è causata da imbarazzanti deficienze e lentezze operative che hanno quale effetto immediato l'incertezza dei tempi di svincolo delle merci ed il lievitare dei costi di sdoganamento per le diverse destinazioni doganali. Un porto come quello genovese in grado di sviluppare linee di traffico di eccezionale portata, oltre il milione e mezzo di contenitori anno e centinai di migliaia di dichiarazioni doganali, risente pesantemente di una ormai cronica carenza di personale, di una mancanza di formazione relativa alle nuove procedure informatizzate ed in ultimo di una insensibilità del personale di dogana a comprendere le ragioni che assistono i traffici internazionali. L'insufficienza degli organici, rispetto alla quale sarebbe interessante conoscere gli elementi ostativi alla creazione di bandi per nuove assunzioni, si evidenzia in tutta la sua drammaticità al momento dei picchi di traffico che in una realtà portuale come quella genovese costituiscono una costante 9 mesi su 12. Ma a riflettersi negativamente sull'operatività della dogana e delle sue sezioni operative intervengono spesso decisioni incomprensibili per l'utenza che vede, anche nel caso della Dogana, l'esistenza di procedure differenziate per sezioni operanti all'interno della medesima circoscrizione. Anche in questo caso gli operatori non possono che provare un senso di disorientamento all'interno di un sistema che vede, anche nella realtà pubblica, una mancanza di coordinamento o l'assenza di procedurali uniformati.
Istituti di Presidio (ossia Uffici di Sanità Marittima, ICE, Fitopatologo, Veterinario e Radiometrico)
Il male comune rappresentato da una assenza di coordinamento funzionale ed operativo a cui si accennava poc'anzi non manca di affliggere un'altra importante serie di soggetti pubblici chiamati per legge ad esercitare un attento controllo su tutte le merci sensibili (pericolosi, alimentari, cosmetici) e deperibili, siano esse di origine vegetale o animale. Detta funzione, svolta dai c.d. "Istituti di Presidio" è in grado di penalizzare seriamente importanti e ricchi traffici a causa delle forti carenze di personale, dei ridotti orari praticati dai rispettivi uffici e dalla totale assenza di coordinamento tra gli stessi in caso di intervento per la verifica delle merci. Elementi e deficienze che vanno, tanto singolarmente che in combinato, a recare onerosi ritardi rispetto a tempistiche di svincolo che, oltre a risentire di tutte le diacronie evidenziate più innanzi, subiscono anche queste ultime.
Autotrasporto
La difficile situazione che oggi le imprese spedizionieristiche vivono nel contesto genovese possono, a nostro avviso, essere ben condivise dal mondo dell'autotrasporto che vive di riflesso e con pari disagio tutte le disfunzioni, i ritardi e le incoerenze organizzative a cui abbiamo fino ad ora fatto riferimento. L'importante anello della filiera logistica costituito dall'autotrasportatori vive con i propri attori del quotidiano, gli autisti, un vero disagio non solo operativo ma anche sociale. Si pensi al fatto che allo stato attuale il Porto di Genova non possiede ne struttura ne spazi per la sosta dei veicoli ed il ristoro dei conducenti, spesso costretti a lunghe ore di attesa tanto in fase di consegna dei contenitori che di ritiro presso le aree terminalistiche. Tale situazione, di intuibile precarietà, ha in più di un'occasione già condotto a momenti di forte tensione tra operatori, purtroppo sfociati, in alcuni casi, in veri e propri scontri fisici forieri a loro volta di ulteriori rallentamenti e fermi operativi.
Riflessioni conclusive
Riteniamo che il quadro sin qui tracciato abbia sottolineato con sufficiente precisione e pragmatismo i delicati equilibri che oggi regolano un settore economico, quello portuale, di vitale importanza non solo per la città di Genova ma per l'intero sistema paese. Equilibri messi in continuo pericolo non solo dall'assenza di un coordinamento operativo, funzionale e programmatico tra operatori, imprese ed istituzioni, ma anche minacciati sempre più frequentemente da eventi spesso imprevedibili, come le avverse condizioni meteo di forte vento, o difficilmente controllabili, come gli scioperi a sorpresa del personale operativo. Elementi tutti questi che valgono ad arricchire di ulteriore incertezza un sistema che dovrebbe fare della certezza dei tempi operativi un imperativo categorico irrinunciabile per mantenere alta la propria capacità competitiva nel panorama internazionale dei traffici marittimi.
Di fronte a tale situazione le scriventi associazioni hanno sentito quanto mai impellente ed irrinunciabile il dovere di rivolgersi alle istituzioni, ai loro rappresentanti, alle forze politiche - sia di governo che di opposizione - per rivolgere ad esse, nessuna esclusa, un accorato appello affinché si giunga alla convocazione di un tavolo congiunto a cui far sedere operatori ed imprese del settore portuale ed istituzioni, sia locali che centrali, nell'intento di avviare una precisa analisi degli interventi di coordinamento e sincronismo operativo di cui il sistema portuale genovese deve dotarsi per poter anelare ad una reale concorrenza con porti del Nord Europa e del Mediterraneo Occidentale.
In attesa di ricevere un positivo riscontro all'avanzata istanza, porgiamo distinti saluti.
Ass. Spedizionieri Doganali di Genova Il Presidente Domingo Valle |
Ass. Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova Il Presidente Piero Lazzeri |
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