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La riduzione delle emissioni inquinanti generate dallo shipping rimane un problema prioritario
Il contributo del trasporto marittimo alle emissioni di anidride carbonica potrebbe triplicare entro il 2050
19 febbraio 2009
Il trasporto marittimo, che movimenta oltre l'80% degli scambi commerciali mondiali, genera tra l'1,6% e il 4,1% di tutte le emissioni di anidride carbonica. Il contributo del trasporto marittimo a tale inquinamento potrebbe triplicare entro il 2050 e pertanto dovrebbero essere assunte misure per limitare la quota di emissioni generata dallo shipping. Lo hanno detto gli esperti che hanno partecipato al meeting intergovernativo dell'Unctad (United Nations Conference on Trade and Development) sul tema “Maritime transport and the climate change challenge” conclusosi ieri al Palais des Nations di Ginevra.
Nel corso del meeting è stata sottolineata la necessità di considerare il cambiamento climatico come una questione prioritaria che non deve essere messa in secondo piano rispetto ad altri problemi, inclusa l'attuale crisi economica e finanziaria. «L'attuale crisi economica mondiale – ha tuttavia rilevato il vice segretario generale dell'Unctad, Lakshmi Puri - dimostra che una relativamente piccola riduzione della produzione, pari ad esempio all'1% o 2% del prodotto interno lordo, potrebbe già avere un notevole impatto sul commercio, sulla disoccupazione e sul generale benessere della società. In questo contesto è difficile prevedere il costo potenziale della mancanza di iniziative in relazione al cambiamento climatico».
Nei tre giorni di dibattito è stata evidenziata anche la necessità di realizzare altri studi per valutare più approfonditamente la correlazione tra il trasporto marittimo e il cambiamento climatico.
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