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Bloccate le attività portuali negli scali canadesi della British Columbia
La sospensione del lavoro è stata decisa dalla BCMEA con l'intento di accelerare le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro dei portuali
8 novembre 1999
Dalle 16.30 di ieri, ora locale, sono state bloccate le operazioni portuali a Vancouver e negli altri scali marittimi della British Columbia. Il fermo è stato deciso dall'associazione delle imprese British Columbia Maritime Employers Association (BCMEA) dopo che il sindacato dei lavoratori portuali, l'International Longshore and Warehouse Union of Canada (ILWU), aveva deciso di non procedere ad alcuna votazione in merito ad una "offerta finale" sul rinnovo del contratto di lavoro avanzata nei giorni scorsi dalla BCMEA (inforMARE del 4 novembre). La sospensione del lavoro, attuata con l'intento di accelerare il raggiungimento di un accordo, ha una durata di 72 ore.
L'associazione delle imprese ha affermato che già dallo scorso 20 ottobre, data dalla quale le organizzazioni sindacali avrebbero potuto indire uno sciopero, alcune navi hanno iniziato a servirsi dei porti statunitensi anziché di quelli canadesi. I rappresentanti dei lavoratori hanno risposto di non aver alcuna intenzione di proclamare scioperi e hanno chiesto alle imprese di tornare al tavolo delle trattative.
La decisione assunta nel fine settimana dalla BCMEA riguarda circa 3.000 lavoratori e comporta il blocco di tutte le attività portuali con esclusione della movimentazione dei cereali effettuata al Grain Elevators di Vancouver e a Prince Rupert.
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