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WSC, i vettori marittimi non dovrebbero essere obbligati a fornire i dati sul venditore e l'acquirente delle merci in importazione nell'UE
Il World Shipping Council ha più volte evidenziato alla Commissione Europea che tali informazioni possono essere dati commerciali riservati
26 gennaio 2015
Il World Shipping Council (WSC) ha ribadito la sua contrarietà a che i riferimenti dei soggetti che hanno la proprietà delle merci e a cui sono destinate le merci importate sul territorio dell'Unione Europea, cioè i dati sul venditore e l'acquirente di tali merci, debbano essere obbligatoriamente forniti dai vettori che trasportano le merci o dai Non Vessel Operating Common Carrier (NVOCC) come sarebbe intendimento della Commissione Europea che sta lavorando alla riformulazione degli obblighi relativi alla comunicazione delle informazioni anticipate relative alle merci in ingresso nell'UE, e che sta per fare della sua proposta di regolamento parte del nuovo codice doganale comunitario, anziché - ha ricordato il WSC - ottenerli dall'importatore come fanno gli Stati Uniti.
Il World Shipping Council, che in questa battaglia è affiancato dall'European Shippers' Council (ESC), dall'associazione degli spedizionieri europei CLECAT e dall'associazione armatoriale europea European Community Shipowners' Associations (ECSA), ha sottolineato di aver più volte evidenziato alla Commissione Europea che le informazioni sull'acquirente e sul venditore possono costituire dati commerciali riservati e che non è pertanto opportuno chiederne la divulgazione alle compagnie di navigazione o agli operatovi NVOCC.
Se questo regolamento venisse implementato come proposto - ha spiegato il WSC - gli esportatori verso l'UE saranno tenuti a fornire l'identità degli acquirenti dei loro prodotti al loro vettore o all'operatore NVOCC prima del loro imbarco sulla nave in modo che questi possano immettere questa informazione nella Dichiarazione Sommaria di Entrata (ENS).
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