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P&O Nedlloyd è contraria all'operazione di fusione tra DB Cargo e NS Cargo
La compagnia anglo-olandese considera l'operazione come la creazione di un vero e proprio monopolio
12 maggio 1999
Le società di trasporto merci per ferrovia DB Cargo e NS Cargo sono in procinto di fondersi e dar vita a Rail Cargo Europe (inforMARE del 10 maggio). Le pratiche necessarie non sono ancora state presentate all'UE, che dovrà dare la sua autorizzazione. Alla fusione però è decisamente contraria la compagnia armatrice P&O Nedlloyd, che più che una liberalizzazione del trasporto ferroviario merci considera l'operazione la creazione di un vero e proprio monopolio, in violazione del Trattato di Roma.
Il trasporto terrestre dei container è un settore molto importante per le compagnie armatrici, che sono state a lungo in lotta proprio su questo argomento contro la Commissione Europea, che ha decretato l'illegalità degli accordi conferenziali sul trasporto terrestre dei container. C'è da dire che le compagnie armatrici avevano posto molte speranze nella liberalizzazione della rete ferroviaria, disposta dalla direttiva UE 91/440, ma dal 91 sono passati otto anni senza che in pratica sia stato fatto nulla in tal senso. I vettori marittimi avrebbero interesse a servirsi dei treni sulle lunghe distanze, ma le ferrovie sono inadeguate a rispondere alla domanda. I tempi impiegati dai convogli per percorrere le rotte programmate sono troppo lunghi. Ad esempio il treno European Rail Shuttle (ERS) che va da Rotterdam a Neuss utilizza durante il percorso di 262 km almeno cinque locomotori (ogni cambio comporta una perdita di almeno venti minuti) e viaggia ad una velocità media di 28 km/h. In queste condizioni l'autotrasporto è di gran lunga preferibile.
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