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Il porto di Dover studia le possibilità per finanziare la costruzione del secondo terminal traghetti
Sono necessari 420 milioni di sterline
28 maggio 2008
Il Dover Harbour Board sta cercando di reperire i fondi per costruire un nuovo terminal traghetti e una nuova marina. Si tratta di racimolare 420 milioni di sterline. L'ente portuale prevede un coinvolgimento di capitali privati nel progetto, anche se il Board ha precisato di non puntare ad una privatizzazione completa dell'iniziativa.
Tale progetto - ha sottolineato ieri l'amministratore delegato del Dover Harbour Board, Bob Goldfield - è vitale per i traffici commerciali e turistici tra il Regno Unito e il continente europeo. La capacità del terminal traghetti all'Eastern Docks - ha spiegato - è giunta a saturazione e le previsioni sono di crescita per entrambe le tipologie di traffico. «O apriremo il secondo terminal nel 2013 - ha precisato - oppure Dover dovrà far fronte ad una difficilissima gestione del traffico».
«È possibile - ha detto Goldfield - che 120 milioni di sterline arrivino dal nostro cash-flow e dalle nostre riserve e la parte restante ricorrendo al debt finance. Un'evidente possibilità è di unire le forze con un investitore terzo, ad esempio un fondo che si occupa di infrastrutture. Ciò potrebbe essere fatto attraverso una joint venture per costituire una società veicolo (SPV). Nell'ambito di questa ipotesi, qualsiasi investitore sarebbe limitato ad assumere una quota nella special purpose vehicle (SPV) per partecipare al progetto e ciò consentirebbe una separazione economica e giuridica del progetto dal resto del porto. Potremo ottenere circa 100 milioni di sterline da un investitore di questo tipo».
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