Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
07:35 GMT+1
CLIA manifesta preoccupazione per un possibile eccessivo prolungamento del No Sail Order americano per le navi da crociera
L'associazione avverte che le conseguenze potrebbero essere perdite per 51 miliardi di dollari e il taglio di 343mila posti di lavoro
14 aprile 2020
Cruise Lines International Association (CLIA) ha espresso preoccupazione per l'effetto sull'industria delle crociere del nuovo No Sail Order emesso giovedì dall'americana Centers for Disease Control and Prevention (CDC) che proroga il divieto per le navi da crociera di operare nelle acque sotto giurisdizione statunitense ( del 10 aprile 2020).
Evidenziando che il settore è stato proattivo nello sviluppo di protocolli igienico-sanitari ed è stato una delle prime industrie ad annunciare una sospensione volontaria dell'attività per fare la propria parte nella lotta alla diffusione del virus Covid-19, l'associazione crocieristica internazionale ha ricordato che l'industria delle crociere supporta diversi settori dell'economia degli USA e ha sottolineato che, se la sospensione del divieto di navigazione si estendesse ben oltre il tempo idoneo ad una ripresa dell'attività, l'impatto economico potrebbe essere significativo dato che - ha spiegato la CLIA - ogni giorno di sospensione si traduce in una perdita economica di circa 92 milioni di dollari e di oltre 300 posti di lavoro diretti americani e 620 tra diretti e indotti.
L'associazione ha specificato che se il No Sail Order dovesse rimanere in vigore per un anno, nel tempo il ritmo delle perdite subirà un'accelerazione e ciò per gli Stati Uniti potrebbe significare una perdita economica complessiva di 51 miliardi di dollari e di 173mila posti di lavoro diretti e 343mila totali.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore