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Il governo indiano introduce modifiche ai contratti di concessione per promuovere gli investimenti privati nei porti
La società concessionaria corrisponderà allo Stato una royalty per ciascuna tonnellata di merce o per ciascun container teu movimentato
3 gennaio 2018
Il governo indiano ha introdotto modifiche al modello di contratto di concessione applicato per i progetti di partenariato pubblico-privato attuati nei principali porti nazionali, variazioni che sono state decise con lo scopo di promuovere e agevolare gli investimenti privati negli scali portuali indiani.
Oltre ad emendamenti che prevedono al costituzione della Society for Affordable Redressal of Disputes - Ports (Sarod-Ports), un organismo per la composizione delle controversie specificamente dedicato al settore portuale che verrà istituito sulla falsariga di quello creato per il settore autostradale, altre modifiche prevedono - analogamente a quanto avviene nel settore autostradale - che gli investitori potranno cedere sino al 100% della propria partecipazione nelle partnership pubblico-private a partire da due anni dalla data di operatività commerciale del progetto.
Inoltre, tra le modifiche più significative, è previsto che la società concessionarie corrisponderanno allo Stato una royalty per ciascuna tonnellata di merce o per ciascun container teu movimentato, corrispettivo che sarà indicizzato sulla base della variazione dell'indice indiano dei prezzi all'ingrosso. Questo sistema rimpiazzerà l'attuale procedura di applicazione delle royalties che è basata su una percentuale dei ricavi lordi previsti in fase di offerta e che è calcolata sulla base delle tariffe massime fissate dal TAMP (Tariff Authority for Major Ports). Uno degli obiettivi di questa modifica è di risolvere le annose controversie in sospeso con operatori portuali pubblico-privati che lamentano che le percentuali siano fissate sulla base delle tariffe massime e che non vengano applicati sconti.
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