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ESPO dice sì ad una limitata revisione della direttiva UE sugli impianti portuali di raccolta per i rifiuti delle navi
Ryckbost: «ciò non devono portare ad una revisione di vasta portata»
25 maggio 2016
Oggi l'European Sea Ports Organisation (ESPO) ha presentato la propria posizione sulla revisione della direttiva europea n. 29 del 2009 relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico. Nel documento l'associazione delle Autorità Portuali europee spiega che lo spirito e gli obiettivi della direttiva sono ancora validi, ma sono necessarie più precise definizioni, chiarimenti e orientamenti. Inoltre - secondo ESPO - la discussione sull'adeguatezza degli attuali impianti portuali deve essere concreta e basata su dati fondati. L'associazione ha rilevato che infatti la maggior parte dei problemi si riscontrato a monte della catena di trattamento dei rifiuti e che i porti sono parte della soluzione e non del problema.
Per ESPO, inoltre, è fondamentale la definizione di piani di raccolta e di gestione dei rifiuti che siano consultati e comunicati appropriatamente e che l'imposizione di un sistema di pagamento unico in Europa non sia un'opzione (ESPO ha precisato di sostenere la definizione di principi guida per l'attuazione dei sistemi di pagamento).
Infine ESPO auspica un rafforzamento dell'implementazione del sistema di informazione e di monitoraggio e sostiene l'inserimento di nuove tipologie di rifiuti nel campo di applicazione della direttiva, ma non necessariamente in tutte le sue disposizioni.
Sottolineando che «le Autorità Portuali europee sostengono gli obiettivi della direttiva PRF e accolgono la procedura di revisione come un'opportunità per un ulteriore miglioramento di alcune delle sue disposizioni e della loro applicazione, tuttavia - ha specificato Isabelle Ryckbost, segretario generale dell'ESPO - ciò non devono portare ad una revisione di vasta portata».
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