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Il Tar della Toscana ha annullato l'autorizzazione per la realizzazione del rigassificatore offshore di Tirrenia
Accolto il ricorso presentato da Greenpeace
31 luglio 2008
Greenpeace ha reso noto che il Tar della Toscana ha accolto il ricorso dell'associazione ambientalista contro il rigassificatore offshore di Tirrenia (inforMARE del 20 febbraio 2006). Greenpeace ha ricordato di aver presentato il ricorso nell'ottobre 2007 e di aver in un primo tempo «sollevato dubbi sulla legittimità dell'operazione» e - ha sottolineato l'associazione - in seguito di aver «scoperto le prove di un clamoroso falso in atto pubblico: il decreto di valutazione di impatto ambientale (VIA) che autorizzava l'impianto mentiva nell'affermare che il Comitato di Pilotaggio del Santuario dei Cetacei aveva espresso un parere positivo sulla compatibilità tra rigassificatore e Santuario». «Non si conoscono ancora le motivazioni del Tar - ha precisato Greenpeace - una cosa è certa: quel rigassificatore era e resta illegale. Il mare non può essere dichiarato zona industriale, tanto più un'area dichiarata protetta come il Santuario dei Cetacei e i rigassificatori sono, per la direttiva Seveso, siti industriali pericolosi».
Inoltre Greenpeace ha ricordato di aver portato questa vicenda all'attenzione del segretariato del Santuario dei Cetacei («mai avvertito dalle autorità italiane», ha evidenziato l'associazione), del Parlamento europeo e della convenzione contro l'inquinamento marino (MARPOL) «per impedire - ha spiegato Greenpeace - che altri simili, folli, progetti vengano realizzati».
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