Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
10:48 GMT+1
Il gruppo APM Terminals investe nel porto georgiano di Poti
Accordo con la mediorientale RAKIA per realizzare un nuovo container terminal che diventerà operativo nel 2014
5 aprile 2011
Continua lo shopping del gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk nei porti di tutto il mondo. La sua filiale APM Terminals ha infatti stretto un accordo con la RAK Investment Authority (RAKIA), agenzia del governo di Ras Al Khaimah (Emirati Arabi Uniti), per effettuare un investimento del valore di 238,55 milioni di dirham (65 milioni di dollari) nella nuova zona franca e industriale adiacente al porto georgiano di Poti che è sviluppata dall'agenzia mediorientale attraverso la filiale Rakia Georgia Free Industrial Zone LLC.
RAKIA detiene un contratto di concessione sull'area della durata di 99 anni che è stato siglato l'11 aprile 2008 con il governo della Georgia e possiede l'intero capitale azionario della Poti Sea Port Corporation, l'authority che gestisce il porto di Poti.
La zona franca e industriale di Poti include un'area portuale di circa un milione di metri quadrati a cui è diretto l'investimento di APM Terminals e nella quale sarà realizzato un container terminal. Secondo le previsioni, la prima fase del progetto verrà avviata quest'anno e diventerà operativa nel 2014.
Inizialmente il nuovo terminal avrà una banchina di 350 metri lineari in grado di movimentare un traffico dei container fino a 450.000 teu all'anno.
Nelle scorse settimane la Poti Sea Port Corporation ha commissionato alla georgiana Gamma e alla società internazionale di consulenza Environ la realizzazione dello studio di impatto ambientale della nuova area portuale di Poti che ospiterà il container terminal su una superficie di circa 100 ettari.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore