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Solari (CGIL): eccesso di improvvisazione nel dibattito politico sul futuro della portualità italiana
«Sarebbe bene contrapporre - spiega il segretario generale del sindacato - una proposta condivisa da tutte le componenti del lavoro portuale»
28 settembre 2011
«Nel dibattito della politica sul futuro della portualità italiana si registra un eccesso di improvvisazione alla quale sarebbe bene contrapporre una proposta condivisa da tutte le componenti del lavoro portuale». Lo ha detto il segretario nazionale della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL), Fabrizio Solari, nel corso di un incontro organizzato dalla FILT CGIL su “I porti nel rilancio del sistema logistico italiano”. Solari ha spiegato che «manca un quadro di riferimento rigoroso sui limiti e le potenzialità della situazione attuale, mentre ogni giorno si accavallano proposte contraddittorie che difficilmente possono aiutare lo sviluppo».
Secondo il dirigente sindacale della CGIL, «ci vogliono regole chiare non disgiunte da una rinnovata etica della responsabilità contro l'inutile scorciatoia del ricorso a figure di stampo commissariale». «Pesa invece sulle possibilità di sviluppo - ha aggiunto Solari - la inadeguatezza delle infrastrutture soprattutto a valle delle banchine e una catena logistica troppo frammentata e scarsamente innovativa. Inoltre si deve affrontare il tema della rivisitazione delle Autorità Portuali che devono avere più autonomia a partire da quella finanziaria ed un ruolo più incisivo sul funzionamento di tutte le componenti del lavoro portuale, comprese quelle degli uffici periferici dello Stato, oltre che a concorrere alle scelte politiche infrastrutturale e d'investimento».
«Va riconfermato - ha concluso il segretario nazionale della CGIL - il ruolo del lavoro come fattore di sviluppo valorizzando e retribuendo adeguatamente la flessibilità assicurata dai vari articolo 17, oltre che ribadire la scelta del contratto unico per i lavoratori portuali».
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