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UGL accusa Costa Crociere di scarso supporto alla marineria italiana
Un marittimo italiano - evidenzia il sindacato - resta a terra per periodi che variano dai 3 ai 4 mesi
11 giugno 2015
UGL protesta per quello che il sindacato ritiene essere uno scarso supporto alla marineria italiana da parte di Costa Crociere. Il segretario regionale ligure Mare e Porti dell'Unione Generale del Lavoro, Giorgio Vallone, e il segretario UTL Genova, Stelvio Musicò, hanno evidenziato che sulle navi della compagnia crocieristica il personale imbarcato è in prevalenza non italiano, con una percentuale su ogni nave pari al 10% di personale italiano, al 20% di personale comunitario e al 70% di personale extracomunitario.
«Poiché le navi della flotta Costa ammontano a 15 unità con personale imbarcato che varia da 800 a 1100 circa - hanno rilevato Vallone e Musicò - si evidenzia in modo chiaro che il personale extracomunitario si avvicina alle 10.000 unità. Considerato che le liste di attesa per un imbarco sono molto lunghe - hanno osservato - un marittimo italiano resta a terra per periodi che variano dai 3 ai 4 mesi. Questa situazione - hanno sottolineato i rappresentanti di UGL - è inaccettabile. E la situazione, già di per sé grave e preoccupante, assume contorni ancora peggiori se altre società di navigazione copiano il modello Costa per il loro personale».
«Se consideriamo che il numero maggiore di marittimi è del Sud - hanno concluso Vallone e Musicò - ecco che l'aiuto al mezzogiorno tanto decantato, è come sempre un paravento di ipocrisia elettorale».
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