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Coccia (Confitarma): «in mancanza di misure adeguate l'armamento italiano emigrerà all'estero»
Siamo consci delle difficoltà contingenti - ha sottolineato - ma è fondamentale mantenere quanto di buono è stato fatto finora per la competitività del settore marittimo
11 dicembre 2009
Ieri, in occasione del tradizionale scambio di auguri tra armatori e rappresentanti delle istituzioni, il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), Nicola Coccia, ha manifestato la preoccupazione dell'armamento «per la poca attenzione delle istituzioni al settore marittimo nella finanziaria. Nessuna richiesta nuova - ha spiegato - è stata avanzata perché siamo consci delle difficoltà contingenti. Ma è fondamentale mantenere quanto di buono è stato fatto finora per la competitività del settore marittimo».
«Certamente - ha proseguito Coccia - il 2009 è stato un anno difficile per tutti. Ciononostante lo spirito imprenditoriale degli armatori italiani non è venuto meno. E i buoni risultati sono ancora più importanti proprio perché ottenuti in un momento di crisi economica mondiale». La crescita della nostra flotta, che oggi supera i 15,5 milioni di tonnellate di stazza lorda - ha rilevato - testimonia la validità del sistema normativo che grazie al Registro internazionale ha portato alla realizzazione di progetti importanti in tutti i settori dello shipping. Dal 1998 al 2009, la consistenza della flotta italiana ha registrato un aumento del 77%. Attualmente sono 186 le navi ordinate e in costruzione nei cantieri mondiali per un totale di circa 5,5 milioni di tonnellate di stazza, che entreranno in esercizio entro il 2012 portando a 21,5 milioni il totale della flotta di bandiera italiana. «Ma in mancanza di misure adeguate - ha sottolineato - l'armamento italiano emigrerà all'estero».
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