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Federmar-Cisal denuncia che il Registro Internazionale non ha prodotto un incremento dell'occupazione
Il sindacato è favorevole alle proposte di limitarne i benefici alle navi che imbarcano solo equipaggi italiani o comunitari
13 aprile 2016
Federmar-Cisal ha inviato al sottosegretario ai Trasporti, Simona Vicari, un documento sul Registro Internazionale italiano nel quale il sindacato denuncia come a distanza di quasi vent'anni dalla sua istituzione sia necessario purtroppo constatare che una delle finalità per le quali il Registro era stato creato, quella dell'incremento dell'occupazione, «è miseramente naufragata, almeno per i marittimi italiani». Secondo il sindacato, «infatti, sia la mancanza di adeguate politiche sia lo sfrenato ricorso alla manodopera non comunitaria hanno provocato la formazione di ampie sacche di disoccupazione, particolarmente tra le qualifiche dei sottufficiali e dei comuni, con pesanti ripercussioni sull'economia di quelle zone storicamente a vocazione marinara situate nel Meridione».
Federmar-Cisal ha accennato anche ai due emendamenti al disegno di legge 2228 recentemente proposti dal senatore Cociancich, il cui accoglimento - secondo la Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) - metterebbe in pericolo l'esistenza della flotta e degli equipaggi nazionali e costringerebbe le aziende alla delocalizzazione ( del 17 marzo 2016). Il sindacato ha invece valutato positivamente tali proposte che hanno lo scopo di limitare i benefici del Registro Internazionale alle navi che imbarcano in via esclusiva equipaggi italiani o comunitari.
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