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Bisarche Italiane, a rischio 1.200 posti di lavoro
Il fermo del settore è giunto alla quarta settimana
13 marzo 2012
Entro aprile tutte le aziende di autotrasporto che trasportano autoveicoli potrebbero assumere decisioni ultimative, sospendendo o trasferendo l'attività con conseguente perdita di 1.200 posti di lavoro. Lo denuncia Bisarche Italiane ricordando che prosegue ormai da quattro settimane il fermo del settore proclamato dall'associazione nella totale assenza di risposte da parte del governo e della committenza.
«Dalla recente assemblea di categoria svoltasi a Cassino - spiega Bisarche Italiane - sono emerse con un'evidenza che rende doppiamente sconcertante il disinteresse delle istituzioni, le distorsioni di mercato attuate dalla committenza (operatori logistici e primi vettori) che speculano sul settore: a titolo di esempio a chi acquista un'auto ad Avellino (ad esempio Fiat 500) viene applicato un costo di trasporto per euro 530,00, mentre l'impresa di autotrasporto che effettivamente trasporta l'auto da Fiumicino ad Avellino riceve per quella vettura non più di 17,00 euro. Di qui la pratica impossibilità di far fronte ai costi di gestione delle imprese».
Bisarche Italiane precisa di aver anche inviato una diffida ai componenti dell'Osservatorio della Consulta «invitandoli a elaborare i costi minimi di sicurezza anche per questo settore, sottolineando l'incongruenza di costi minimi definiti per alcuni settori e negati ad altri. L'azione legale intrapresa da Bisarche Italiane - spiega l'associazione - invoca la responsabilità oggettiva dei componenti dell'Osservatorio, attraverso una valutazione del danno economico che, secondo le prime stime, non sarebbe inferiore ai tre milioni di euro».
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